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Data: 30/06/2006 - Anno: 12 - Numero: 2 - Pagina: 25 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

Risonanza di una giovane di 50 anni fa nel Giubileo della nascita della propria chiesa in Badolato M

Letture: 1212               AUTORE: Luisetta Caporale (Altri articoli dell'autore)        

Risonanza di una giovane di 50 anni fa nel Giubileo della nascita della propria chiesa in Badolato Marina

Ci siamo!
50 anni!
C’eravamo parecchi di noi anche allora, nella nuova chiesa di mattoni rossi che odorava di cemento e di calce fresca, con tanta meraviglia negli occhi e nella mente. Una chiesa diversa, senza archi e senza colonne; ma luminosa sì, molto luminosa, quasi come segno di quel trapasso da una vita paesana vissuta nel chiuso di un territorio ristretto, (Badolato Superiore), a una vita nuova, aperta sul mondo; a una vita che da lì a poco sarebbe cambiata per tutti. Una chiesa moderna, con un ambone maestoso, in marmo bianco; un altare anch’esso bianco con ornamenti rosa, come i marmi delle lesene e una balaustra di una finezza squisita, in vetro e ferro battuto nero. Una chiesa senza statue, senza quadri, senza armonium, senza banchi, senza sedie, (se non quella che qualcuno si portava dietro), una chiesa francescana nel senso stretto della parola, povera come eravamo noi: era la nostra chiesa, la chiesa della Marina di Badolato, nuova cittadina nascente dopo le due alluvioni del 1951 e del 1953.
14 marzo 1956, le porte si spalancano in tutta la loro larghezza e tutti, all’improvviso, ci siamo ritrovati “famiglia”, dove avremmo condiviso momenti di gioia, di serenità, e, purtroppo, anche di dolore, ma tutti insieme, come per farci forza, per non mollare, e, dove ogni persona che partiva, per cercar fortuna, creava un vuoto per tutti.
Quanti giovani sono passati tra queste mura? Chi li sa contare?
Alcuni sono passati in fretta, altri si sono fermati più a lungo; ma, quasi tutti, raggiunta la maggiore età, sono partiti per ragioni di studio o di lavoro, portandosi nel cuore la propria parrocchia, fissandola nelle memoria in mezzo ai ricordi più intensamente vissuti.
Gli anni della propria giovinezza sono sempre belli, ma hanno un sapore ancora più dolce, nel ricordo, se vissuti in una “buona compagnia” e nel lontano paese: e così è stato per i nostri cari ragazzi degli anni ’60-’70 che, oggi, dopo tanto tempo, rientrando per le ferie e incontrandomi ripetono: “Come erano belli quei tempi! Ricordate ricordate?”
E giù a ricordare, anche inezie, che nel ricordo assumono un sapore particolare e quanti ricordi! Ricordi di una vita fatta di niente, ma felice delle piccole, per noi, grandi cose fatte assieme, in un continuo movimento di generazioni che si rinnovavano e che, come tedofori, si passavano la fiaccola di mano in mano: mentre alcuni partivano altri venivano su e prendevano il posto di chi era andato via, in un rinnovamento continuo, senza soluzione di continuità, perchè dove c’è gioventù, -e Badolato era un paese fatto soprattutto di giovani- la staticità non può esistere.
Agli inizi di questa nostra comunità, facemmo tanto; dovemmo crescere in fretta, perchè gli adulti portavano una fede molto ferma, ma strettamente legata alle tradizioni e alle superstizioni popolari e i Padri Conventuali, cui era stata affidata la cura delle anime, fin dal principio, volevano dare, alla nascente chiesa, un volto nuovo; così noi, di cui alcune allieve o ex-allieve di Maria Ausiliatrice, o già iscritte all’A.C., per far cambiare qualcosa ci mettemmo a studiare seriamente i testi della Fede, ci inserimmo nell’A.C. diocesana e Nazionale, partecipando agli Esercizi Spirituali e ai Corsi di aggiornamento diocesani ogni anno così che ogni generazione che passava aveva le sue opportunità in parrocchia e in diocesi.
Anche a livello liturgico-sacramentale i giovani fummo dei veri protagonisti nella formazione della Comunità. Dapprima aiutati dai Padri, poi da soli, passammo dai canti tradizionali, un po’ storpiati, all’autentico gregoriano, e, senza traumi, dalle Missae in latino -spesso a più voci dispari- ai canti in italiano della Riforma Liturgica, creando sempre nuovi cori con altrettante “divise” nuove, per ogni generazione.
Dopo il Concilio, verso la fine degli anni sessanta, coscienti che l’evangelizzazione per il laico è preminentemente “fuori le mura”, aiutati da P. Nicola Criniti, (1968), ci demmo da fare per l’inculturazione della Fede iscrivendoci alla “Domus Christiana”, movimento della Pro-Civitate Christiana di Assisi e portando avanti convegni culturali aperti ai paese vicini e tavole rotonde, ecc.; fondavamo, poi, il primo “Centro Culturale” di Badolato Marina (1974), per un dibattito serio sui temi di attualità, lasciando largo margine anche ad attività ricreative e teatrali; contemporaneamente, sollecitati da don Gerardo Letizia, salesiano, ci aprivamo alla missionarietà e alla carità, lavorando per l’Operazione missionaria “Mato Grosso” e partecipando ai pellegrinaggi col treno bianco per Lourdes (1975), ecc. Non si rifiutava, in seguito, (1979/80) l’opportunità di portare avanti la rubrica religiosa settimanale “La verità vi farà liberi” nella locale “Radio Pulsar”, cui facevano parte come fondatori parecchi giovani della parrocchia.
Ora dove sono quei giovani?
Sono cresciuti, sono diventati papà, mamme, nonni, professionisti, onesti lavoratori sparsi per il mondo; ma dentro di loro c’è sempre un posto riservato alla parrocchia lasciata 40, 30, 20 anni fa; il loro cuore pulsa ancora per la propria chiesa, perch`è essa è stata un vero punto di riferimento; ognuno di loro sente di averne costruito un pezzettino, sente di averne scritto una pagina e, come per tutti dopo un certo tempo i ricordi belli riemergono, anche per questi giovani il ricordo del proprio vissuto non poteva non accendere la memoria del passato e proprio in questi ultimi anni sorge in tutti, quasi all’unisono, il desiderio di riprendere quel dialogo interrotto involontariamente anni fa, di ritessere quella tela rimasta sospesa.
Ma come?
Qualche anno fa un primo approccio, per opera di un gruppetto, ma niente di fatto. E quale imput più forte dell’avvicinarsi del 50` anniversario di apertura al culto della nostra chiesa per dare corpo all’idea e questa volta con più concretezza?
Qualcuno nell’estate scorsa ricorda questo avvenimento e, con un semplice passa parola raggiunge un gruppo di una ventina di persone che si incontrano nel cortile della vecchia canonica -precisamente il 19 agosto 2005- dove una volta c’era un giardino. Basta un incrocio di sguardi e in un attimo negli occhi di tutti brilla una luce antica e nuova: sessantenni insieme a ventenni ritornano a essere quei ragazzi birboni e vivaci di un tempo. Si parla, si ricorda, si ride, si raccontano aneddoti e nasce spontaneo da parte di tutti il desiderio di una grande Convocazione specie con i più lontani, per riprendere le fila, per dirci che ci siamo, ma soprattutto per riaccendere la memoria del cuore mettendo insieme le nostre storie.
L’entusiasmo prende nel profondo, ma come raggiungere tutti?
Per i “vecchi giovani” ciò non costituisce un problema: c’è il locale trimestrale “La Radice” che arriva in tutto il mondo dove ci sia un Badolatese, e poi c’è Internet e, infatti, proprio nel giorno dell’anniversario del 50° -il 14 marzo u.s.- arriva il “dominio” di un Sito tutto nostro dal titolo www.ricordando.net
Ed ora? Al lavoro!
Incominciamo a mettere insieme i nostri ricordi, a testimonianza per le generazioni future, inviando foto; scrivendo pezzi di storia vissuta, esperienze, ecc. o anche piccoli aneddoti; contattando quanti più amici possiamo raggiungere, in attesa dell’ incontro estivo (tra il 16 e il 20 agosto) quando, tutti insieme, a Dio piacendo, ci raduneremo per festeggiare pure noi, specie gli “emigranti”, la nostra bella chiesa, non fatta di mattoni, ma di pietre vive, costituite da ognuno di noi.
Sembra strano ricordare così la nascita e la crescita di una parrocchia, ma per chi l’ha vissuta come me, attimo per attimo, con trepidazione, attesa, fatica, gioia, dolore e grande responsabilità, cercando di essere soltanto un filo conduttore, tra le varie generazioni, godendo del sano protagonismo dei giovani, aiutando al momento giusto e lasciando fare a loro, a tanti anni di distanza, non ne vede la distanza, tutto sembra presente e, quella sera dei festeggiamenti ufficiali -19 marzo 2006- non ha potuto trattenere la commozione interiore che l’invadeva come un fiume, mentre come in un film vedeva i diversi volti delle persone che non ci sono più, di quelle che se ne sono allontanate e di quelle che sia in parrocchia, sia sparse nelle varie parti del mondo continuano a essere impegnate nella pastorale, nella promozione umana sotto qualsiasi forma e nell’educazione dei giovani in qualsiasi campo.
Intanto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a fare bella e meravigliosa la storia della nostra chiesa, dai sacerdoti al più piccolo dei ragazzi che con il suo sorriso ha dato qualcosa a ognuno di noi.
Luisetta Caporale
“La più antica”


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