Data: 31/12/2003 - Anno: 9 - Numero: 4 - Pagina: 22 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: REDAZIONE (Altri articoli dell'autore)
Un altro bel regalo va ad aggiungersi al telaio regalatoci tempo fa dalla Signora Angela Battaglia. Questa volta è la famiglia Cosenza, sempre vicina in vario modo a “La Radice”, a regalarci un oggetto che appartiene anch’esso alla storia della nostra civiltà: un alambicco. Come si sa, l’alambicco serve per la distillazione della grappa, o, meglio, dell’alcool, ed è ancora molto usato un po’ dappertutto in Italia, specialmente, nelle regioni del nord-est, dove da sempre viene costruito il tipo in cui il cambio di stato (da gassoso a liquido) viene ottenuto mediante una serpentina immersa nell’acqua tenuta costantemente a temperatura ambiente. Il “nostro” alambicco, però, il cui progenitore risale all’epoca della Magna Grecia, ha una struttura più arcaica, se vogliamo, ma più semplice e altrettanto funzionale. C’è da dire, con l’occasione, che da noi l’alambicco non serviva per fare la grappa, ché non apparteneva alla nostra cultura, ma per produrre alcool con cui si preparavano i liquori usati quasi unicamente nei matrimoni, bibita nobile accanto al più plebeo e più largamente consumato vino. Oggi… c’è ancora qualcuno, anche in Badolato, che si concede lo svago di distillare ogni tanto. E qualcuno che l’alambicco ancora lo costruisce, rigorosamente in rame. Da queste colonne ancora il nostro sentito ringraziamento alla famiglia Cosenza per il bel regalo. |