Data: 31/12/2004 - Anno: 10 - Numero: 4 - Pagina: 29 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Giovanna Durante (Altri articoli dell'autore)
Un atto scritto, magari arrotolato e ben conservato, canta, ossia fa fede, richiamando con precisione agli impegni assunti. Quel che è espresso in questo proverbio conferma l’importanza di stipulare contratti scritti e ne avvalora l’esigenza. Non a caso le vecchie scritture e gli atti di un certo rilievo economico o sociale venivano redatti su pergamena e a volte arrotolati e sigillati con la ceralacca. Certamente fin dall’antichità si riconosceva ai documenti scritti un valore indispensabile al buon esito dell’affare. Questo tipo di contratto disconosce sul piano legale la validità degli affari conclusi sulla fiducia e quindi sulla parola che non sempre, si sa, sortisce gli effetti desiderati. Tuttavia un altro antico proverbio sostiene che “a paròla è strumèntu”, ossia che la parola data è da considerarsi alla stregua di un contratto; ed è proprio così, almeno dal punto di vista morale: sappiamo bene che, oggi come ieri, l’uomo è tenuto a mantenere le promesse e gli impegni assunti, pena il suo discredito come persona. “L’omu da paròla e u voi de corna” (L’uomo si distingue dalla sua affidabilità, come il bue dalle corna); così si diceva un tempo nei paesi in cui gli abitanti vivevano quasi a contatto di gomito; dove tutti erano legati tra loro da vincoli di amicizia più o meno fraterna, da rapporti di parentela, di comparaggio o di buon vicinato. In una società così strutturata, per forza di cose i contratti sulla parola, suggellati da una semplice stretta di mano, erano frequenti e si concludevano quasi sempre onorevolmente. è, però, quanto mai opportuno ritenere che nella maggior parte dei casi si trattava di accordi riguardanti matrimoni combinati o beni di relativa importanza; mentre per gl’impegni più rilevanti, specialmente se riferiti agl’immobili, la diffidenza poteva far capolino e la prudenza era quindi d’obbligo. In definitiva si dormivano sonni tranquilli solo con i contratti scritti che evitavano sorprese dovute alla furbizia dei prepotenti o a dimenticanze vere o presunte. Oggi, i cittadini del nuovo millennio, pur senza ricorrere alle espressioni dialettali, lontane dal moderno linguaggio giovanile, a volte esclamano: “Verba volant, scripta manent” (Le parole volano e gli scritti rimangono) per ribadire un concetto, vecchio quanto il mondo, secondo cui fidarsi è bene ma non fidarsi è sicuramente meglio.
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