Data: 31/08/2021 - Anno: 27 - Numero: 2 - Pagina: 42 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
LE ELEZIONI COMUNALI DEL 1985 E DEL 1987 |
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AUTORE: Pietro Cossari (Altri articoli dell'autore)
(Non è stato difficile per noi -senza consultare archivi vari- contare quante volte il popolo badolatese è stato chiamato ad esprimere il proprio voto in consultazioni elettorali (compresi 24 referendum) dal 2 giugno 1946 a oggi: 93 volte (s. e. od o.). E “La Radice”, nonostante le notevoli difficoltà relative agli anni 1946-1991 (anno in cui l’Associazione è nata e ha cominciato a operare), ha recuperato e pubblicato i dati relativi a 56 votazioni: il 60,22 %. Se, come e quando riusciremo a recuperare i dati relativi al restante 39,78 %... non lo sappiamo. Intanto, avendo avuto necessità (a richiesta) di conoscere i dati relativi alle votazioni comunali del 1985 e del 1987, ci siamo rivolti all’amico Pietro Cossari, valido nostro collaboratore, già direttamente impegnato in attività politica e ancora oggi molto versato: egli ha soddisfatto, come sempre, la nostra richiesta. E noi lo ringraziamo, come sempre, anche a nome dei nostri lettori. - Ndd) Così com’era avvenuto nel 1980, cinque anni dopo, il 12 e 13 maggio 1985, a Badolato si svolsero le elezioni amministrative, cioè, si votò per rinnovare oltre al consiglio regionale e provinciale anche quello comunale. Nell’ordine, i primi risultati a essere scrutinati furono le regionali, seguiti subito dopo dalle provinciali e infine, dalle comunali. Per queste ultime c’era una grande attesa perché gli amministratori uscenti della coalizione “Aratro” avevano chiesto all’elettorato una loro riconferma mentre i candidati nella lista del Partito Comunista Italiano l’avevano esortato a mettere la parola fine ad un’esperienza da essi giudicata molto negativa per il paese e quindi, a ridare fiducia al PCI che dal 1946 al 1980 aveva ininterrottamente guidato l’amministrazione della cosa pubblica a Badolato. Nel pomeriggio di lunedì 13 maggio, in tutte le otto sezioni elettorali, i cittadini appartenenti ai due opposti schieramenti seguirono con comprensibile apprensione i primi due scrutini per poi, fuori dai seggi del borgo e della marina, confrontare i risultati delle due consultazioni e abbandonarsi per quanto concerne l’esito delle comunali, alle più disparate previsioni. Nei vari computi ipotetici, l’unica certezza condivisa dai dirigenti delle due avverse formazioni fu però, quella di basarsi sui dati delle regionali perché davano il quadro reale della forza dei rispettivi partiti e di conseguenza, in base ai voti riportati da ogni organizzazione politica, si potevano prevedere i vincitori. Pertanto, furono attentamente analizzati quei numeri che vedevano su 3.057 elettori, 2.053 votanti i quali così si espressero: VOTI % PCI 1.172 48,87 DC 860 35,86 PSI 204 8,51 DEM.PROL 40 1,67 MSI-DN 35 1,46 PRI 25 1,04 LISTA LOCALE 25 1,04 PSDI 18 0,75 PLI 15 0,63 L.VEN.-ALL.I.P. 3 0,13 PART.NAZ.PENS. 1 0,04
Le schede bianche furono 74 e le nulle 105. Tale criterio di valutazione si rivelò esatto soprattutto per il PCI che confermò la sua forza. L’esito delle comunali fu, infatti, il seguente:
PCI 1.183 50,69 Aratro 1.151 49,31 Schede bianche 69 Schede nulle 20
Lo scarto fra le due liste fu di soli 32 voti, mentre nel 1980 era stato di appena 20. I consiglieri comunali eletti per la maggioranza furono: Ernesto Maria Menniti, Domenico Bressi, Pietro Frascà, Francesco Laganà, Antonio Cunsolo, Beniamino Zaffino, Raffaele Caporale, Michelangelo Anoja, Giuseppe Samà, Giuseppina Finocchiaro, Salvatore Marchese, Pasquale Lentini, Vincenzo Piperissa, Domenico Caporale, Giuseppe Gerace, Giuseppe Gallelli. Per la minoranza: Andrea Menniti, Antonio Parretta, Francesco Gallelli, Bruno Giuseppe Giglio. La giunta municipale fu poi formata da: Ernesto Maria Menniti (sindaco), Domenico Bressi (vice sindaco e assessore a Sport, Turismo e Spettacolo), Raffaele Caporale (assessore alla Sanità), Antonio Cunsolo (assessore ai Lavori Pubblici), Pietro Frascà (assessore all’Agricoltura), Francesco Laganà (assessore alla Pubblica Istruzione), Beniamino Zaffino (assessore al Commercio). I comunisti, però, poterono amministrare il Comune solo per un anno e mezzo perché a causa di un ricorso presentato dall’opposizione per alcune inadempienze verificatesi nelle sezioni elettorali numeri uno e quattro, cioè, la mancata timbratura e vidimazione delle liste dei votanti, il TAR, ovvero, il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria decise l’annullamento del voto nelle predette. Di conseguenza, per non esasperare la situazione in determinate e circoscritte zone del paese e per evitare indebite pressioni sugli elettori iscritti in quelle sezioni, i dirigenti comunisti decisero di far dimettere dieci consiglieri comunali per così indurre il Prefetto di Catanzaro a sciogliere l’intero civico consesso e quindi, far votare tutta la cittadinanza. Le dimissioni dei consiglieri furono ratificate nel consiglio di sabato 27 dicembre 1986 e il Prefetto, con il proprio decreto di giovedì 12 febbraio 1987, convocò per domenica 12 e lunedì 13 aprile dello stesso anno i comizi elettorali ai quali il PCI si presentò alleato con il PSI. Pomeriggio di lunedì 13 aprile 1987, dalle urne uscì il seguente verdetto popolare: Lista n. 1 “Uniti per progredire”: 1.004 voti 43,70 % Lista n.2 “PCI-PSI”: 1.293 voti 56,30 % Lo scarto fu di ben 289 voti. I consiglieri comunali eletti per la maggioranza furono: Bice Stancari, Pasquale Schiavone, Michelangelo Anoja, Domenico Bressi, Antonio Carioti, Vincenzo Piperissa, Rosa Teresa Lanciano, Raffaele Lanciano, Giuseppina Finocchiaro, Giuseppe Ermocida, Francesco Frascà, Elizio Vasile, Giuseppe Samà, Domenico Caporale, Vincenzo Caporale, Pietro Frascà. Per la minoranza: Domenico Antonio Pultrone, Andrea Giuseppe Gallelli, Andrea Menniti, Pasquale Paparo. Il nuovo consiglio comunale elesse poi sindaco Vincenzo Piperissa, vice sindaco Pasquale Schiavone e assessori: Michelangelo Anoja, Domenico Bressi, Antonio Carioti, Pietro Frascà, Raffaele Lanciano.
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