Data: 30/04/2014 - Anno: 20 - Numero: 1 - Pagina: 12 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
OMAGGIO A TUTTI I GUARDAVALLESI |
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AUTORE: Lorenzo Viscido (Altri articoli dell'autore)
In una sua ricerca dal titolo Guglielmo Sirleto e la Vaticana, ricerca edita nel volume curato da Massimo Ceresa La biblioteca vaticana tra riforma cattolica, crescita delle collezioni e nuovo edificio (1535-1590)1, il professore Santo Lucà, ordinario di paleografia greca all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha pubblicato, a pag. 146, un epitaffio conservatosi nei ff. 100r-v del manoscritto Paris. gr. 3067 (sec. XVI). Si tratta, invero, di due distici elegiaci che uno scriba cipriota, Giovanni Santamaura, compose per un suo amico, il cardinale Guglielmo Sirleto, illustre personaggio del mondo della Chiesa e della cultura, nato a Guardavalle nel 1514 e morto a Roma nel 15852. Siano allora fieri di questo epitaffio tutti i conterranei di quel presule, ai quali, in tal sede, ho voluto farne omaggio, pubblicandone una mia traduzione in lingua italiana e facendo alcuni rilievi inerenti al testo. Ecco qui di seguito il citato epitaffio. “O celebre astro della divinissima Roma ed ammirevole padre di ogni bene, (costituisce) una solida prova di giustizia (il fatto) che con un luttuoso gemito l’intera Ausonia abbia pianto te, Guglielmo, abbattuto da una crudele morte”. Per quanto riguarda il testo greco, desidero puntualizzare che il termine pêgma (v. 3) ha vari significati (“coagulo”, “bagaglio”, “scaffale” ecc.) e che esso, dunque, può dar luogo a differenti interpretazioni. Io credo, però, che mediante l’uso di tale sostantivo, da me reso in italiano “solida prova” per non tradurre letteralmente “coagulo”, quel copista intendesse porre in risalto la “solidità” e, di conseguenza, l’inconfutabilità di una “prova di giustizia” nei confronti di un grande uomo quale era stato il cardinale Sirleto, “Non a caso”, infatti – volendo usare parole del Lucà – “il suo decesso”, avvenuto a seguito di lunghe e diverse malattie, “suscitò viva commozione… fra gli uomini di chiesa e i numerosissimi letterati del tempo con i quali (egli) aveva intrattenuto rapporti culturali e scambi epistolari”3. Puntualizzo, inoltre, che l’espressione thanátou télos, adoperata nel v. 1 con télos al dativo plurale, è una forma perifrastica per thánatos, ricorrente già in Esiodo, Omero ed altri poeti4. Se Giovanni Santamaura, comunque, ha impiegato quella perifrasi, l’ha fatto per ragioni metriche, così come per ragioni metriche egli ha usato nel medesimo verso l’aggettivo pikroîs con il penultimo iota breve, che, seppure lungo qua e là in Omero, tuttavia, come scrivono Liddell e Scott, “is not long by nature”5. E difatti, per citare alcuni esempi, è breve in Eschilo (Persiani, 473; Agamennone, 970), Sofocle (Aiace, 500), Euripide (Ecuba, 772) e Teocrito (Idillio VIII, 74). Un ultimo rilievo per quanto concerne ancora il lessico utilizzato nell’epitaffio qui preso in esame. Nel v. 3 il Santamaura chiama Guglielmo Sirleto polyónymos astér, una definizione, questa, che non ha (così sembra) dei precedenti in greco, dove l’aggettivo polyónymos è adoperato con riferimeno ora agli dei, ora a Dio, ora allo Spirito Santo ecc., mai, però, come attributo di astér6. Bravo, allora, quel cipriota, che, nel ricorrere ad una metafora per mettere in risalto la celebrità del Sirleto, è stato efficacemente innovativo! E non solo tramite questa metafora, ma anche con quell’altra, pêgma díkes (v. 3), visto che nei lessici da me consultati non v’è traccia alcuna di tale tropo7. Un discorso a parte meriterebbe l’ultimo verso, ma, come si suol dire, lo spazio è tiranno.
1. Città del Vaticano 2012, pp. 146-188. 2. Per una sua biografia cfr., ad es., G. Denzler, Il cardinale Guglielmo Sirleto (1514-1585). Vita e attività scientifica. Trad. it. di G. Montillo, Catanzaro 1986. 3. S. Lucà, cit., p. 146. 4. Cfr. Thesaurus Graecae Linguae ab H. Stephano constructus. Nova editio auctior et emendatior, VII, Parisiis 1854, col. 1993C. 5. H.G. Liddell – R. Scott, Greek-English Lexicon with a revised supplement, Oxford 1966, s.v. pikrós. 6. Cfr., ad es., G.W.H. Lampe, A Patristic Greek Lexicon, Oxford 1961, s.h.v.; H.G. Liddell – R. Scott, cit., s.h.v. 7. Cfr. Thesaurus… cit., VI, Londini 1824, col. 7324B-C; G.W.H. Lampe, cit., s.v. pêgma ; H.G. Liddell – R. Scott, cit., s.h.v. |