Data: 30/04/2019 - Anno: 25 - Numero: 1 - Pagina: 20 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
MOSTRA “ARTE E FEDE” A GERACE Presente anche una delegazione di Badolatesi |
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AUTORE: Guerino Nisticò (Altri articoli dell'autore)
È stata inaugurata Mercoledì 10 Aprile 2019, presso il Museo Diocesano di Gerace, la Mostra “Immagini dei Santi Taumaturghi in Calabria dal XVI al XIX Secolo”. La mostra, aperta sino al 30 giugno 2019, è stata ideata e curata da Giuseppe Mantella (responsabile del Comitato scientifico) ed è stata realizzata a conclusione del triennio 2016-2017-2018 del progetto “Un’ Estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri - Gerace”. Un progetto di notevole rilevanza artistica e culturale, promosso da S.E.R. Mons. Francesco Oliva, finanziato e sostenuto dalla Regione Calabria, particolarmente caratterizzato dall’attività formativa svoltasi con il patrocinio della Pontificia Università Gregoriana e con relativa partecipazione di tanti studenti-restauratori. Una mostra pazzesca, bellissima, collocata nel Museo Diocesano accanto alla grandiosa e straordinaria Cattedrale di Gerace. La mostra ha al centro il tema dei Santi Taumaturghi, ed è il risultato del progetto “Arte e Fede - III edizione”, nato dall’intuizione del noto restauratore nato a Badolato da madre badolatese Giuseppe Mantella che ha messo su un corso di restauro con un partenariato prestigioso e sorretto in primis dalla diocesi di Locri-Gerace, da Università e istituzioni culturali di tutta Italia: un esempio di buone pratiche di tutela e valorizzazione dei beni culturali. Presente all’inaugurazione della mostra anche una delegazione di Badolatesi, con rappresentanti delle Istituzioni e di varie Associazioni, per un abbraccio simbolico fraterno e di comunità a Giuseppe Mantella e per una visita alla mostra che vede la presenza dell’importante tela intitolata “San Nicola di Bari” (proveniente dal Museo Capodimonte di Napoli; opera originariamente collocata a Napoli presso la Chiesa di San Domenico Soriano - Cappella Gallo), realizzata nel 1653 dal famoso pittore calabrese Mattia Preti su commissione del notabile professore badolatese Gian Domenico Coscia e dalla consorte Isabella Gallo. Notizia, quest’ultima, che è ufficialmente emersa dalle ricerche e dai ritrovamenti documentari degli studiosi Clifton e Spike che hanno inoltre consentito di riconsiderare l’attività napoletana di Mattia Preti e di rileggere sotto nuova luce anche alcuni vecchi e noti documenti. È il caso, infatti, del pagamento di quaranta ducati fatto il 20 dicembre 1653 da Isabella Gallo -a seguito di un altro in contanti di dieci- per un dipinto raffigurante appunto un “San Nicola di Bari” per la Chiesa di San Domenico Soriano. Pagamento interpretato tradizionalmente come dovuto al pittore per un dipinto inviato ma non eseguito a Napoli, dal momento che all’epoca si faceva coincidere l’arrivo di Preti in città con la peste del 1656. Giunto invece già nella primavera del ’53, il pittore stringe i suoi primi contatti con l’ambiente dei Calabresi, suoi compaesani, e di conseguenza con San Domenico Soriano che fungeva da chiesa di quella comunità, e per la quale Preti esegue gli affreschi della cupola, andati purtroppo perduti. La Isabella Gallo citata nel documento, seguendo i desideri del marito, acquista il 16 giugno 1649, per 150 ducati, la cappella di San Nicola nella chiesa dei Calabresi, decorata in marmo e stucco da Bernardino Landini e Silvestro Fajella e affrescata da Giacinto de Populi (Ascione 1980, pp 165-166). In quella cappella si può ancora ammirare la monumentale tomba in cui riposano i resti mortali di Mattia Preti, “Il cavaliere calabrese” di Taverna. (Fonte: Museo e Gallerie nazionali di Capodimonte, Dipinti del XVII secolo – La Scuola Napoletana, Edizione Electa Napoli, 2008).
(Una serata “storica” quella del 10 aprile trascorsa nella Cattedrale e nel Museo Diocesano di Gerace, con la presenza di rappresentanti di varie Istituzioni, e in compagnia di tanta gente interessata e attenta a seguire le relazioni prima e a godere dopo delle tante belle opere magnificamente esposte in mostra. La gioia era quasi tangibile nelle sale del Museo. Per quel che riguarda i tredici arrivati alla storica città di Gerace da Badolato, si aggiungeva l’apprezzamento e la stima e l’affetto per il maestro restauratore Pino Mantella che è stato l’anima non solo della non lieve fatica di organizzazione della mostra, ma anche del pluriennale lavoro per arrivare a quella meta, bella, ricca, esaltante. Per noi, inoltre, uno speciale motivo di compiacimento: l’essere stato un illustre Badolatese il committente della splendida tela raffigurante San Nicola di Bari (Stiamo pensando perché San Nicola e non San Domenico, o Sant’Andrea Avellino?) Di questo speciale evento il nostro dovere di ringraziare anzitutto l’amico Pino Mantella. E anche Pino Codispoti che da Capodimonte ci ha fornito quanto gli abbiamo chiesto per saperne di più. E Guerino Nisticò, che sta marciando bene, e che per l’occasione ha coordinato il viaggio a Gerace realizzato anche con il pulmino della CS Meta 2 concesso da Anna Larocca che pure ringraziamo. Per chiudere, per la storia non fa male “mettere in archivio”-questo è un periodico di Comunità- i nomi dei componenti la delegazione badolatese: Sindaco di Badolato, Gerardo Mannello; rappresentanti dell’Associazione Culturale “La Radice”, Aldo Gallace, Mario Ruggero Gallelli, Mimma Piroso, Vincenzo Squillacioti; referente della Comunità Terra Madre “Borghi in Comunità” di Badolato, Clara Giannuzzi accompagnata dal marito Lello Piccolo; referente del Polo di Badolato dell’A.Op.T.“Riviera e Borghi degli Angeli”, Guerino Nisticò; Roberto Giglio, artista e pittore; Imelda Bonato, film-maker e documentarista; Pasquale Carella; Sara Carella; Cecé Serrao - Ndd) |