Data: 30/06/2005 - Anno: 11 - Numero: 2 - Pagina: 28 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
SPORTELLI BANCARI A BADOLATO |
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
sono passati ormai tanti anni da quando sentimmo parlare per la prima volta di una banca in Badolato. E poiché si è trattato soltanto di voce raccolta nel popolo, nel conversarne le supposizioni si accavallavano: si parla della sede, nei pressi di via Gallelli, del nome, la Società, dell’impiegato-direttore, banchèri, ecc. Solo ipotesi, però, forse illazioni. Nessun riscontro è stato mai possibile con i modesti nostri mezzi a disposizione. Nel 1999 ci è stata regalata, con dedica personale, un’interessante tesi di laurea sull’emigrazione dalla Calabria ionica dalla fine dell’Ottocento agli anni Trenta, realizzata dal giovane amico Domenico Lijoi, andreolese, addottoratosi in Scienze politiche a “La Sapienza”, in Roma. Lo studio, finalizzato all’accertamento dell’importanza, nello sviluppo di questo territorio, delle rimesse dei nostri emigranti, non poteva non trattare anche di istituti di credito a ciò delegati o comunque interessati al denaro che proveniva, anche copioso, da oltreoceano. Si legge, nella tesi, di filiali della Banca Cooperativa di Credito di Catanzaro a Sersale, a San Vito Ionio, a Soverato; della Banca popolare a Sant’Andrea Ionio, e si cita Marziale Mirarchi per dire della banca dello Ionio a Isca. Leggiamo ancora della legge 1 febbraio 1901 n° 24 con la quale veniva affidato al Banco di Napoli un apposito “servizio di tutela, impiego e trasmissione, nel Regno, dei risparmi degli emigrati” nel tentativo di tutelarsi contro truffa e raggiri, creando un sistema di trasmissione delle rimesse semplice e sicuro. Tale servizio, però, non fu facilmente accettato dai corrispondenti, né in Calabria né nel resto d’Italia. Leggiamo ancora: “dei quattro corrispondenti aggregati alla filiale (di Catanzaro), i Fratelli Orsini, la Banca di Nicastro, la banca di Crotone e il cav. Gallelli, a metà settembre avevano risposto solo i Fratelli Orsini. Il cav. Gallelli, che era di Badolato, rifiutò di accettare il servizio perché le condizioni del Banco di Napoli non erano soddisfacenti e perché lui intendeva effettuare i pagamenti solo per la piazza di Badolato e non anche per i paesi vicini”. Eccoci arrivati: all’inizio del secolo 20° il cav. Gallelli di Badolato era qui “corrispondente” del Banco di Napoli, c’era, cioè, a Badolato uno sportello del Banco di Napoli. Noi potremmo fermarci qui, perché non ci siamo assunto l’impegno di scrivere la storia del sistema bancario badolatese. Il caso volle, però, che qualche anno fa, scavando alla ricerca di documenti riguardanti i fatti di casa nostra, c’imbattemmo, non proprio per caso, in numerose carte nelle quali si legge di un’altra banca, in Badolato, ed in un’altra epoca. Della Banca Cattolica di Calabria, Società Anonima con Sede Sociale in Cosenza (C.P.E. Cosenza N° 1841) avevamo avuto modo di leggere più di una volta in passato, ma non sapevamo che avesse avuto un Ufficio anche in Badolato. Esaminando le carte rinvenute, non organiche ma comunque consistenti se non proprio tantissime, possiamo dedurre che la sede badolatese fosse in vico San Domenico, presso il palazzo del cav. Antonio Caporale (Badolato, 4-5-1880/5-5-1949). In numerosi documenti, difatti, leggiamo il suo nome quale destinatario della corrispondenza proveniente dalla sede di Cosenza, e troviamo la sua firma, ACaporale, quale cassiere nei libretti di deposito. Tra le carte,. tre libretti di Deposito e Risparmio, ovviamente con i nomi degli intestatari, e le date, 16 luglio 1927, 7 agosto 1927, 25 settembre 1930. Abbiamo pure un documento, però, datato 1939. Abbiamo scritto di carte non organiche, perciò siamo costretti a dare notizie un po’ frammentarie e in qualche modo slegate. Tutte utili, comunque, al nostro assunto, e anche stimolanti per chiunque volesse servirsene per affrontare sull’argomento uno studio approfondito e completo. Vi leggiamo il tasso d’interesse attivo che veniva praticato, il 4,50%, che saliva al 6% in caso di vincolo a un anno o a soli sei mesi, “restando inteso che qualora il deposito non venga disdettato un mese prima della scadenza si intenderà vincolato per periodi uguali e successivi di tempo alle condizioni in uso presso la Banca alla data di scadenza di ciascun vincolo”. Tre lire era il costo del libretto. I depositi riportati vanno dalle 400 alle 20.000 lire. I fogli più numerosi di cui siamo venuti in possesso sono ordini che la sede di Cosenza dà alla filiale “affinché voglia curare l’incasso” di effetti (cambiali) con accreditamento in c/c s.b.f. o rimborso mediante versamento su c/c postale 6/531. E a seguire i nomi dei clienti debitori con accanto il relativo importo, ed ancora l’annotazione “con spese” oppure “senza spese”. Vi abbiamo letto in tutto 59 nomi, di commercianti soprattutto, ma anche professionisti, possidenti, impiegati, alcuni nomi sconosciuti, ma tanti noti ancora oggi tra la gente di Badolato: un interessante spaccato della vita economica di questo paese. E anche i rapporti con l’esterno erano in qualche misura non trascurabili: vi leggiamo carte del Credito Italiano di Catanzaro, della Cassa di Risparmio della Calabria Citeriore di Cosenza, del Banco di Sicilia di Messina. Un’ultima nota prima di chiudere. Non sempre siamo soli a scavare nel nostro passato. A parte il professore Gesualdo che per primo ed in modo instancabile ha iniziato a tracciare un profondo solco storiografico nelle radici nostre, ma anche altrui, c’è talvolta qualche altra persona pronta a intervenire là dove si presenta l’occasione di un qualche recupero. Nel caso della filiale badolatese della Banca Cattolica di Calabria, il professore Pasquale Rudi ha recuperato il relativo timbro lineare oltre che il datario, e ci ha partecipato la riproduzione che si può qui osservare. |