Data: 30/06/2007 - Anno: 13 - Numero: 2 - Pagina: 16 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
PARTECIPAZIONE DI NOZZE AI LETTORI DE “LA RADICE” |
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AUTORE: Alessandro Cordelli (Altri articoli dell'autore)
(Lieti di pubblicare la seguente interessante partecipazione di nozze, in nome di tutti gli amici de “La Radice” abbiamo il piacere di formulare da queste colonne sinceri voti augurali per la giovane coppia che ci piace ritenere comunque badolatese.)
PARTECIPAZIONE DI NOZZE AI LETTORI DE “LA RADICE”
Il barone Ettore Gallelli Benso, undicesimo barone Gallelli di Badolato, figlio del barone Vittorio Gallelli, e della contessa Daniela Benso, il giorno 9 giugno sposerà in Roma la nobile Isabella dei baroni Corsi di Turri, figlia della principessa Fabiola Cenci Bolognetti di Vicovaro, e del barone Stefano Corsi di Turri. Il matrimonio verrà celebrato in via eccezionale da sua eccellenza monsignor Karell Kastel, vicario della camera apostolica. Con questo matrimonio i baroni Gallelli di Badolato, una delle più antiche famiglie nobili calabresi, si imparenteranno con una delle più illustri e storiche Aristocrazie Romane. Quella dei Corsi di Turri è infatti una nobiltà molto prestigiosa; originari della Toscana, i Corsi diedero in ogni tempo molti uomini illustri agli studi, alla diplomazia, alle armi, alla chiesa. Questo Casato si trasferì in Abruzzo dalla Tosca nel 1670, ed ebbe con un Leopoldo nel 1799 in concessione da Ferdinando II Re delle due Sicilie le baronie di Turri e Moggio. I Corsi sono infine imparentati coi principi Cenci Bolognetti, principi Colonna, marchesi Malvezzi Campeggi, e con i principi Helloben-Bertenstain, questi a loro volta imparentati con la Casa Reale-Imperiale d’Asburgo. Sulla famiglia dei Cenci Bolognetti, principi di Vicovaro, troppo vi sarebbe da scrivere, basti ricordare che questa è una delle F.P.R. (famiglie principesche romane) di antichissima agnazione. Il Casato infatti discende dalla Romana Jens Cincia, e i loro membri portano perciò, da duemila anni, anche il titolo di patrizi di Roma. La loro antenata più famosa fu senza dubbio la sfortunata Beatrice Cenci (1577-1599), accusata di patricidio, e per questo condannata alla decapitazione da papa Clemente VIII l’11 settembre del 1599. Ancora oggi si dice che tra la notte dell’11 e del 12 settembre, sul ponte di Castel S. Angelo, il luogo dove fu allestito il patibolo, sia possibile scorgere il suo fantasma che si aggira senza pace. Nominata vergine di Roma, Beatrice lasciò il suo corredo alle ragazze del popolo romano, che perciò le furono sempre affezionate nel ricordo. La ventiduenne Beatrice fu celebrata, in scritti, opere e romanzi famosi. La Casata espresse nei secoli sempre uomini ricchi e potenti, legati alla chiesa e alla diplomazia, nel tempo si imparentarono coi principi Colonna-Paliano, coi principi Barberini, coi principi Massimo Lancellotti e coi principi Chigi, e rappresentano anche perciò una delle famiglie principesche più antiche e importanti d’Italia. Tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo a Roma i Cenci si resero protagonisti di sanguinose guerre feudali, mirate alla conquista del potere, raggiunsero però il loro massimo splendore nel diciassettesime secolo, quando ebbero importanti incarichi pontifici, e al loro nome vennero intestati a Roma palazzi, piazze e addirittura interi quartieri. Tutt’oggi, in Roma, non si è perduta la traccia di un passato così glorioso e significativo; è possibile infatti recarsi in lungo Tevere Cenci, Chiesa di S. Tommaso ai Cenci, piazza Monte Cenci, palazzo Cenci, , palazzo Cenci-Bolognetti, e castello Cenci-Bolognetti di Vicovaro. La famiglia nel 1808 con un Girolamo aggiunse al proprio anche il cognome dei Bolognetti, famiglia nobile quest’ultima che si estinse, confluendo perciò nei Cenci.
(Fonte: Annuario della nobiltà italiana; edizione 2007) IL PORTAVOCE N.H. dott. Alessandro Cordelli |