Data: 31/12/2009 - Anno: 15 - Numero: 3 - Pagina: 10 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
ANTONIO LAROCCA NELLA STORIA DI BADOLATO DAL 1945 AL 1976 |
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AUTORE: Nicola Criniti (Altri articoli dell'autore)
(Il 25 ottobre 2009, nei locali della Scuola “T. Campanella” di Badolato Marina, c’è stato un incontro-dibattito su “Il futuro attraverso la memoria - Ricordando Antonio Larocca”. Con il contributo di autorevoli personalità del mondo politico calabrese è stata tratteggiata la figura del badolatese Larocca, come politico e amministratore, ma anche come uomo del popolo per il quale ha lottato con passione e abnegazione. Un’occasione, questo incontro-dibattito, perché l’amico e collaboratore Nicola Criniti ne scriva -come meglio non è facile- per i lettori de “La Radice”.)
Antonio Larocca è stato il sindaco di Badolato negli anni 1970-76. Nato il 21 giugno del 1921 da famiglia contadina egli si iscriveva al partito comunista nel 1945 («ero affascinato dalle lotte del partito comunista», diceva), manifestando da subito una passione politica alimentata dall’intimo sconcerto per i soprusi dei proprietari terrieri nei confronti dei braccianti. Vessati e piegati dal lavoro sui campi, “premiati” con ripartizioni di fondi e frutti della terra semplicemente irrisori, i contadini badolatesi erano pure costretti ad indebitarsi e spesso ad emigrare per trovare i soldi per pagare i baroni. «Esisteva in me una specie di odio di classe verso questi agrari», diceva Larocca in un’intervista rilasciata a Mimmo Lanciano nel 1973. Quel quadro socio-economico di secolare ed immobile rassegnazione avrebbe cominciato a sgretolarsi con l’avvento della Repubblica, nel secondo dopoguerra. A metà anni Quaranta si emanavano i “decreti Gullo” (il comunista calabrese “ministro dei contadini”) che stabilivano migliori condizioni per il riparto dei frutti nei contratti agrari e provvedevano all’esproprio dei terreni mal coltivati e abbandonati a favore di cooperative contadine. Ma, in quegli anni, il dato che colpiva Larocca era quello politico. «Quando nel 1945-46 […] abbiamo cominciato a chiamare i contadini […] per avere una più giusta ripartizione dei prodotti, ci siamo trovati di fronte a una massa enorme che seguiva le nostre indicazioni». Trascinando i contadini dalla più apatica rassegnazione alla lotta, la sezione comunista otteneva i primi successi, proseguiti con lo sciopero per la campagna olearia (1947), l’occupazione delle terre a Badolato (1949) e l’episodio dello “sciopero a rovescio” (1950-51). Antonio Larocca - che nei tragici giorni di Melissa era proprio nel crotonese - avrebbe vissuto allora una prima fase di militanza, tanto epica quanto, per molti versi, incosciente, simile a quella dei molti giovani che in quel periodo guidarono PCI e contadini meridionali e di cui si può ritrovare uno spaccato nell’ultimo film di Giuseppe Tornatore, “Baarìa”. L’approvazione della riforma agraria nel 1950 esauriva quella fase di grandi eventi ma restava il dato, molto significativo, che tutte le lotte di metà anni Quaranta avrebbero definitivamente guadagnato al PCI il consenso dei contadini badolatesi, che si sarebbero rivelati il blocco sociale di riferimento per tutti gli ininterrotti successi comunisti a Badolato dal 1946 al 1980. Larocca, pur molto giovane, era ormai un valido dirigente del partito dove già nel 1946 era divenuto responsabile della “terza cellula” (a Badolato la sezione comunista era divisa in sette cellule), mentre nel 1946-47 guidava la locale “Federterra”, (l’intesa sindacale che univa le lotte di braccianti, contadini, microproprietari, mezzadri e coloni). Nel 1948 diventava segretario del PCI di Badolato, affiancato da una classe dirigente rinnovata con cui superava la crisi migratoria che toglieva forze e numeri al partito, mentre presso la marina (sorta dopo le alluvioni del 1951 e 1953) nasceva una nuova sezione. La forza del partito restava monolitica anche negli anni di crisi del comunismo internazionale (1953-56) e negli incerti anni Sessanta del partito nazionale, specie dopo la morte di Togliatti. Larocca che continuava il proprio impegno a favore delle classi subalterne specie contadine, si affermava come leader storico della sezione accanto ai nuovi giovani raccoltisi nella forte FGCI (Federazione giovanile comunista italiana) locale. Il suo prestigio si accresceva a livello provinciale - tanto da spostare la propria residenza a Catanzaro negli anni Sessanta dopo il matrimonio con Rina Trovato - dove ricopriva diversi incarichi nella “Alleanza dei contadini” catanzarese (1959-1970) e nel partito di cui diveniva responsabile di Tesoreria e del Basso Jonio. Tornato stabilmente a Badolato, ad inizio anni Settanta veniva candidato e scelto quale sindaco e, da primo cittadino, si confermava per le grandi doti di onestà e competenza che ancora oggi lo rendono un modello di senso civico ed incorruttibilità. La sua morte a 55 anni, durante il secondo mandato in seguito alle elezioni del 1975, avrebbe significato quasi simbolicamente non solo la fine della sua esperienza umana ma anche l’inizio di una fase di profonda difficoltà per il partito che, nell’arco di pochi anni, passava dai trionfi degli anni Settanta alla clamorosa sconfitta del 1980 per opera della lista “Aratro” (a guida DC-PSI), aprendo nuovi scenari nella politica locale. Il ricordo di Larocca resta oggi molto vivo. Una recente iniziativa del PD moderata da Franco Nisticò, il 25 ottobre 2009, ne ha ricordato l’opera e nel 1998 i DS gli avevano già intitolato la sezione. Ma non mancano considerazioni per un recupero più condiviso di questa figura, amata e sfortunata, finanche ipotizzando iniziative che ne leghino il nome ad una delle istituzioni per cui si era maggiormente battuto: quella scuola elementare che -terza in tutta la regione- nel 1974 avviava il “tempo pieno”, modello innovativo di organizzazione scolastica dai grandi significati sociali nella Badolato degli anni Settanta. A metà anni Ottanta la proposta di intitolargli la scuola veniva bocciata (dedicandola a “Tommaso Campanella”) ma forse oggi, a distanza di oltre vent’anni da quella rispettabile scelta, il tempo trascorso potrebbe riaprire una pacata discussione. Potrebbe più facilmente riconoscersi, in termini di assoluta obiettività, l’impegno per il progresso di una realtà -quella scolastica- così importante per Badolato, poiché ’Ntoni Larocca, uomo dal carattere mite ma politicamente deciso, di parte ma non fazioso, figlio del popolo e difensore delle istituzioni repubblicane, al di là delle fisiologiche contrapposizioni del suo tempo, appartiene senz’altro alla storia migliore di Badolato. |