Data: 30/04/2014 - Anno: 20 - Numero: 1 - Pagina: 10 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Ulderico Nisticò (Altri articoli dell'autore)
Locri, arrivata per ultima tra le grandi città greche dello Ionio (inizi VII secolo) e minacciata da Reggio e da Crotone, fu costretta a una politica di espansione e ricerca di sbocchi e nuovi territori. Tali vicende politiche ci riguardano in parte da vicino, e in quest’ottica ne parliamo. Plutarco e Polieno c’informano che, appena giunti, i Locresi dovettero combattere contro i Siculi, ora in campo aperto ora ricorrendo agli inganni. Saranno stati i Siculi dell’Aspromonte, ma sappiamo che a Soverato, in località S. Nicola (oggi, Glauco o Sottovento) sono state individuate quelle che si ritengono tombe sicule. Alla metà del VI secolo, Crotone e Sibari assalirono e distrussero Siri, in soccorso della quale si era schierata Locri. Crotone per vendetta assalì Locri, e si narrò che armasse ben centoventimila uomini, marciando lungo lo Ionio. I Locresi chiesero aiuto a Reggio, e intanto la dea Persefone assicurò loro che non sarebbero stati sconfitti; quando per poca fede venne eretto un muro difensivo, la dea lo abbatté. Venuti alla zuffa sul fiume Sagra, l’immenso esercito di Crotone fu sconfitto da soli quindicimila uomini e dai Dioscuri. La notizia giunse prodigiosamente lo stesso giorno in Grecia. Questi eventi miracolosi suscitarono il commento ironico passato in proverbio: “Più vero della Sagra”, per dire il contrario! La Sagra si ritiene comunemente sia il fiume Torbido. Locri superò l’Aspromonte, e fondò Medma (Rosarno) e Ipponio (Vibo V.), per quanto queste si rendessero presto indipendenti e a volte ostili alla madrepatria. Il mito di Eutimo attesta che, alla metà del V secolo, Locri conquistò per qualche tempo Temesa (Amantea?), mentre Crotone si stabiliva a Terina (S. Eufemia - Gizzeria). In mezzo a questi eventi, è probabile che il Golfo di Squillace sia rimasto sotto l’influenza di Crotone. La modesta città fondata dagli Ateniesi come Skylletion dovette divenire, deduciamo noi con argomenti linguistici di cui più avanti, Skyllation in forma achea. Caulonia (Monasterace) appare indipendente e dalla parte di Crotone. La piccola Poliporto (Soverato) era legata a Scillezio o a Caulonia? Nemica di Crotone e presto anche di Reggio, Locri si accosta alla potenza di Siracusa, che, sconfitti i Cartaginesi a Imera nel 480, aspira al dominio della Sicilia e dei mari italiani. Durante la Guerra del Peloponneso, Atene compie due spedizioni in Sicilia: nel 424 e quella disastrosa del 415. Durante la prima, Atene ottenne un corpo di settecento Thurini; Crotone mostrò ostilità; Locri, alleata di Siracusa, scese in guerra; Reggio si schierò con Atene. Una stringata notizia di Tucidide c’informa di uno scontro tra navi ateniesi provenienti dalla Sicilia e i Locresi, avvenuto presso una fortezza sul fiume Alece. Strabone dice che era il corso d’acqua che divideva Locri da Reggio, e può essere l’Amendolea; altri pensa a una fiumara presso Melito. Se, al contrario, fosse il nostro Àlaca, significherebbe che Locri estendeva il suo potere, o almeno aveva dei presidi anche a nord di Caulonia. Il testo greco dice “peripòlion”, ma si discute se è un nome comune inteso come fortezza, o il toponimo Peripolio, attestante un insediamento. Poco dopo gli Ateniesi attaccarono il fiume Cecino, che viene identificato con l’Alece; ottenuta una vittoria campale contro trecento locresi, si ritirarono. Avvenne un altro scontro a “peripòlion”, ma sfortunato per Atene. Intanto Locri attaccava Reggio e giungeva a occupare per qualche tempo Messina. La guerra andò esaurendosi. Durante la spedizione del 415 i magnogreci restarono in disparte. Da lì a poco, Dionisio il Vecchio diviene tiranno di Siracusa; si divide la Sicilia con Cartagine; muove alla conquista dell’Italia. Sposa Doride di Locri; Crotone, Caulonia e Reggio fanno lega contro di lui. Nel 388 Dionisio vince sullo Stretto, assedia Caulonia. Crotone invia una spedizione al comando del siracusano Eloride, che viene sconfitta all’Elleporo: lo ha ben studiato Vincenzo Squillacioti, e ci piace aderire alla sua identificazione con il Gallipari. Dionisio rase al suolo Caulonia e Ipponio, poi la stessa Reggio; e concesse a Locri il territorio di Scillezio. Locri si espande dunque almeno fino all’attuale Catanzaro. Ma l’impero di Dionisio non sopravvive a lui. Il figlio suo e di Doride, Dionisio il Giovane, viene cacciato da Siracusa, si rifugia a Locri dove dà prove di crudeltà; viene a inseguirlo Dione, e si scatena una guerra di tutti contro tutti. Intanto erano tornati i Cauloniati deportati in Sicilia da Dionisio il Vecchio, e avevano rifondato la loro città. Per quanto tempo Locri mantenne i suoi domini settentrionali? A rispondere a questa domanda ci aiutano alcuni indizi e argomenti. I Bruzi, approfittano del turbamento generale delle cose, l’anno 356 si costituiscono in confederazione indipendente dai Lucani. Bellicosi, si estesero sopra alcune delle vecchie e ormai spopolate città greche: Temesa che diviene Tempsa e Temsa; Ipponio che diviene Veipunio; Scillezio, che, per divenire il latino Scolacium, si deve supporre venisse chiamato in qualche modo bruzio derivato da Skyllation, come dicevamo. Qui sono apparse tracce di presenza bruzia, ed è verosimile venisse minacciata anche Locri, se non la città stessa almeno i suoi possessi. La poetessa Nosside di Locri canta in un suo epigramma (VI, 132): “I Bruzi dalle loro misere spalle gettarono le armi / mentre venivano fatti a pezzi dai rapidi Locresi; / esse, cantando il loro valore nel tempio degli dei, / non provano nostalgia delle braccia di quei vili, che abbandonarono”: in un tempio sono appese come trofeo o voto delle armi tolte in battaglia a dei nemici bruzi. Dove sarà avvenuta questa battaglia? Dove correva, nel IV secolo, l’ondivago e mutevole confine di Locri? Fin dove si spingevano le spedizioni dei Bruzi? Cos’era rimasto del dominio locrese nel Golfo Scilletino? Deposte le velleità imperiali, Locri visse in età romana, ancora come centro industriale di ceramiche e laterizi; Scolacio assurse a “prima urbs Bruttiorum”; Crotone decadde: ma erano ormai città latine e nella pace romana. |