Data: 31/12/2017 - Anno: 23 - Numero: 3 - Pagina: 6 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
IL PENSIONAMENTO “RITIRO O RIPRESA” |
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AUTORE: Vittorio Bonacci (Altri articoli dell'autore)
Terminare la carriera lavorativa resta nell’immaginario collettivo come un evento conclusivo, certificato spesso con “rituali di uscita”, organizzati negli ultimi giorni di presenza nel posto di lavoro. Spesso il “fine lavoro” viene vissuto in modo traumatico. In realtà esso non è, e non deve essere, il capitolo conclusivo della vita passata, quanto piuttosto un passaggio da uno stato di vita ad un altro trovando e ricercando nuove forme di crescita cognitiva ed affettiva. Secondo gli psicologi le modalità di gestire questo passaggio si possono concretizzare in due categorie: - Approfittare del tempo libero come un nuovo inizio gestendo nuove risorse dedicandosi alla cura di relazioni interpersonali; - Chiudersi in stessi avvolgendosi nella rinuncia, diventando così apatici e depressi. In realtà ci sono varie modalità di gestire il “fine lavoro”. Ma è importante affrontare questo passaggio come un processo di transizione pensando a nuovi progetti per vivere in modo positivo questo nuovo periodo del ciclo vitale. Numerose e varie sono le attività e le modalità praticabili. È importante staccarsi dalla routine precedente ed essere disponibili verso le nuove occasioni, restare aperti alle novità, fare volontariato nel rispettivo ambito di competenza, esercizio fisico, viaggiare, visitare città e musei. In concreto tutto l’arco della vita è costellato di “piccole morti” e di “piccole nascite”. Con un grafico questi eventi si possono raffigurare come una linea con tratti discendenti e ascendenti. Questi tratti riguardano tutto l’arco della vita ed in particolare la fase del “fine lavoro”. Le prime riguardano le esperienze di sapore “amaro”: l’allontanamento di un figlio da casa, la fine di una bella vacanza, il tramonto di un’amicizia. Le seconde riguardano gli avvenimenti positivi: la lettura di un libro importante, l’avvio di una nuova amicizia, conservare la curiosità per le cose sconosciute, stupirsi davanti ad un fiore o una farfalla, la nascita di un nipote e l’esperienza di “essere nonni”. A proposito di quest’ultimo evento, è bene ricordare che i nonni, ricchi di esperienza, sono in grado di offrire un importante apporto per lo sviluppo della maturazione dei nipoti. Einstein afferma che “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarla a tuo nipote”. Certo, durante la fase del “fine lavoro”, bisogna essere consapevoli di non poter esplorare certi campi. Resta però importante proporsi obiettivi perseguibili per restare sempre <in cammino>. A questo proposito viene in mente la massima di Socrate, riportata da Platone: “ Lasciate che ci sdraiamo all’ombra di questo albero e ragioniamo” e anche quella di Emanuele Kant che, riecheggiando la sapienza socratica, afferma: “Lasciate che usciamo nel giardino e lavoriamo”. (Sogni di un visionario,1766). Per concludere si può dire che nell’arco della vita umana insieme al <tempo impegnato> (della vita lavorativa) c’è il <il tempo libero> (del pensionamento) che insieme costituiscono e rappresentano il <il tempo dell’uomo>. |