Data: 31/12/2006 - Anno: 12 - Numero: 4 - Pagina: 3 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Gaetano Scalamandrè (Altri articoli dell'autore)
(Tra le tante poesie, raccolte in volume o in fogli sparsi, che gli amici ci mandano da ogni dove, possiamo pubblicarne solo qualcuna, e non solo per mancanza di spazio, cosa che peraltro spesso si verifica. Assicuriamo, però, che qualcuno di noi le legge, tutte o quasi. In ogni caso partecipano all’arricchimento della Biblioteca Comunale o a quella dell’Associazione. Sono centinaia le poesie dei tre volumi che ci ha mandato ill professore Gaetano Scalamandrè: noi abbiamo scelto quella che segue, una tra le tantissime che abbiamo letto e che ci hanno particolarmente emozionato.)
Contadine calabresi
Grande l’estate dove latte odora Spietata, mentre stagna nel giorno lungo il ficodindia. Chine effluvio d’uve e di cipolle, scava sulla terra al riverbero che avvampa rughe profonde la fatica, volti senza pietà la faccia, scuri di legno, come il solleone con gesti lenti pare screpola e spacca l’arida campagna. a sortilegi, a riti di esorcismi, non al lavoro muovano le braccia. E mute sulla terra che incatena. Ma se all’ombra si leva un canto, sono E sempre batte agli usci dei tuguri note piene d’amore la morte, mentre il vento come di morte, amara cantilena. spume di sale sibila tra i rami. Ma quando sopra un figlio a soprassalto 1959 scuote la casa o schianta largo un uomo di spalle, alzano antichi canti di lode, come di lamento.
Gaetano Scalamandrè (Da Poesie brevi e Altre poesie, Edizione d’Autore, Roma, 1999) |