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Data: 31/12/2017 - Anno: 23 - Numero: 3 - Pagina: 19 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

SPARTACU STRIT VIU’

Letture: 1364               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

Viaggio sulla S.S. 106 ispirato alla lotta di Franco Nisticò
Nel viaggio si consuma l’incertezza
e più della partenza e dell’arrivo
conta la strada
e un pezzo di specchio per tornare.
Vito Maida
La poesia del compianto Vito Maida per introdurre degnamente lo scritto che segue sulla rappresentazione
teatrale che dà il titolo a questa pagina.
Francesco Gallelli è un giovane badolatese che non vorrebbe portarsi la sua laurea in giro per
l’Italia a ramingare un posto di lavoro, ma gli piacerebbe restare, per impegnare le sue energie e
capacità in attività di crescita culturale e sociale della sua terra, Badolato, Calabria,… Restare.
Crescere. Ripartire. Da qui, ancora giovanissimo, lo studio di itinerari turistici da percorrere quale
guida di persone desiderose di vedere e di conoscere. Da qui, ancora, l’interesse per i problemi della
gente, dei giovani come lui, e quindi il desiderio di scriverne, di parlarne, di gridare dal palcoscenico
il suo dolore, la sua rabbia, per chi soffre, per chi muore spesso per colpa altrui, a cominciare
da quelli che lasciano la vita sulla strada, in particolare sulla nostra 106.
La possibilità per il nostro giovane attore di calcare qui e subito la scena teatrale gli viene offerta
dalla presenza in Badolato della Compagnia “Teatro del Carro” che ormai da se anni porta
avanti al Teatro Comunale di Badolato il Progetto di residenza teatrale “Migramenti – Poetiche del
viaggio”. Così, il 4 novembre 2017, all’interno della “VI Giornata Nazionale dell’Attore”, istituita
proprio dal Teatro del Carro per ricordare e onorare Pino Michienzi, suo fondatore e direttore
artistico, al Teatro Comunale di Badolato Marina è andato in scena per la prima volta “SPARTACU STRIT VIU’”, di e con il solo attore performer Francesco Gallelli, con il monitoraggio, l’impeccabile coordinamento artistico e ogni altro tipo di valido supporto di Luca Michienzi e Anna Maria De Luca, rispettivamente figlio e moglie del grande attore catanzarese Pino.
“Spartacu”, nome adottato da Gallelli per ricordare e richiamare il gladiatore romano che osò ribellarsi a Roma, Caput mundi, è andato poi in scena il 15 dicembre, sempre al Teatro Comunale di Badolato, al mattino per gli alunni e i docenti della Scuola Media dell’Istituto Scolastico Comprensivo di
Badolato-S. Caterina “T. Campanella”, e a
sera per il pubblico di Badolato e dintorni,
che va lentamente educandosi alla frequentazione
dello spettacolo teatrale quale mezzo di
svago e di cultura. Ci eravamo anche noi il 15 dicembre a goderci lo spettacolo: un’ora di tensione e di attenzione
per non farsi sfuggire un termine, un concetto, un messaggio, mentre lui, il giovane attore, da solo
sul palco dall’inizio alla fine, saltava e saltava con la corda, quasi a voler materializzare la sofferenza
di Spartacus, in uno strano contrasto con l’abbigliamento di giovane e forte gladiatore. Al centro
del monologo la strada a lunga percorrenza Reggio Calabria-Taranto, la 106 ionica realizzata negli
anni Trenta dello scorso secolo e rimasta come allora per alcuni tratti, tra cui quello che attraversa
le Marine di questo Comprensorio. Un argomento che offre all’Attore anche un valido pretesto per
parlare, gridare, piangere -sempre saltando con la corda- di schiavitù, di sogni, di incontri umani,
di paesaggi, di lotte e di sconfitte, di mare Ionio, di emigrati e di immigrati. Di ingiustizie e di politica.
Ed ecco qui l’intreccio con la storia di un uomo, il badolatese Franco Nisticò, che lottò sino
alla fine per la ferrovia, per la 106, per la giustizia, per la gente. Sino alla fine. Sino all’attimo che
lo ha stroncato lottando.
Spartacus ha posto fine alla sua magnetica performance lasciando il palco di Badolato alla
voce accusante di Franco Nisticò che da novello gladiatore lasciava la vita sul palco di Villa San
Giovanni.
Il lungo applauso finale all’Attore, a Luca Michienzi e Anna Maria De Luca, allo scomparso
Franco Nisticò, ha voluto significare anche la speranza che la Lotta e l’Arte contribuiscano
anch’esse a migliorare il grande palcoscenico che è la Terra, e i sette miliardi di attori che siamo
noi tutti.


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