Data: 30/06/2007 - Anno: 13 - Numero: 2 - Pagina: 15 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Pietro Scuteri senior (Altri articoli dell'autore)
(Proponiamo ai nostri lettori il pezzo che segue fattoci avere dal nostro presidente Pietro Scuteri, che ha riassunto e dato forma personale ad un episodio di mitologia classica che riguarda una zona non molto distante da noi.)
LE CICALE MUTE Sul versante jonico della provincia di Reggio Calabria scorre un torrente (una volta fiume) che viene chiamato “Amendolea” e che un tempo veniva chiamato Halex e segnava il confine tra i territori di Reggium e di Locri Epizefiri, potenti e floride città della Magna Graecia, sempre in lotta tra loro. Diversi e diversi secoli or sono, una calda mattina di agosto, Ercole, reduce da una delle sue epiche fatiche, giunse sulla riva destra del suddetto fiume. Attratto dalle “chiare e fresche acque” si levò la corta tunica e si tuffò per rinfrescarsi e dissetarsi. Dopo una lunga nuotata, si distese al sole per asciugarsi e, quindi, rivestì la corta tunica e raccolse delle foglie secche con le quali fece un giaciglio sotto le argentee foglie di un annoso ulivo. Si distese sul comodo giaciglio preparato per schiacciare un pisolino e così riposare le stanche membra, ma, malgrado il comodo giaciglio, la stanchezza e la volontà, il sonno non veniva perché le molte cicale, che chiassosamente frinivano, non glielo permettevano. Seccato si rivolse al padre, Giove, pregandolo di intervenire e di fare smettere le cicale per dare a lui modo di riposare. Giove subito ordinò alle cicale di non cantare ed esse, immediatamente smisero. Non per un’ora, un pomeriggio o un giorno, ma per sempre. Da allora le cicale che vivono sulla riva destra dell’Amendolea sono mute, quelle che vivono sulla riva sinistra, invece, riempiono agosto con il loro monotono cicalio. Questa è la leggenda. Pare però che ancora oggi le cicale che vivono sulla riva destra siano “mute” al contrario di quelle che vivono sulla riva sinistra. Mi corre l’obbligo di riferire un’altra leggenda sul mutismo delle cicale che vivono sulla riva destra del fiume Halex, oggi Amendolea. Si narra che San Paolo, dopo la folgorazione sulla via di Damasco, girò in lungo ed in largo il mondo allora conosciuto per predicare la parola di Cristo. Nel suo lungo pellegrinare andò anche a Reggio dove fu molto ben accolto e vi si trattenne per molto tempo. Mentre era a Reggio, un giorno decise di andare a Locri e vi si avviò a piedi. Giunto nei pressi del fiume Halex, vi trovò adunata molta gente che vi era venuta dai vari villaggi vicini per salutarlo ed ascoltarlo. Si fermò, prese fiato, ed incominciò a predicare. Ma le sue parole venivano male percepite dagli ascoltatori per il rumoroso frinio delle molte cicale. Allora San Paolo le pregò di zittirsi e lo fecero per sempre. |