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Autore:Guerino Nisticò     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/09/2003 - Anno: 9 - Numero: 3 - Pagina: 22 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

E TUTTI I SANTI I CASTÀGNI VANNU ARRÀNTI

Letture: 1408               AUTORE: Tota Gallelli (Altri articoli dell'autore)        

Questo proverbio intendeva dire non soltanto che la raccolta delle castagne era finita ma che chiunque poteva raccogliere le castagne nel castagneto altrui liberamente per cui ognuno si affrettava a finire la raccolta prima.
La raccolta delle castagne, come tutti i frutti impegnava soprattutto le donne ed era molto faticosa.
Ancora prima dell’alba le donne s’incamminavano a piedi verso la montagna per arrivare lì sul far del giorno. Raccolte le castagne tra quei ricci spinosi, riempiti i sacchi, se li caricavano sulla testa e via verso il paese per i viottoli scoscesi, riposandosi di tanto in tanto durante il percorso appoggiando il loro carico (a cohràta) sui “riposatùri” che consistevano in un sentiero più alto o un tronco d’albero e proseguendo così il cammino arrivavano a casa prima di mezzogiorno.
“L’arrantùra” in particolare delle castagne e delle olive era l’espressione della vita sociale ed economica del paese; “L’arrantòti” era gente laboriosa ma viveva alla giornata, non aveva campi da coltivare, ma avendo famiglia aveva bisogno di farsi le provviste e allora aspettava che gli altri finissero il raccolto per racimolare qualche tomolo di castagne, o di grano e qualche macina di olive.
E queste donne giravano tutto il giorno spostandosi da un campo all’altro per giorni e giorni, un lavoro duro, faticoso, ma fatto con tanta dignità.


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