Data: 31/12/2004 - Anno: 10 - Numero: 4 - Pagina: 25 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti, Mario R. Gallelli (Altri articoli dell'autore)
Questa rubrica riserva da sempre l’attenzione alle vie dell’agglomerato urbano, della parte vecchia, in collina, come della parte nuova, sul mare. Questa volta, anche su stimolo di un amico lettore, diciamo di un luogo extraurbano che per secoli è stato un preciso punto di riferimento della nostra gente: U passu de Catarisàni, che, tradotto alla lettera, significa “il passaggio degli abitanti di Santa Caterina”. Si tratta dell’incrocio tra la strada (carrabile) che percorrevano i Caterisani in direzione nord verso Catanzaro e quella che, partendo da Badolato, scendeva verso est, attraversando Mingiànu e Cuzzùhr!a per poi dirigersi verso nord, per raggiungere Isca, Sant’Andrea,… Se si esclude l’antica strada Reggio-Sibari, forse romana e fors’anche greca, cui qualcuno ha dato il nome di Aquilia, e della quale non siamo ancora in grado di scrivere con la dovuta esattezzza di riferimenti, era questa la strada più battuta e quindi più nota che “legava” i nostri collinari paesi sino a Catanzaro e oltre. I Caterisani scendevano su Còppari e proseguivano per Scanzapuhr!ìtri, Càrrana, Filòri, Don Luca, Don Nicolùzzu e s’immettevano quindi nella strada che scendeva da Badolato. Solo a cavallo tra i secoli 19° e 20° sono state costruite le strade di collegamento interno (Satriano-Davoli-San Sostene-Sant’Andrea e Badolato-Santa Caterina-Guardavalle). E soltanto negli anni Venti e Trenta dello scorso secolo è stata realizzata la litoreanea statale 106. |