Associazione culturale “La Radice”
Registrazione Tribunale di Catanzaro n° 38 del 12.04.1995



Home
Info
Autori
Biografie
Periodici
Cerca
Video
Link
Archivio
Lettere
Estinti
Gestionale
Articolo meno letto:
UN’ALBA DA MIA MADRE Dal balcone della mia casa, 17 marzo attorno alle sei Vito Teti
Autore:     Data: 30/04/2019  
WebCam su badolato borgo

Inserisci email per essere aggio Inserisci email per essere aggiornato


 LINK Culturali su Badolato:

Storia di Badolato a partire dai 50 anni della parrocchia Santi Angeli custodi di Badolato Marina, i giovani di ieri si raccontano.
www.laradice.it/bibliotecabadolato

Archivio di foto di interesse artistico culturale e storico - chiunque può partecipare inviando foto, descrizione e dati dell'autore
www.laradice.it/archiviofoto

Per ricordare chi ci ha preceduto e fà parte della  nostra storia
www.laradice.it/estinti


ACCETTIAMO:
  • MATERIALE da pubblicare o da conservare;
  • NOTIZIE storiche e d'altro genere;
  • INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale;
  • FOTOGRAFIE di qualche interesse;
  • SUGGERIMENTI, che terremo presenti;
  • CONTRIBUTI in denaro.

Visite:
Pagine richieste:
Utenti collegati:
dal 01/05/2004

Locations of visitors to this page

Data: 31/12/2006 - Anno: 12 - Numero: 4 - Pagina: 29 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

LA NUOVA CASA

Letture: 1198               AUTORE: Tota Gallelli (Altri articoli dell'autore)        

I giovani in procinto di matrimonio dovevano mettere su casa, la spesa andava ripartita in parti eque tra la famiglia dello sposo e quella della sposa.
Lo sposo arredava la casa con i mobili, a lui spettava l’abbigliamento della sposa per il giorno delle nozze, compresi gli indumenti intimi e quello del giorno successivo, i gioielli, meno la fede nuziale, il proprio abito, meno la camicia che spettava alla donna.
La sposa portava il corredo, un baule per mettere il corredo, una cassapanca (“u casciùni”) per mettere il raccolto e altre provviste; piatti e bicchieri ecc. da riempire la “vetrina” stoviglie da cucina e casalinghi; gli oggetti più importanti erano la caldaia, il recipiente per il bucato (“a grasta da vucàta”), una piccola zappa (“u zappunèhr1u do ranu”); ed ancora la corda e la scure per andare a legna, un sacco per andare al mulino a macinare il grano, e uno più piccolo (“a ciurma”) per raccogliere le spighe durante la mietitura.
Riguardo il letto: spettavano allo sposo i piedistalli di ferro, le tavole, la piena del saccone che poteva essere di paglia d’orzo o di foglie di granturco, il ripieno dei materassi di crine o di stoppa di ginestra o di lana, secondo le possibilità.
La ragazza controllava se tutto le era stato dato, altrimenti era lei ad averne le conseguenze, sia per la necessità d’uso, sia perchè doveva rendere conto al marito e alla suocera che le rinfacciavano di non aver portato la giusta dote.


E-mail:              Webmaster: www.giuseppecaporale.it               Segnalazione errori

Testi e materiale Copyright©
Associazione culturale La Radice
  www.laradice.it

Sviluppo e design Copyright©
Giuseppe Caporale
 www.giuseppecaporale.it

Tecnologie e software Copyright©
SISTEMIC di Giuseppe Caporale
 www.sistemic.it

Advertising e link support
by www.Golink.it

Golink www.Golink.it