Data: 30/11/1994 - Anno: 1 - Numero: 2 - Pagina: 2 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
COSA RESTERÀ DI NICOLA CAPORALE? |
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AUTORE: Domenico Lanciano (Altri articoli dell'autore)
in ricordo del grande scrittore badolatese COSA RESTERÀ DI NICOLA CAPORALE? I morti sono la misura dei vivi
Di ognuno di noi si può dire tutto il bene, tutto il male dei mondo finchè siamo in vita o finchè ne duri la memoria orale fino alla proverbiale settima generazione. Dopo, però, di ciascuno di noi probabilmente resterà soltanto ciò che avremo lasciato di duraturo: un palazzo, un vigneto, un uliveto, un libro, un quadro o una qualsiasi opera meno putrefattibile o deteriorabile del nostro corpo, della nostra carnalità. Nicola Caporale, nato in Badolato nel gennaio 1906 e mortovi nel giugno del 1994, pittore, scrittore, insegnante, ecc., attualmente resta in tutti coloro che l'anno variamente conosciuto ed amato, lungo la sua lunga vita. In particolare, quanti alunni avrà avuto nei suoi 43 anni d'insegnamento, da "maestro"? ... I media, milletrecento? E quanti allievi avrà avuto fuori dalla scuola come "Maestro" d'esperienza e di vita?... Tra i suoi primi alunni di scuola elementare, il più fedele, nell'affetto e nella corrispondenza, nell'interessamento e nel ricordo, è senza dubbio il farmacista Salvatore Carnuccio, partito ragazzino per l'Argentina sessanta anni fa. Se qualcuno dei suoi familiari vorrà, facendo l'albero genealogico, mantenere memoria dell'illustre congiunto, potrà porre Nicola Caporale nella generazionale catena e nel ceppo di una casata blasonata principalmente di affetti e di valori (titoli nobiliari sempre più rari ed anche per questo sempre più preziosi). Se gli amanti della cultura ne saranno ispirati troveranno il modo di realizzare un "Centro Studi" dedicato a quasta ricca e poliedrica personalità socio-culturale, quale Badolato aveva raramente avuto in questo nostro secolo. Si tratterà, comunque, di censire, studiare, valorizzare, divulgare meglio le sue opere edite ed inedite: un patrimonio tale che soltanto l'amore può rendere ricchezza sociale. Nicola Caporale resta per noi contemporanei un metro di misura: almeno per domandarci intimamente su "cosa resterà di noi?"... oppure "a che o a chi serve o servirà la nostra esistenza?"... Nicola Caporale, al momento attuale, è dunque un impegnativo inventario personale, familiare e sociale. I morti sono sempre la misura dei vivi, perchè è la stessa morte la misura della nostra vita. Ed i 'grandi morti' sono presenze ingombranti cui bisogna dare la più giusta ed adeguata collocazione. Altrimenti, possono diventare il nostro grande rimorso.
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