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UN’ALBA DA MIA MADRE Dal balcone della mia casa, 17 marzo attorno alle sei Vito Teti
Autore:     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/03/2004 - Anno: 10 - Numero: 1 - Pagina: 33 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

USI E COSTUMI

Letture: 1217               AUTORE: Tota Gallelli (Altri articoli dell'autore)        

Veniva marzo e le galline chiocciavano, le donne preparavano la covata.
Sceglievano le uova, dovevano essere fresche e delle galline tra le quali cÕera
un gallo; poi le osservavano uno per uno alla fiamma di una candela perchŽ
secondo loro si riusciva a distinguere lÕuovo fecondato; sarˆ stato vero o no
questo dava una certa tranquillitˆ.
La chioccia con le ali aperte teneva sotto il suo corpo le uova e ogni tanto con
le zampe le girava per scaldarle in modo uniforme e perchŽ nessun uovo restasse
scoperto. Una volta al giorno la padrona la faceva uscire dal nido per farla
mangiare bere e fare i bisogni, e nel frattempo copriva le uova con un panno di
lana per non lasciarle raffreddare.
Queste cominciavano a schiudersi al ventiduesimo giorno e in un paio di giorni
erano tutte schiuse.
Mamma chioccia teneva i suoi piccoli per qualche giorno nel nido e poi usciva
fuori con la sua covata chiamandoli e insegnando loro a beccare. Guai a chi si
avvicinava ai suoi pulcini! Li difendeva scagliandosi contro con le sue beccate.



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