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Data: 31/08/2015 - Anno: 21 - Numero: 2 - Pagina: 19 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

ANCORA STORIA SALVATA PER CASO (n. 5)

Letture: 432               AUTORE: Franco Muià (Altri articoli dell'autore)        

ANCORA STORIA SALVATA PER CASO (n. 5)
Raccontateci le vostre storie, fanno parte della nostra storia.

Riprendiamo, dopo una pausa, a parlare
delle vecchie lastre fotografiche ritrovate. Molti
di questi “negativi” rappresentano fotografie
scattate per motivi di identificazione all’espatrio,
da apporre quindi sui passaporti degli emigranti.
Questi passaporti erano spesso dei veri e propri
fogli di via, validi solo per una nazione, la
destinazione di emigrazione, e immediatamente
annullati all’atto dell’ingresso nel nuovo paese.
Ma questa è un’altra storia.
Questa volta non mostriamo ritratti ai fini di
identificazione delle persone, ma ci concentriamo
invece su alcuni che già sappiamo essere emigrati
da Badolato. Di queste persone vorremmo
sapere qualcosa di più, quindi chiediamo a chi
li ha conosciuti di raccontarci qualcosa di loro.
Riteniamo che la maggior parte delle foto si
riferisca agli anni ’30 del 1900, un periodo in
cui la destinazione principale di emigrazione era
l’Argentina. Ancora qualcuno si muoveva verso
gli Stati Uniti, che però avevano già messo in
atto restrizioni all’emigrazione. Ecco qualche
esempio di emigrati verso questi due paesi.
Dell’uomo rappresentato nella prima foto
sappiamo che era della famiglia Niglio, e
che prima di emigrare in Argentina abitava a
Cardàra, dove il padre lavorava per la ferrovia.
Il casello ferroviario di Cardàra era allora uno
dei pochi insediamenti, abitati da lavoratori delle
FS, nella non ancora urbanizzata Marina, detta
più precisamente Badolato Scalo. Non sappiamo
però il nome proprio di questa persona, né se è
emigrato poco dopo la ripresa fotografica oppure
in anni successivi.
Il bambino della seconda foto si chiama
Tommaso Cossari “Ricciulìhṛu”, che sappiamo
nato nel 1931 ed emigrato verso gli Stati Uniti
a metà degli anni ’30. Era partito insieme alla
sorella Candida, nata nel 1925 e della quale
anche abbiamo la foto, per ricongiungersi con il
padre già da tempo residente negli Stati Uniti.
Ringraziamo il professor Squillacioti per aver
svolto le indagini per risalire ai dati anagrafici
dei due fratellini, che peraltro si è scoperto
essere ancora iscritti come residenti a Badolato
nel 1986, cinquanta anni dopo la loro partenza!
Vorremmo anche ricordare un altro emigrato
in Argentina, che è poi rientrato a Badolato e
che è recentemente mancato. Lorenzino Loiero
“Piuri”, che avevamo incontrato qualche tempo
fa per conversare sulla sua foto da giovane e su
quelle dei fratelli anch’essi emigrati in Argentina,
dove sono rimasti. Anche su di loro attendiamo
qualche ricordo. Ci risulta che una di loro vive a
Filadelfia (USA).
In chiusura: abbiamo fino ad ora reperito 108
lastre fotografiche in vetro, delle tante perse o
distrutte. Sappiamo che ne esistono ancora molte
altre, conservate da altre persone. Ricordiamo
che queste lastre così come sono sembrano
solo vetri anneriti e non permettono di vedere
le immagini raffigurate, se non con un procedimento, non da tutti fattibile, che permette di
visualizzare e di trasferire le immagini in formato digitale. Vorremmo poter “riportare alla
luce” altri ritratti e altre storie, fanno parte della memoria di tutti e sono patrimonio di tutta
la comunità badolatese. Preghiamo quindi chi ne ha di farle avere alla nostra Associazione.
Dopo il processo di digitalizzazione le lastre verranno restituite a chi ce le ha fatte avere, e i
ritratti e le immagini saranno pubblicati e diffusi a cura de “La Radice”, così da poter essere
disponibili per tutti.
Franco Muià
(Non ce ne sarebbe bisogno, ma mi fa piacere unirmi all’appello dell’amico collaboratore
Franco Muià che, pur non essendo badolatese, sta portando avanti con tanta passione
un lavoro altamente meritorio per la storia di tutti noi, e di coloro che verranno dopo.
Un particolare grazie vada all’amico Franco, ma soprattutto agli amici che, avendone la
possibilità, rispondono all’appello. - Vincenzo Squillacioti)


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