Data: 31/12/2009 - Anno: 15 - Numero: 3 - Pagina: 24 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
IL CERTOSINO DOM MARTINO TORALDO |
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AUTORE: Leonardo Calabretta (Altri articoli dell'autore)
I certosini nati in Calabria sono diverse decine. Tra loro due sono nati a Badolato: Dom Urbano Fiorenza (1584-1640) e Dom Martino Toraldo. Dom Urbano Fiorenza viene menzionato da diversi storici, mentre Dom Martino Toraldo viene ricordato quasi esclusivamente dagli storici dell’Ordine certosino1. D. Martino nacque a Badolato intorno al 1453 dall’illustre famiglia dei baroni Toraldo ed ebbe per fratelli carnali Adamo, che fu presente quando i certosini ritornarono nella Casa di S. Stefano del Bosco2, e Francesco, rimasto miracolosamente illeso nella caduta dall’altissime balze della Città di Tropea3. Dopo aver conseguito in Napoli la laurea in utroque jure, Martino nel 1500 entrò nella certosa di S. Martino e vi fece la professione religiosa, guarendo subito, non senza meraviglia di coloro che lo avevano conosciuto prima, da un difetto di pronuncia (blesus lingua)4. Morigerato nei costumi, esatto nell’osservanza della regola, umanissimo nel tratto, fu nominato procuratore (= economo) della certosa di S. Martino a Napoli. Nel 1514 accompagnò il suo priore D. Luigi d’Aragona a prender il possesso della Certosa di S. Stefano del Bosco. Nel 1515 era procuratore della Certosa di S. Martino, quando, a seguito delle lamentele dei monaci e dei fedeli di Serra per il dono che l’abate cistercense Pietro nel 1224 aveva fatto della testa di S. Bruno alla Certosa di S. Martino, caldeggiò la restituzione delle reliquie alla Casa calabrese. Fu proprio per l’intervento del Toraldo che papa Leone X ne ordinò la restituzione il 16 dicembre 1523. Ritornato nella sua Casa di professione, fu destinato priore nella certosa di Padula. Vi dimorò con piena soddisfazione di quella comunità circa sette anni (1516-1523). Ritornato nella propria Casa, dopo qualche tempo fu chiamato a governare la Certosa di Chiaromonte (1528-1532). Dal 1533 al 1534 fu rettore della certosa di Serra e nel 1538, essendo ospite nella stessa certosa calabrese, vi fu nominato vicario. Non potendo tuttavia dimenticare la sua Casa di professione, cercò con calde istanze di ritornarvi. Esaudito nei suoi desideri, passò in silenzio, solitudine e contemplazione delle cose celesti gli ultimi giorni della sua vita terrena. Così, sazio di anni e lasciando di sé una fama immortale, morì nonagenario il 13 (18) novembre del 1541.
1. B. TROMBY, Storia critico cronologica diplomatica del Patriarca S. Brunone e del suo Ordine cartesiano, Napoli 1773-79, tomo decimo: 1, p. 155; TUTINI C., Prospectus historiae ordinis carthusiani, Viterbii 1660, pp. 142-143; L. LE VASSEUR, Ephemerides Ordinis Cartusiensis, Monstrolii, MDCCCXCII, IV, p. 384; P. BASTIN, La Chartreuse de St Bruno en Calabre d’après les Cartes des Chapitres Généraux, manoscritto, Archivio della Certosa di S. Stefano del Bosco (senza data). 2. B. TROMBY, o.c., tomo nono, p. 330. 3. TUTINI, o.c., pp. 136-137. 4. TUTINI, o.c., pp. 142-143. |