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Data: 31/08/2015 - Anno: 21 - Numero: 2 - Pagina: 27 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

UN COMBATTENTE IN SPAGNA

Letture: 305               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

UN COMBATTENTE IN SPAGNA
Antonio Caminiti
(Badolato, 2.12.1906 - 27.3.1990)

Si sostiene spesso, in Italia e nel mondo, che il secolo ventesimo è stato caratterizzato dallo
scorrimento di grandi fiumi di rosso sangue umano per le numerose guerre, grandi e piccole,
che la pazzia dell’uomo ha combattuto sul Pianeta. Ero ancora bambino quando, alunno sui
banchi di scuola, sentivo in classe ogni giorno la frase “morto in Libia”: era l’espressione,
non tanto scherzosa, che veniva pronunciata,
quasi sempre in coro e ad alta voce, quando
l’insegnante durane l’appello diceva il nome
di un alunno che non rispondeva “presente”
perché nell’aula non c’era. Si trattava, molto
chiaramente, di un palese richiamo alla
guerra del 1911 durante la quale avevamo
conquistato lo “scatolone di sabbia della Tripolitania”,
di cui gli Italiani avevano un vivo
ricordo nonostante fossero passati tre decenni.
Poi ci fu la Grande Guerra del 1915-18
e, dopo non tanti lustri, la Seconda Guerra
del 1939-45, più Mondiale della Prima, che
hanno imporporato quasi tutto il Pianeta, e di
cui non si finirà mai di parlare e soprattutto
di scrivere.
Tra le due Grandi Guerre, un altro conflitto,
di poca risonanza, quasi una scaramuccia
rispetto ai due Mondiali, definibile -secondo
noi- italoafricana, in quanto voluta e combattuta dall’Italia per colonizzare terre altrui e poter
quindi aggiungere al “Regno d’Italia” la roboante denominazione di “Impero d’Etiopia”.
Di un’altra guerra ancora, combattuta in Europa nella prima metà del secolo ventesimo,
si è quasi perduto il ricordo, almeno tra le Masse, non solo d’Italia, e anche nelle Scuole, e
persino negli interessi della maggior parte degli Storici d’oggi. Ci riferiamo alla Guerra Civile
Spagnola, che ebbe inizio il 17 luglio 1936 e fine il 1° aprile 1939. I grandi vuoti di potere, e
la conseguente instabilità politica che si protraeva in Spagna sin dal 1931, hanno avuto alla
fine lo sbocco nella nascita della Repubblica Spagnola con la vittoria dei Partiti di Sinistra alle
Elezioni del 16 febbraio 1936. Ma, come era facilmente prevedibile, contro la giovane Istituzione
Repubblicana fu immediata la Sollevazione armata (luglio 1936) guidata da ben quattro
generali, primo fra tutti Francisco Franco, il Caudillo.
Il caso, come si sa, divenne a questo punto d’interesse e di livello europeo, e furono decise
restrizioni nei confronti della Spagna. Hitler violò per primo l’embargo. Lo stesso fece Mussolini
inviando in aiuto unità aeronautiche e artiglierie con la Legione “Condor”. L’U.R.S.S.
appoggiò ufficialmente i Repubblicani. Gruppi volontari di antifascisti si sono organizzati
nelle Brigate Internazionali accorrendo dagli U.S.A., dal Canada, dall’Inghilterra. Inquadrati
nel Battaglione “Garibaldi”, “nella Colonna Italiana” e nelle Brigate “Giustizia e Libertà” accorsero
in Spagna a dare man forte ai Repubblicani anche circa quattromila italiani tra i quali
Di Vittorio, Longo, Nenni, Nitti, Pajetta, Rosselli, Togliatti,…

Ecco: “La Radice” non pretende di riscrivere la storia della Guerra Civile di Spagna, ché lo
hanno fatto altri, che ne avevano il compito e la capacità, ma intende semplicemente fermare
l’attenzione sul fatto che Badolato, periferia d’Europa, ha partecipato a quella guerra con la
presenza “volontaria” di alcuni suoi figli. Pochi, e di cui non conosciamo quasi nulla, ma di
uno di loro possiamo qui scrivere e lo facciamo volentieri, con lo stesso interesse culturale che
ci ha guidati quando, ad esempio, abbiamo scritto del marinaio Antonio Paparo alla Battaglia
di Punta Stilo, o del cancelliere Peppino Pisani martire dell’odio fratricida in quel di Genova,
o del partigiano Pietro Loiero. Con la soddisfazione aggiunta di colmare in qualche modo una
lacuna giacché non avevamo mai scritto di questi altri nostri soldati.
Nella speranza che qualcuno un giorno conduca una ricerca sistematica e completa sui
Badolatesi (quanti sono?) che hanno combattuto in Spagna durante la Guerra Civile, noi ci
limitiamo ora a ricavare notizie da un promemoria preparatoci allo scopo dall’amico Peppino
Caminiti, Maresciallo in pensione dell’Aeronautica Militare, figlio dell’Antonio Caminiti di
cui leggiamo nel titolo di questo articolo.
Siamo pertanto in grado di scrivere i nomi di quattro Badolatesi che hanno preso parte alla
Guerra di Spagna: Caminiti Antonio, Caporale Pasquale (Abbàti), Lanciano Vincenzo (Ncìnciaru),
Gallelli Francesco (Farticchjàru).
Antonio Caminiti era nato a Badolato nel 1906 da Giuseppe e da Rosa Carnuccio (I Caminiti
erano approdati a Badolato, provenienti dalla zona di Reggio Calabria, nella seconda metà
del secolo XIX.). Contadino come il 90% dei Badolatesi, prestò il servizio militare di leva dal
19 aprile 1926 al 5 settembre 1927 nel 18° Reggimento Artiglieria da Campagna.
Tornato a fare il contadino rimase a lavorare sulle terre di famiglia per nove anni, durante i
quali contrasse matrimonio ed ebbe tre figli. Ma nel 1936, attratto, come altri, dal miraggio di un
cospicuo gruzzoletto andando a portare le sue braccia in Etiopia, venne “Arruolato Volontario per
l’A.O.I. con ferma indeterminata e assegnato al 24° Reggimento Artiglieria.” Racconta il figlio
che “la partenza avvenne da Napoli, ma dopo qualche ora di mare il Cappellano della nave avvisò
che si cambiava rotta: si andava in Spagna.” Si accorreva -ovviamente- in aiuto di Francisco Franco,
per contribuire a quella vittoria che lo incoronerà dittatore di Spagna sino alla morte.
Noi, col Foglio matricolare davanti possiamo scrivere che dall’1 febbraio 1937 è “Volontario
in servizio non isolato all’estero nel 1° Reggimento Artiglieria Volontari Littorio”, e pertanto
“trasferito, agli effetti matricolari, al distretto militare di Napoli perché partito”. Risulta
sbarcato a Cadice il 7 febbraio 1937. In detto 1° Rgt. Art. Volontari Littorio viene promosso
Caporale con anzianità e decorrenza assegni 16.2.1939.
Leggiamo, infine, sul Foglio matricolare:
Imbarcatosi a Cadice per rimpatrio, lì 30 maggio 1939.
Rimpatriato - Distretto Militare di Napoli, lì 6 giugno 1939.
Pagato premio di terminata missione volontaria dal detto distacc.to in L 2.860, lì 2.7.1939.
Nel Distretto Militare di Catanzaro, lì 3 luglio 1939.
Decorato della medaglia commemorativa della campagna di Spagna.
Vincenzo Squillacioti
(Si ringrazia per la preziosa collaborazione l’amico Peppino Caminiti, residente a Roma
con la famiglia.)


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