Data: 30/09/2003 - Anno: 9 - Numero: 3 - Pagina: 43 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: DIREZIONE (Altri articoli dell'autore)
Qualche centinaio le comunicazioni epistolari ricevute nel trimestre. Numerosi, come sempre gli inviti a congressi, convegni, forum… cui “La Radice” partecipa con il proprio contributo che spesso va al di là della pur necessaria presenza fisica. Abbiamo ricevuto articoli (e simili), da Pino Durante (Vivo Valentia), Raffaella Boccacciari (Napoli), Emilio Pansarella (Roma), Antonio Loprete (Catanzaro Lido), Enzo Pedullà (Scandicci), Andrea Ermocida (Svizzera). Lettere per noi molto gratificanti abbiamo ricevuto da illustri personalità del mondo della cultura, quali il professore Tommaso Scappaticci dell’Università di Cassino, il professore Marcello Cesa-Bianchi dell’Università di Milano, l’architetto Lanfranco Piromalli del compianto professore Antonio, il nostro storico Antonio Gesualdo. Da Catanzaro ci ha scritto Giovanni Balletta, e da Crotone Francesco Parretta. Il preside Antonio Nardone ci ha scritto da Cassino. Ombretta Pittelli ci ha mandato da Giaveno il ricordo dell’amico Abdone, compianto suo papà. Da Varese ci ha scritto Verity Elston. Una bella cartolina ci è pervenuta dall’amico Mimmo Narda (in Australia). Dall’Argentina ci hanno scritto Nicola Carnuccio e Nicola Larocca. Vittorio Sorrenti ci ha regalato un bel racconto, che non depositiamo per ora in archivio, in quanto vorremmo più in là parteciparlo ai nostri lettori. Domenico Lequoque, di Isola Capo Rizzuto ma emigrato a Wetzikon, da sempre nostro lettore, ci ha partecipato, mediante la fotocopia di una pagina de “L’Isula” (mensile d’informazione e cultura), una sua esperienza di vita in cui ha miracolosamente beneficiato della protezione di Padre Pio, già prima che fosse dichiarato Santo. Impossibilitati a riportare l’intero lungo pezzo, ne diamo qui notizia, scusandoci con l’amico lettore, se non abbiamo altro spazio da dedicargli. Una non tanto curiosa lettera abbiamo ricevuto a firma di UN GRUPPO CITTADINI NON POLLI. Una lettera di denuncia, da non confondersi con le tante altre che riceviamo anonime, pure di denuncia, ma dal taglio e dallo stile che proprio non ci piace. Perciò non ne abbiamo mai scritto in questo periodico. Questa, invece, si può dire una lettera seria, nel contenuto e nello stile. Perché, allora, non la riportiamo? Senz’altro perché anonima. Ma anche perché investe la sfera politico-amministrativa, nell’accezione ristretta del termine, e noi abbiamo scelto , fin dall’inizio, di rimanerne fuori. Sebbene ci costi non poco, e si rischi anche di venire fraintesi, o di essere accusati d’inadempienza. L’argomento andrebbe senz’altro trattato dal “giornale che non c’è”. “La Radice” è da sempre altra cosa. Può non piacere, ma questo periodico è altro, e non soltanto per scelta del suo fondatore-direttore. |