(Ringraziamo l’amico lettore e spesso collaboratore Peppino Caminiti che ci ha donato, scritto a
mano, il pezzo che segue che noi digitiamo e porgiamo con piacere ai nostri lettori, perché documenta
belle doti di un Badolatese, da conoscere e da apprezzare, e che dovrebbero essere di esempio per tanta
gente, per ogni cittadino, per ogni persona.)
Ne “La Radice” di dicembre 2020 viene ricordata la vita del geometra Anoja. Volevo aggiungere a
quello che ha scritto il professore Squillacioti che l’impresa del geometra Anoja è stata l’unica impresa
che agli operai, oltre a mettere nella busta paga tutte le giornate lavorative, se si facevano 2 ore di
straordinario le pagava secondo norma, mentre quasi tutte le altre imprese mettevano sulla busta paga al
massimo 13 giornate, il minimo per poter percepire gli assegni famigliari dall’INPS.
Per il geometra Anoja nel 1966 abbiamo pure lavorato al frantoio del Jardino, io e Pasquale Battaglia
detto ’e Maria Teresa, e ognuno di noi due lavorava da frantoiano a giorni alterni perché il geometra aveva
bisogno di un solo operaio, e noi gli abbiamo così garantito un operaio.
Ho lavorato con lui anche alla riparazione dell’acquedotto dalle timpe dell’inferno sino al pozzetto
dei Castaràci Insieme a tanti altri nostri paesani ho lavorato anche alla strada di Giambartolo-Soglia,
progettata dal geometra Anoja con la sua direzione dei lavori.
Non possiamo dimenticarci dell’ingegnere Anoja, come lo chiamavamo noi.
Peppino Caminiti
(*) – Il compianto Peppino Menniti (u Breu), in questi ultimi anni aveva “scoperto” questo periodico al quale
dava la sua collaborazione con contributi riguardanti contenuti e argomenti di storia nostrana, quali soprannomi,
toponimi e altri dati caratterizzanti il mondo badolatese prima di avviarsi alla veloce trasformazione cui tutti
assistiamo. Pertanto la sua dipartita è una perdita anche per questa nostra attività. Commossi porgiamo sentite
condoglianze ai suoi congiunti, cari amici nostri anche loro.