Data: 30/04/2008 - Anno: 14 - Numero: 1 - Pagina: 17 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
LA MIA CALABRIA MISCELLANEA DI SCRITTI INEDITI O GIA' PUBBLICATI |
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AUTORE: Francesco Badolato (Altri articoli dell'autore)
LA MIA CALABRIA MISCELLANEA DI SCRITTI INEDITI O GIA' PUBBLICATI di Francesco Misitano (Casa Editrice MARNA s.c., Barzago (Lc), I edizione 2008, pagg. 212, `DB 15,00)
Dopo i testi del Prof. Gerhard Rohlfs, già Professore di Filologia Neolatina all’Università di Tuebingen, poi Professore della stessa facoltà all’Università di Monaco di Baviera, che da illustre studioso visitò con pazienza certosina tutti i Comuni calabresi, la Calabria, ora, ne dispone di uno nuovo, a cura di Francesco Misitano, dal titolo: La mia Calabria. Il volume contiene una miscellanea di scritti già pubblicati in diversi giornali e anche un buon numero di inediti che arricchiscono l’opera. L’Autore apre il volume soffermandosi sia sulla descrizione del suo cognome, di origine greca, che sulle origini del suo paese natìo, Caraffa del Bianco, in provincia di Reggio Calabria. Quindi pone l’accento sulla regione Calabria che anticamente si chiamava Bruzio, mentre la vera Calabria era allora la Penisola Salentina, abitata dai Calabri. Dopo la conquista longobarda di detta penisola, nel Bruzio prevalse il nome Calabria per imposizione dei Bizantini che non volevano che il popolo di Costantinopoli venisse a sapere che avevano perso una provincia. Poi ricorda i figli del suo paese di nascita come, ad esempio, i Mezzatesta, i Verduci, i Pedaci, i Ceratti che amministrarono il borgo con elevato senso di responsabilità. Il libro è in sè una piccola enciclopedia storica che contiene una ricchezza di pezzi che illustrano tra l’altro anche l’etimologia delle parole per meglio capire il loro significato e la loro applicazione nei fatti descritti. Per esempio, egli chiarisce perchè i Calabresi ebbero nei secoli passati una cattiva fama, parla dei Centelles e la Baronia di Precacore, del Convento del Crocefisso a Bianco, della Storia del panettone, della Storia della patata, dell’Incendio del palazzo Battaglia a Caraffa del Bianco, della Croce di Polsi, della Dote delle nubende, dell’Arte dello scongiuro, della Storia della colomba pasquale, e così via. Misitano ricorda i grandi figli della Calabria, quali Tommaso Campanella, raffigurato in una leggenda iberica come Giuda Iscariota; Luigi Giglio, l’artefice del Calendario Gregoriano, e Francesco Simonetta detto Cicco, originario di Crotone, che fu per anni primo ministro del Ducato di Milano, sotto gli Sforza; come pure gli oriundi calabresi, l’imperatore Ottaviano Augusto e il grande poeta e drammaturgo inglese William Shakespeare. Del terremoto calabro-siculo del 1908 egli descrive in modo dettagliato la provenienza di tutti i padiglioni forniti dalla S. Sede e la loro sistemazione nei diversi centri sinistrati. Non manca di richiamare alla memoria Paul-Louis Courier che visse e descrisse, da ufficiale francese, le distruzioni e le efferatezze della campagna napoleonica in Calabria. Egli cita pure il viaggiatore tedesco Johann Heinrich Bartels che sentenzia che il Napoletano odia il Calabrese perchè questo “nei piccoli raggiri che mette in atto con furbizia” negli scambi commerciali “non si comporta da meno del suo contraente napoletano”. Un grande pregio del Misitano è di aver riesumato il cappello alla calabrese che, nelle rivoluzioni del 1848, fu l’emblema dei rivoluzionari italiani, ed anche tedeschi, che lo ricordano ancora, mentre in Italia, questo cappello, è completamente sconosciuto Quest’opera di gran pregio non deve mancare nella casa di ogni Calabrese e neppure nelle Biblioteche Comunali, dove ogni cittadino può recarsi a consultarla.
Besana in Brianza, 26 aprile 2008 Francesco Badolato |