Data: 30/09/2005 - Anno: 11 - Numero: 3 - Pagina: 12 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Numerose le novità nel corso del trimestre. L’amico Giuseppe Caporale, nostro valido collaboratore, ci ha proposto di mandare on-line la Biblioteca Comunale “come servizio fondamentale per la ricerca dei volumi archiviati in modo rapido e funzionale ad uso degli utenti… in quanto la nostra Biblioteca… con la gestione e con la infrastruttura tecnico-informatica di cui si è appositamente dotata è tra le maggiori della zona.” Il Sindaco, Andrea Menniti, al quale abbiamo doverosamente partecipato l’idea, ci ha già dato il suo placet il 2 settembre 2005. Sarà un lavoro lungo, ma notevolmente valido ed altamente meritorio, per il quale ringraziamo ancora l’amico Caporale. Interessanti e pregevoli anche le tesi di laurea ricevute, delle quali vorremmo potere scrivere a lungo. Dobbiamo accontentarci, però, della sola lettura e limitarci a qualche telegrafica considerazione. La più “vecchia”, quella dell’amico professore catanzarese Pierluigi Grottola, che porta la firma dell’amico professore Vito Teti quale relatore, rivela la sua notevole importanza linguistica e antropologica nel chiaro e puntualizzante sottotitolo. È una ricerca che aiuta anche noi nel nostro lavoro. La tesi di Maria Vittoria Morano, napitina, addottoratasi nell’anno accademico 2002-2003 all’Università di Perugia, ha già ricevuto gli onori della stampa per i tipi della “mapograf”. Siamo lieti anche dell’acquisizione di questa tesi che va al di là del doveroso impegno dei giovani per la prova conclusiva del ciclo universitario, per assumere, come avviene talvolta, carattere di scientificità tipico di altri contesti e di altre età. Siamo oltremodo lieti, poi, per la tesi di dottorato ricevuta dall’amica irlandese Verity Elston, realizzata con borsa di studio dell’Università di Chicago e portata avanti con lunghe ricerche sul campo in Badolato. Il lavoro, tradotto in parte per questo periodico dalla nostra Antonella Squillacioti, tratta dell’ingresso nell’impegno e nell’economia d’Europa da parte di masse multiformi provenienti dall’Africa e dall’Asia. Tratta, in particolare, dei Kurdi e quindi di Badolato. “La Radice”, pertanto, è stato il canale naturale e privilegiato per approdare a risultati validi e certi nell’indagine che ha visto la nostra dottoressa al lavoro per oltre un paio d’anni qui da noi, e con noi. Un lavoro che piace davvero, ci gratifica e ci commuove. “Le cinque stagioni” (sottotitolo: storia calabrese del XVI secolo) è la storia del grande Tommaso Campanella e dei tragici fatti del 1599 in Calabria. L’opera (Iride Edizioni-Gruppo Rubbettino), che porta la firma dell’amico professore Salvatore Marino, e che si legge come un romanzo, ha già riscosso lusinghieri consensi da parte di qualificati critici. “La chimica in versi”, di Alberto Cavaliere, è un libro di cui avevamo sentito parlare negli anni Cinquanta dello scorso secolo. Correva voce in quegli anni che uno studente, bocciato in chimica agli esami, la studiò al punto da metterla tutta in versi: duecentoquarantadue pagine di pregevoli e impeccabili rime che appassionano e rendono l’arida chimica materia interessante e facilmente assimilabile. Contenti d’aver potuto leggere, finalmente dopo cinquant’anni, un libro di cui non ci eravamo mai dimenticati, ringraziamo il nostro dottore Antonio Scuteri (del presidente Pietro), nipote dell’Autore, per avercelo regalato. “Il demone del deserto” (sottotitolo “colloqui con Azazel”) è il titolo di un libro a dir poco originale, e forse anche un poco contro corrente, che abbiamo letto e gustato la scorsa estate. Ce lo ha regalato l’Autrice, la Signora Chiara, che però si firma Maria Bruno. La scrittrice, che da tanti anni scende da Milano a Badolato con la famiglia per le vacanze estive, è, con i suoi, un’assidua frequentatrice della nostra Biblioteca che ha voluto arricchire con questa sua opera prima, di cui la ringraziamo. Tota Gallelli -chi ancora non lo sa?!- ricopre ormai il ruolo di vate di casa nostra, e non si contano più le poesie che scrive, in vernacolo e in lingua. Anche i lettori de “La Radice” hanno avuto modo di gustare più di una volta i suoi versi, spesso nostalgici, ma anche bonariamente scherzosi e talvolta satirici. Finalmente è uscita la sua prima raccolta, “Pajìsi meu”: cinquantadue composizioni da leggere e da gustare. Noi siamo lieti che ciò sia avvenuto, e la ringraziamo anche da queste colonne. |