Data: 30/04/2015 - Anno: 21 - Numero: 1 - Pagina: 1 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
UN’ALTRA SCRITTA: “DOPOLAVORO COMUNALE” |
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“La Radice” cerca, e acquisisce, anche le Scritte, quelle in qualche modo “pubbliche” e in qualche modo “storiche”. Lo abbiamo fatto, ad esempio, con le numerose frasi scritte sui muri esterni delle case negli anni Trenta dello scorso secolo per esaltare il Fascismo e il suo Duce. Ma ci siamo attivati anche per acquisire alla documentazione storica le centinaia di scritte lasciate sui muri di un’aula-soggiorno dell’edificio scolastico in contrada San Domenico, adibito a Centro di accoglienza per le centinaia di Kurdi ospitati qui da noi da fine dicembre del 1997. La scritta della foto accanto rimane ancora lì, dopo circa novant’anni, sul portale in granito del fu Palazzo Guarna, all’ingresso dal piano terra nel Largo Matteotti n° 2 in Badolato Superiore. L’istituzione dei dopolavori è dovuta in Italia all’Associazione Opera Nazionale del Dopolavoro, creata il 1° maggio 1925 dal Regime Fascista alle dirette dipendenze del Capo del Governo, con la finalità statutaria di curare l’elevazione morale e fisica del popolo attraverso lo Sport, l’Escursionismo, il Turismo, l’Educazione Artistica, la Cultura Popolare, l’Assistenza Sociale, Igienica, Sanitaria ed il Perfezionamento Professionale. Non sappiamo quanto durò e come funzionò il Dopolavoro di Badolato, ma la Storia ci dice che nella Nazione non si raggiunsero gli obiettivi velati di creare stili di vita, tenere sotto controllo l’umore del popolo, frenare le opposizioni al Regime. Nel 1945 l’Associazione prese il nome di ENAL (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori): con altre finalità e caratteristiche ebbe vita sino alla comparsa dell’U.S.L.
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