Associazione culturale “La Radice”
Registrazione Tribunale di Catanzaro n° 38 del 12.04.1995



Home
Info
Autori
Biografie
Periodici
Cerca
Video
Link
Archivio
Lettere
Estinti
Gestionale
Articolo meno letto:
MOSTRA “ARTE E FEDE” A GERACE Presente anche una delegazione di Badolatesi
Autore:Guerino Nisticò     Data: 30/04/2019  
WebCam su badolato borgo

Inserisci email per essere aggio Inserisci email per essere aggiornato


 LINK Culturali su Badolato:

Storia di Badolato a partire dai 50 anni della parrocchia Santi Angeli custodi di Badolato Marina, i giovani di ieri si raccontano.
www.laradice.it/bibliotecabadolato

Archivio di foto di interesse artistico culturale e storico - chiunque può partecipare inviando foto, descrizione e dati dell'autore
www.laradice.it/archiviofoto

Per ricordare chi ci ha preceduto e fà parte della  nostra storia
www.laradice.it/estinti


ACCETTIAMO:
  • MATERIALE da pubblicare o da conservare;
  • NOTIZIE storiche e d'altro genere;
  • INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale;
  • FOTOGRAFIE di qualche interesse;
  • SUGGERIMENTI, che terremo presenti;
  • CONTRIBUTI in denaro.

Visite:
Pagine richieste:
Utenti collegati:
dal 01/05/2004

Locations of visitors to this page

Data: 31/12/2007 - Anno: 13 - Numero: 4 - Pagina: 4 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

L'OSPITE DI BADOLATO Racconto di Natale

Letture: 1275               AUTORE: Emilio Pansarella (Altri articoli dell'autore)        

Molto tempo fa, quando Badolato era una creatura vivente abbarbicata alla roccia della sua collina, e come rocce erano i suoi abitanti che testardamente la custodivano, la curavano, la rigeneravano dopo le alluvioni e dopo i terremoti che ne scandivano le ere; quando il carico era portato dal dorso degli asini, ed il peso dalla mente e dal cuore degli uomini che li guidavano; quando gli occhi, rivolti verso il mare laggi, non scorgevano case, stazioni e villaggi turistici, ma aranceti uliveti e campi strappati all'aria salmastra ed ai torrenti precipitosi che si contendevano la terra Molto tempo fa, in una vigilia di Natale, un uomo camminava lungo la strada deserta.
Era in cammino da molto tempo, perch era stato in una citt lontana per i suoi affari ed ora ritornava, stanco ma soddisfatto: nella borsa portava il frutto della sua attivit, un bel po' di denari che aveva ricavato grazie alla sua esperienza ed alla sua abilit nel trattare gli affari, perci non vedeva l'ora di arrivare a casa sua, per godersi il meritato riposo. Ma la giornata volgeva al termine, il passo dell'uomo si faceva pi lento e il suo sguardo faticava a scorgere gli elementi pi lontani del paesaggio, un po' perch scendeva la sera, un po' perch gli occhi erano appesantiti dal sonno. Avrebbe voluto fermarsi e riposare, ma dove?
La sua citt era ancora lontana, e non si vedevano case lungo il sentiero che percorreva. Questo suscit un po' di preoccupazione nel viaggiatore solitario, avrebbe accettato un rifugio qualsiasi, ma non ce n'era nessuno. Fece un po' di calcoli circa il tempo che era stato in cammino e il tempo che solitamente impiegava per compiere quel viaggio: si rese conto che era andato troppo piano, forse perch la giornata era stata bella, forse perch si sentiva appagato per il guadagno realizzato e si godeva questo sentimento, camminando lentamente. Ma ora si pent di non essere stato pi svelto, gli venne la paura che la notte avrebbe portato col buio qualche pericolo per la sua incolumit e per quanto custodiva nella borsa. Se la strinse al fianco, sotto il braccio, e si ferm a guardare: dove avrebbe potuto riposarsi?
Il luogo in cui si trovava era una vasta radura priva di abitazioni e di qualsiasi costruzione: non una rimessa, non una capanna, non un muro fra i campi. Dove avrebbe potuto dormire? Per giunta, non vi erano alberi che offrissero almeno una parvenza di riparo, cos l'uomo si ferm sul ciglio della strada a pensare, ma non gli veniva in mente nulla: certo non poteva rimanere sul sentiero e rischiare di essere sorpreso nel sonno da qualche malintenzionato, n poteva allontanarsene troppo, col buio avrebbe perso l'orientamento. Cominci a pregare.
"Signore, aiutami Tu. Tu che in una notte come questa hai trovato, per nascere, un ricovero umile ma sicuro. Fai trovare anche a me un riparo che vada bene per questa notte, qualunque esso sia, non importa quanto piccolo, purch possa ospitarmi ed io possa riposare al sicuro". Si guard intorno e fantastic su quello che avrebbe potuto trovare: una grotta, un giaciglio erboso fra due alti massi, il cavo di un tronco d'albero. In ogni caso, sarebbe stato un rifugio piccolo e stretto, ma sufficiente. Concluse la sua preghiera: "Domani far un'offerta alla chiesa: tre delle monete d'oro che porto con me, per quante braccia misurer la distanza tra il mio fianco e la parete del ricovero che vorrai concedermi".
Riprese a camminare ancora pi lentamente di prima, ormai non ci si vedeva quasi pi, ma era contento per essersi rivolto all'Unico che avrebbe potuto aiutarlo, ed era fiducioso che l'aiuto sarebbe venuto.
Pass un'ora, il buio era totale e la via immersa in un silenzio che, quando l'uomo ferm i suoi passi, si fece assoluto. Rimase cos, in piedi, con gli occhi rivolti verso le stelle che brillavano intensamente nel cielo senza luna, milioni di stelle luccicanti ma fredde, non riscaldavano la sua solitudine. Il suo animo si fece pesante, piano piano sent che cedeva ed infatti, lentamente, pieg le gambe e si lasci cadere. Si distese appoggiandosi sul gomito, la borsa sotto il braccio. Il cielo ad un palmo dal suo volto, le stelle erano scese a guardarlo curiose, indifferenti al suo debole lamento. Qualche singhiozzo lo fece sobbalzare, uscendo dalla sua bocca aperta in un'espressione disperata; si diffondeva nel vuoto intorno a lui, per ritornare d'improvviso con uno scricchiolio secco e vivace: com'era possibile? Dove si ripercuoteva il suono che producevano i suoi singhiozzi, per trovare l'eco che glielo rimandasse? Eppure lo scricchiolio si faceva pi forte, poi divenne un trapestio, sempre pi vicino, infine cap che qualcosa avanzava sul terriccio e sui sassi che coprivano il sentiero.
Si mise seduto, e vide una debole luce venirgli incontro oscillando.
La luce aumentava d'intensit insieme al rumore e proprio nell'istante in cui cap che era una lanterna, gli apparve la carrozza. Balz in piedi e agit le braccia gridando:
"Ferma, ehi! Ferma!"
Il cocchiere tir il freno e ritrasse le briglie, facendo sollevare il capo ai cavalli: quando il mezzo fu fermo, si chin dalla sua postazione per vedere meglio e punt il frustino verso l'uomo che gli aveva sbarrato il cammino.
"Chi diavolo sei? Cosa ti salta in mente di metterti di traverso alla mia carrozza? Ho rischiato di travolgerti!"
"Perdonami, amico ero cos stanco che le mie gambe sono andate gi insieme al sole che tramontato".
"Che succede? Perch ci siamo fermati?" chiese una voce di donna all'interno del mezzo.
"Un viandante in mezzo alla strada, signora O si perso, o non sa come proseguire il cammino. In ogni caso avrebbe bisogno di aiuto".
"Che salga, allora, ma non restiamo qui. Fallo salire" ripet, "e ripartiamo il pi in fretta possibile. Ma tieni gli occhi bene aperti, mi raccomando!".
Il cocchiere scese ad aprire lo sportello della carrozza ed aiut l'uomo a salire, poi mont a cassetta e fece ripartire i cavalli. I due animali erano stanchi, si mossero controvoglia, poi presero una buona andatura e il viaggio prosegu in velocit.
A bordo della carrozza i passeggeri scambiarono qualche parola, poi tacquero. L'uomo sedeva al fianco della signora che l'aveva fatto accomodare con grande cortesia, ma ora era girata dall'altra parte e guardava nel buio fuori dal finestrino, assorta nei propri pensieri. Lui pens di essere stato fortunato: aveva temuto per la sua sicurezza, credendo di dover passare la notte di Natale all'addiaccio, ora sedeva al fianco di una graziosa dama ed una agile carrozza lo portava al sicuro. Gli venne in mente che avrebbe dovuto ringraziare il Padreterno per la svolta che avevano preso le cose. Infatti lo fece. Poi si ricord della promessa fatta, e subito se ne rallegr. "In effetti, ho trovato il riparo che ti avevo chiesto, Signore ed il mio braccio pu staccarsi dal fianco, ma solo per poco, perch subito incontra il fianchetto imbottito della carrozza, di qua". A questo punto, l'uomo sorrise guardando dinnanzi a s e smise di pregare, ma il suo pensiero continu: "E da quest'altra parte, non posso proprio muoverlo il braccio, se non voglio mancare di riguardo ad una signora tanto gentile ed altruista". Abbass lo sguardo di traverso da questa parte, sbirciando la spalla della donna seduta accanto a lui.
Era un po' sorpreso per questa constatazione, non poteva distendere un braccio, n di qua, n di l! Se ne compiacque e allung le gambe dinanzi a s, abbandonandosi sul sedile e chiudendo gli occhi soddisfatto.
Quando li riapr fu colto da un senso di smarrimento: la carrozza percorreva una strada stretta fra un alto muro ed un precipizio; svoltava nel tornante con i cavalli che pestavano nel fango, per produrre lo sforzo necessario al tiro; superava dei capannelli di uomini vestiti di scuro che si giravano a guardarla, per indovinarne i passeggeri; faceva girare il capo alle donne, coperte di scialli e di mantelli, che sulla soglia di casa reggevano pesanti pezzi di legna da ardere e ceste, nelle quali portavano nuovi ingredienti per la loro cucina, gi animata da luci e profumi e dal calore della festa. Quando si ferm davanti al portone di legno massiccio dipinto di verde, dal quale mandavano riflessi di luce le maniglie di lucidissimo ottone, c'era appena lo spazio perch la portiera fosse aperta dal cocchiere e perch questi potesse agevolare la discesa della signora, bussare, salutare con deferenza, ed attendere che ella entrasse nella sua residenza. La signora si volt a guardare il viandante che aveva ospitato, per dargli l'opportunit di ringraziarla e di salutarla: cosa che l'uomo fece scuotendosi dal torpore che l'aveva preso, poi scese a sua volta dal veicolo e con la sua preziosa borsa sottobraccio, rivolto un ultimo inchino alla dama gentile che l'aveva condotto fin l, prese a camminare verso un'osteria o un locale qualsiasi che l'accogliesse per quella notte.
Solo dopo aver percorso avanti e indietro tutte le vie del paese si rese conto che per la notte di Natale non vi sarebbero stati locali aperti oltre quell'ora, visto che tutti si muovevano in fretta, si scambiavano un saluto o un augurio e poi si infilavano nelle loro case per attendervi la mezzanotte al riparo dal freddo. Ma lui non conosceva alcuno degli abitanti di Badolato. Non sapendo che fare, compr una forma di pane, cammin fino alla chiesa madre e vi entr per il portone spalancato, dal quale scaturiva una fonte di luce intensa creata dalle candele ardenti. Si sedette al penultimo fra i banchi a disposizione dei fedeli comuni e si sistem il pesante pastrano da cui era avvolto, aprendone il bavero della cui protezione in quel luogo non aveva bisogno, e si dispose ad aspettare.
Gli ultimi fedeli uscirono dalla chiesa osservandolo con benevola curiosit, ma solo il prete scambi due parole con lui. La chiesa sarebbe rimasta aperta per la Messa di Mezzanotte, il visitatore poteva certamente trattenersi l. Don Gaetano era incerto se interpellarlo circa le sue intenzioni per il resto della notte, ma si trattenne dal farlo: gli sembr inopportuno interrogare un signore che dall'aspetto appariva stanco e un po' smarrito, ma sicuramente non era povero e non gli mancavano le possibilit e le conoscenze in paese, per alloggiare convenientemente. Cos si ritir a sua volta, e la chiesa rimase aperta e luminosa, con quell'unico visitatore seduto l in fondo. Il quale tir fuori il pane, ne mangi un poco, poi sent il bisogno di ringraziare il Signore.
"Ecco" disse, "io credevo di essere solo, ma sono ospitato nella Tua casa. Temevo di rimanere nel buio, e vedo risplendere tante luci. Mi preparavo a tremare per il freddo e la paura, ma il brivido che avverto ora per il calore di questa gente semplice, che si prepara ad accogliere il Bambino Ges col dono del sorriso e tendendo il braccio verso chi ha bisogno".
Fu a questo punto che si ricord della promessa che poche ore prima aveva fatto al Signore, circa l'estensione del suo braccio e il contenuto della sua borsa. Ora, al suo fianco, c'era un grande spazio vuoto, ma non gli sembrava tale: avvertiva intorno a s la presenza quasi fisica della luce, dell'atmosfera, del silenzio carico delle preghiere degli uomini e delle donne, dei bambini che erano stati l e che si erano rivolti al Padre con umilt, con speranza, con convinzione. Allarg le braccia sollevandole un poco e si rivolse al Signore, lasciando che i suoi pensieri si aggiungessero a quelli dei Badolatesi che erano stati l prima di lui, cos che l'atmosfera della chiesa si arricch anche dei pensieri del visitatore sconosciuto seduto l in fondo. E l rimase, anche quando la gente cominci ad entrare per il rito della Mezzanotte.
Quando la prima Messa di Natale fu terminata era illuminato anche il presepe. Il prete salut i fedeli che uscivano, poi rimase solo con le statuine dei pastori che si rivolgevano al Bambino Ges e Gli facevano compagnia. Ma si accorse che un'altra persona era ancora l, al penultimo banco della chiesa: lo sconosciuto aveva chiuso gli occhi e dormiva senza accorgersi che stava rimanendo di nuovo solo.
Don Gaetano and a spogliarsi dei paramenti con cui aveva celebrato la messa, poi torn in Chiesa e vide che l'uomo era ancora l. Guard i pastori del presepe, guard ancora l'uomo. Si gratt la testa e poi decise: se i pastori del presepe erano accorsi davanti alla stalla dove sorrideva il Bambino Ges, per passare la notte con Lui, poteva farlo anche quell'uomo venuto da lontano. Spense le luci delle lampade, lasci che la chiesa rimanesse illuminata dalle candele e dalle luci del presepe, si ritir e lasci lo sconosciuto a dormire in chiesa.
* * *
La mattina dopo don Gaetano si alz per tempo, si prepar e scese subito in chiesa per controllare che fosse tutto a posto per i riti del giorno di Natale. La cera delle candele si era consumata. Ne rimaneva solo una accesa. Sotto di essa c'era la cassetta delle elemosine.
"Oggi saranno tutti generosi" pens sorridente don Gaetano; apr la cassetta per svuotarla e fu come accecato dal riverbero che ne scatur: era piena di monete d'oro, che coglievano la luce dell'ultima candela e la riflettevano.
Rest sbigottito: non ne aveva mai viste tante tutte insieme, e meno che mai le aveva viste in una cassetta delle elemosine! Si guard intorno. Solo i personaggi del presepe gli facevano compagnia, sembrava che sorridessero benevoli. Cerc con lo sguardo, nell'oscurit che ancora regnava nella chiesa, l'uomo che aveva lasciato a dormire negli ultimi banchi, per condividere con lui la sorpresa. Ma l'uomo, l'ospite di Badolato, era scomparso.


(Emilio Pansarella un amico e collaboratore di vecchia data, e conosce bene la nostra terra perch viene a soggiornarvi per brevi periodi ormai da tanti anni. Noi lo ringraziamo per questo bel regalo che ha voluto parteciparci, e l'offriamo volentieri all'attenzione dei nostri lettori. - La direzione)



E-mail:              Webmaster: www.giuseppecaporale.it               Segnalazione errori

Testi e materiale Copyright©
Associazione culturale La Radice
  www.laradice.it

Sviluppo e design Copyright©
Giuseppe Caporale
 www.giuseppecaporale.it

Tecnologie e software Copyright©
SISTEMIC di Giuseppe Caporale
 www.sistemic.it

Advertising e link support
by www.Golink.it

Golink www.Golink.it