Data: 31/12/2016 - Anno: 22 - Numero: 3 - Pagina: 48 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Se i paesi collinari (e montani) di Calabria, e non solo di Calabria, di cui tanto si parla e si scrive in questi ultimi decenni, si vanno spopolando sempre di più, sino all’estinzione, i motivi sono numerosi e di vario genere. Diciamo subito che, a parer nostro, uno dei motivi -non certo l’ultimo- è il trasferimento “interno”, nell’ambito dello stesso territorio comunale. E ciò avviene soprattutto, in forma quasi massiva, nei Comuni il cui territorio comprende anche una “marina”, che attrae per la pianura che tra l’altro facilita l’urbanizzazione, per le vie di comunicazione in genere più comode, per la spiaggia, per il mare. Molti lettori avranno già capito che in questo discorso cominciamo proprio da Badolato, con una marina già abbastanza urbanizzata, e il vecchio centro ormai quasi deserto. Non possiamo parlare di estinzione vera e propria, perché vari fattori lo tengono ancora in vita, anche se il paese sta diventando “altro”, in relazione a chi l’abita, alle attività, ai tempi, agli usi, al linguaggio… I Badolatesi che hanno per secoli costituito Badolato sino al 1951, non ci sono più: negli anni ce ne siamo “scappati” quasi tutti. Molti, forse i più, proprio verso la marina. Tra i pochi rimasti su, nel suo Palazzo, studioso inamovibile, Antonio Gesualdo, in compagnia della moglie, e dei suoi libri. A rappresentare la Badolato della Storia, dell’Araldica, della Borghesia, dei Secoli. La scorsa estate, però, è scappato anche lui, verso la marina. Non ha più sopportato -ci dice- la frenetica musica estiva, che invade ed assorda il centro soprattutto, per soddisfare esigenze varie di indigeni e stranieri. Il professore Gesualdo non ha più sopportato ciò che ritiene uno scippo di riposo e di pace, ed è scappato: l’ultimo transfuga badolatese. Ora vive a Badolato Marina, prigioniero in casa propria. Con tutto il tempo a sua disposizione -ci ha detto quando siamo andati a trovarlo per dargli il nostro benvenuto- per ultimare la correzione della terza bozza della sua Autobiografia che sarà stampata quanto prima da Abramo, di Catanzaro: 1.070 pagine che sono, in sostanza, “vera storia d’Europa e saggio di eccellente e impareggiabile scrittura in lingua italiana.” Così lui nell'atto del nostro cordiale commiato augurante riposo salute e serenità. |