Data: 30/06/2022 - Anno: 28 - Numero: 1 - Pagina: 1 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
“…il pettirosso: nelle siepi s’ode / il suo sottil tintinno come d’oro” (da Àrano, di G. Pascoli. Il pettirosso ricorda probabilmente a molti la leggenda della spina che l’uccellino ha stappato dalla fronte di Gesù sul Golgota. E questo basterebbe a renderci più simpatico il già discreto uccellino, che condivide, tra gli uccelli, soltanto con i colombi e con le tortore la caratteristica di avvicinarsi agli uomini sino a farsi quasi prendere tra le mani. Forse è per questo che in dialetto badolatese viene chiamato “Pepparèhṛu”, cioè piccolo Giuseppe, buono e un po’ ingenuo, poco furbo, nient’affatto sospettoso e diffidente; termine che si distacca non poco da Giuseppe, Pino, Peppino, Pepé: quasi a ricordare -pensamento tutto personale- la figura di Giuseppe, così buono da accettare di fare il marito di Maria, che non è sua moglie, e padre di Gesù, che non è suo figlio. |