|
Data: 31/03/2004 - Anno: 10 - Numero: 1 - Pagina: 33 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
Letture: 1216
AUTORE: Tota Gallelli (Altri articoli dell'autore)
Veniva marzo e le galline chiocciavano, le donne preparavano la covata. Sceglievano le uova, dovevano essere fresche e delle galline tra le quali cÕera un gallo; poi le osservavano uno per uno alla fiamma di una candela perchŽ secondo loro si riusciva a distinguere lÕuovo fecondato; sarˆ stato vero o no questo dava una certa tranquillitˆ. La chioccia con le ali aperte teneva sotto il suo corpo le uova e ogni tanto con le zampe le girava per scaldarle in modo uniforme e perchŽ nessun uovo restasse scoperto. Una volta al giorno la padrona la faceva uscire dal nido per farla mangiare bere e fare i bisogni, e nel frattempo copriva le uova con un panno di lana per non lasciarle raffreddare. Queste cominciavano a schiudersi al ventiduesimo giorno e in un paio di giorni erano tutte schiuse. Mamma chioccia teneva i suoi piccoli per qualche giorno nel nido e poi usciva fuori con la sua covata chiamandoli e insegnando loro a beccare. Guai a chi si avvicinava ai suoi pulcini! Li difendeva scagliandosi contro con le sue beccate.
|
|