Data: 31/12/2017 - Anno: 23 - Numero: 3 - Pagina: 24 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
POSTE ITALIANE E LA RISERVATEZZA (*) |
|
Letture: 1284
AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
In genere non proponiamo le nostre idee, e non abbiamo la pretesa di dire che la nostra opinione -quando ci capita di esprimerla- sia la migliore e la più giusta. E ciò perché tra le nostre finalità non c’è quella di fare opinione, o verifica, o censura, ma ricerca e partecipazione. E quando facciamo cronaca non è mera cronaca, ma acquisizione e archiviazione di fatti, avvenimenti, fenomeni che hanno valore storico, sociale, culturale. Questa volta, come altre volte in verità, vogliamo esprimerci su un argomento riguardante alcuni uffici di Poste Italiane. Come si sa, nel passato c’è stato un periodo in cui le Poste erano in passivo ma sono passati in attivo nel giro di pochi anni grazie a provvedimenti, legali, rispondenti a logiche di organizzazione di tipo capitalistico, penalizzanti soprattutto gli utenti, e in qualche modo anche i dipendenti. Noi ne abbiamo scritto a suo tempo esprimendo, da interessati, il nostro chiaro dissenso e chiedendo interventi. Un indovinato formidabile e inappuntabile strumento di fare cassa è stato, ed è ancora, la sempre più larga apertura a servizi in denaro, quasi identici a quelli bancari, a discapito, purtroppo, del classico servizio postale, che va comunque scemando soprattutto per l’uso sempre più massiccio di nuovi mezzi di comunicazione. I servizi in denaro, però, sono delicati, spesso anche molto delicati, come capita rendersi conto ogni giorno agli sportelli degli Uffici di Poste Italiane. I solerti impiegati hanno il compito, delicato, di fare domande delicate all’utente appoggiato allo sportello. E le risposte, altrettanto delicate, devono essere reali e veritiere. Ovviamente, secondo legge. Ovviamente, non discutibile. Ma la gente, molto spesso numerosa, in attesa del proprio turno a un metro o due di distanza, sente tutto, anche senza volerlo: quanti soldi si spostano, per quale motivo, qual è il salario mensile o annuo, di quanti e quali immobili si è proprietari, e così via. Non è certo una bella cosa! E questo sì che è contro legge! Ed è da evitare, secondo legge! Le Poste Italiane, che godono ancora della stima di tanta parte del nostro popolo, hanno il dovere di provvedere affinché ciò non accada. Non spetta a noi suggerire come, ma sappiamo tutti che non è difficile provvedere. Ne scriviamo perché interessati al rispetto della legge sulla riservatezza e alla dignità dell’utente, che è una persona. Vincenzo Squillacioti (*) Non scrivo “privacy” perché non mi piace per niente la prevalenza della lingua inglese sulle altre lingue, quindi neanche sulla nostra, la lingua italiana. Così come non mi piace, in verità, alcun tipo di prevalenza nel consorzio degli esseri umani. |