Data: 31/12/2002 - Anno: 8 - Numero: 4 - Pagina: 32 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Aldo Gallace (Altri articoli dell'autore)
In una società sempre più evoluta, sempre più al passo coi tempi, sempre più uniformata agli standards della globalizzazione, non si può e non si deve non avere dei riferimenti, dei simboli, degli idoli: il calciatore o il cantante di grido; il vestito o la macchina o il motorino ultimo modello; il videogioco o il telefonino dell’ultima generazione; il posto di lavoro più importante o il ruolo più elevato nella gerarchia di questo o di quel gruppo. Se non si segue questa moda e non si vive secondo questi schemi non si è normali, non si è moderni, non si è competitivi, non si fa notizia. Il risultato di questa società sempre più evoluta è sotto gli occhi di tutti. Basta guardarsi in giro o chiedere ad un ragazzo di stilare una classifica dei temi o degli eventi più rappresentativi, una graduatoria delle cose più importanti. Forse ai primi posti non ci saranno quei valori che per i propri nonni o per i propri genitori erano fondamentali; forse mancheranno i rapporti familiari (che si danno per scontati), il rispetto per gli altri (che si dà per scontato), il rispetto per l’ambiente (che si dà per scontato) … Sono tante le cose che oggi si danno per scontate e quasi sempre sono le cose che invece risultano fondamentali in una società evoluta. Ebbene, tra le tante cose date per scontate, ci sarà sicuramente la fede. Quando i rapporti con i vicini di casa o i rapporti all’interno della famiglia erano di rispetto come di rispetto era il rapporto con la natura, quando nulla era dato per scontato ma veniva continuamente ricercato ed alimentato, non era raro vedere agli angoli delle case, negli spiazzi tra le “rughe” del paese, ai margini delle strade che dal paese portano alle campagne un’immagine sacra. Non esiste paese del meridione dove non c’è un Calvario, un’icona della Madonna, una statua di un santo. Nonostante le numerose chiese presenti sul territorio, la gente sentiva la necessità di avere questi piccoli spazi dedicati. Forse perché aiutavano ad affrontare le difficoltà, forse perché si sentiva l’esigenza di un momento di raccoglimento e di preghiera anche quando non si andava in chiesa, forse perché non si dava per scontato l’appartenere alla comunità di Cristo. Fino a poco tempo fa una delle poche comunità a non avere immagini sacre sul territorio era Badolato Marina. Dopo il bellissimo gruppo statuario raffigurante la Madonna di Lourdes e Bernadette posto nel giardino adiacente i locali parrocchiali, in occasione del 25° di sacerdozio del parroco di Badolato Marina, don Salvatore Tropiano, è possibile ammirare una seconda statua raffigurante Cristo Redentore che è stata benedetta il 24 novembre 2002 sul Monte Manna. Cristo Redentore La statua, che è stata acquistata grazie al contributo di tutta la comunità parrocchiale, è alta due metri ed è stata posta sul terreno degli eredi Barone Paparo donato per l’occasione alla parrocchia e sistemato grazie all’intervento degli operai dell’Azienda Forestale. Durante la commovente celebrazione di benedizione, il parroco ha affidato alla protezione di Cristo tutta la comunità auspicando che questo luogo diventi punto di riferimento significativo in un mondo che ci distrae e ci porta altrove. |