Data: 30/09/2003 - Anno: 9 - Numero: 3 - Pagina: 15 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Lo spazio riservato a questa rubrica è sempre stato privo di messaggi fotografici, più o meno complementari, come se gli argomenti abitualmente trattati, quasi esclusivamente di denuncia socio-politica, non concedano facilmente deroghe in favore di altri codici comunicativi. Questa volta, però, abbiamo due fotografie, che non vogliamo definire belle né interessanti, ma da mostrare comunque ai nostri lettori. Una vecchia, un’altra… dell’altro ieri. Una “statica”, un’altra “dinamica”. Tutt’e due, però possono esser lette in chiave attuale, sia pur con un pizzico di dietrologia per quel che attiene la prima. Tutt’e due, infine, a volerle leggere con occhio politico, ci parlano di aziendalizzazione. A proposito di aziendalizzazione. Noi ricordiamo -non sapremmo dire se con rimpianto- un periodo storico nostrano in cui nella scuola, che s’avviava a diventare di tutti, ma non era ancora riempita di progetti, finalizzati soprattutto a dare quattro soldi a chi lavora ma di più a chi non lavora, ricordiamo certe barbe di professori che sentenziavano una sorta di pericolosità di quasi ogni “ismo”, come positivismo, socialismo, idealismo, attualismo, comunismo, marxismo, fascismo… Oggi, distanti anni luce da quel clima culturale e politico, molti “ismo” sono fortunatamente scomparsi; in compenso imperano stili e sistemi significati da una ricca terminologia uscente in “one”, come privatizzazione, aziendalizzazione, modernizzazione, razionalizzazione, globalizzazione…, parole ammalianti e di sicuro effetto, che nascondono la precisa volontà di esautorare lo Stato e di occupare ogni spazio possibile al fine di ottenerne i più grossi vantaggi, economici e di potere. Ultima giunta è l’americanizzazione, motivo di grande orgoglio per gente gravemente malata che grida ai quattro venti la propria soddisfazione per aver fatto dell’Italia il Paese non più europeo d’Europa, ma più americano d’Europa. Come se il mondo non conoscesse l’America, e chi la governa, e come la governa! Così, l’idea di servizio pubblico sta per diventare decrepita e sorpassata, delegata, magari, al volontariato. Viene posta sul piedistallo l’azienda, con la ferrea legge dei costi e dei ricavi, fin nella sanità, fin nella scuola. E non potrebbe essere altrimenti, oggi, data la progressiva scomparsa del pubblico e l’affermazione del privato. Si va realizzando quanto preconizzava qualche anno fa un grande giornalista di casa nostra: l’ottanta per cento del popolo dovrà sottostare al restante venti per cento che avrà i capitali, e quindi il potere, anche politico. Ciò premesso, ecco le due fotografie. Nella prima si vede un cantoniere di Badolato Marina (Cosimo Piroso, classe 1916) che accorreva sulla strada in un giorno festivo perché l’emergenza lo richiedeva. L’ANAS era azienda anche allora, ma non vigeva ancora il principio del costo e del ricavo. Oggi i cantonieri sono scomparsi, e alla manutenzione delle strade statali si provvede con specifici appalti: da noi i canneti invadono spesso le strade. Come i rovi le linee ferrate. Nella seconda fotografia si vede un angolo dell’ufficio postale di Badolato Marina, il 4 agosto 2003. Sono ormai anni che “La Radice” alza la voce per denunciare il macroscopico disservizio nei nostri uffici postali: nessuno che raccolga la protesta! Milioni di ore di lavoro che vengono perdute in interminabili file che talvolta durano alcune ore, e spesso capita di doverla ripetere, la fila, l’indomani, per aver abbandonato l’impresa a causa della stanchezza. E nessuno che denunci, nemmeno in sede politica, tale enorme dispendio di energie umane. “La Radice” lo ha fatto più volte, in forma scritta. Inutilmente. Le Istituzioni… Poste Italiane, però, finalmente ha chiuso il bilancio in attivo, dopo tanti anni di rosso. E il suo grande amministratore delegato è stato chiamato, per premio, a ben più alto e più remunerato incarico. L’ottanta per cento… soggiaccia. |