Data: 30/06/2004 - Anno: 10 - Numero: 2 - Pagina: 27 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
Letture: 1270
AUTORE: DIREZIONE (Altri articoli dell'autore)
Se, come abbiamo più volte dichiarato, questo periodico ha finalità propositive, e non di denuncia o di frattura, ciò non ci autorizza a fare come lo struzzo: non possiamo non vedere in quale ambiente trascorriamo le nostre giornate; in quale nazione, in quale regione, in quale territorio. E se ci capita spesso di porre l’accento sulle non poche positività della gente, è per noi altrettanto doveroso informare chi ci legge di almeno alcune tra le cose brutte che ci addolorano e che, tra l’altro, vanificano anche il nostro impegno. Nelle tre foto tre brutti esempi di una realtà che dovrebbe farci riflettere e che, comunque, fa un po’ paura. Non vogliamo e non possiamo fare i moralisti, anche perché sappiamo che un po’ ovunque succede anche di peggio, di molto peggio. Ma certe scene ci rattristano veramente. La scorsa estate 2003, avviliti ma anche offesi e arrabbiati per lo scempio cui si assisteva la sera sul lungomare trasformato in pericolosa pista per ciclomotori, nell’esclusiva qualità di liberi cittadini ci siamo rivolti al Commissario di governo per partecipargli l’incivile comportamento e per suggerirgli almeno di modulare l’orario di servizio dei vigili urbani al fine di assicurare a sera la vigilanza della guardia municipale, nella speranza di scoraggiare anche il barbaro comportamento di taluni che si divertivano -e si divertono ancora- a mutilare le giovani piante, sempre sul lungomare, e di rompere le comode e costose e pubbliche panchine. Ci è stato assicurato l’intervento! Oggi vediamo che le cose sono peggiorate. Noi riteniamo che sia possibile individuare i responsabili, diretti e indiretti, prossimi e remoti, consapevoli e inconsapevoli. E perseguirli perché colpevoli. Da parte nostra, una sola domanda, a noi stessi, al vento: Perché chi resta qui deve subire anche la punizione di un ambiente così degradato? |