Data: 31/12/2002 - Anno: 8 - Numero: 4 - Pagina: 10 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Marina Gervasi (Altri articoli dell'autore)
Nel processo formativo del carattere e della personalità di un giovane hanno valenza fondamentale e primaria la famiglia e la scuola. La famiglia costituisce il primo nucleo sociale in cui il bambino impara a vivere, a comportarsi; a convivere con altri; apprende regole di comportamento, conosce e assimila valori etici spendibili nella futura vita di relazione che affronterà col suo ingresso nel mondo scolastico. La scuola avrà poi il compito non solo di educare, di riformare e formare quanto di guidare, ampliare e consolidare quei valori fondamentali che concorrono alla formazione della personalità di ogni futuro cittadino. Solamente dall’incontro costruttivo ed armonico di queste due realtà si potrà ottenere il meglio nell’educazione dei giovani ma affinché questo avvenga è necessario che il rapporto genitori-scuola permanga continuo e sinergico. Attualmente per i genitori la scuola è “il pezzo di carta”, al contrario bisogna che si crei una gratificazione dell’insegnamento nel dare, e gratificazione dello studente nell’apprendere il sapere, con la partecipazione, a questo scambio certamente positivo, dei genitori. Gli insegnanti devono fare in modo che gli studenti vivano esperienze comuni per conoscersi e comprendere ciò che avviene intorno a loro; la scuola, cioè, deve diventare la loro seconda casa, flessibile e attenta alle richieste locali di genitori e allievi. L’introduzione dell’autonomia scolastica può considerarsi utile poiché consente di realizzare il programma nazionale modificato in base alle necessità locali e la scuola è affidata a se stessa: agli insegnanti, dirigenti, famiglie, comunità locali perché si modelli e si riformi secondo i talenti individuali, secondo le diversità ambientali, i bisogni sociali e i sogni delle nuove generazioni. Occorre, pertanto, una maggiore e più incisiva collaborazione dei genitori; non più con partecipazione formale, bensì sapendo che la scuola è un momento fondamentale per la formazione dei loro figli e chiedendo di contare di più come previsto con la riforma che verrà attuata anche con la collaborazione delle famiglie. Non basta più intervenire per giustificare il disimpegno dei figli occorre responsabilità e competenza da parte di tutti; parimenti si richiede che la scuola sia di qualità, gli insegnanti preparati e che sappiano trasmettere ai giovani l’entusiasmo per lo studio. É accertato che ove c’è una migliore collaborazione con la famiglia la scuola funziona meglio senza confusione di ruoli. Ci sono, infatti, ruoli e competenze specifiche e la collaborazione con la famiglia si rivela, particolarmente, proficua nella sua funzione educativa. É fondamentale porre grande attenzione allo sviluppo dei giovani e l’insegnante deve captare il mondo che cambia e deve farlo intensificando il suo rapporto con la famiglia. Solo così si potrà formare l’essere nuovo capace di affrontare il mondo nuovo, rappresentato da un presente tecnologico basato, essenzialmente, sulla comunicazione e l’informazione in cui si manifesta la necessità essenziale di essere uomini al di sopra di ogni forma di globalizzazione. Quindi le forze organizzate a mantenere e conservare l’uomo nuovo sono: la famiglia e la scuola. Una famiglia che insegni l’amore per la scuola e per gli insegnanti ed una scuola che tutti possano ricordare come la propria scuola cioè quella che è venuta incontro al bisogno di conoscere ed approfondire. |