Data: 30/04/2021 - Anno: 27 - Numero: 1 - Pagina: 47 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Mario Ruggero Gallelli (Altri articoli dell'autore)
Il 19 febbraio del 1991 presso lo studio del notaio Natale Naso, in Soverato, con atto rep. 25122, veniva sottoscritto l’atto costitutivo dell’Associazione culturale “La Radice” e con esso lo Statuto che regola gli obiettivi e le finalità che l’Associazione persegue. L’articolo 4 così recita: “L’Associazione ha lo scopo di ricerca e promozione culturale”. Più specificatamente alla lettera b lo statuto focalizza che: “È nell’intento dei soci partecipanti di promuovere il recupero e la conservazione dei reperti presenti nel territorio, anche mediante contatti e opere di sensibilizzazione nei confronti degli uffici e delle autorità competenti”. È nel pieno rispetto dei dettami dello Statuto che, in questi trent’anni di vita associativa, ci siamo mossi e ci stiamo muovendo, talvolta in partenariato con altre realtà di volontariato ed Enti presenti e operanti nel nostro territorio. A tal proposito penso al recupero della storica fontana di “Granèli”; alla provocatoria iniziativa del dissotterramento della fontana “do Cafùni” e di quella di “Santu Nicolèhṛu u vecchju”; al determinante impegno per la messa in sicurezza della torre campanaria (del 1539) in Badolato Borgo; e ancora, al recupero della lapide a ricordo dei Caduti nelle due Guerre Mondiali, ricollocata poi nell’originario spazio della facciata sud della chiesa Matrice. Quest’ultima operazione ha richiesto un importante lavoro di ricerca riguardante l’aggiunta di alcuni nostri concittadini caduti e non inseriti nel precedente elenco. Molte altre sono state, altresì, le iniziative dove siamo stati attenti, talvolta critici, collaboratori. In questa ottica stiamo seguendo, da qualche anno, l’iter che porterà al restauro dell’affresco basiliano, databile intorno al 1450, che si trova nella piccola grotta sul retro dell’Altare all’interno del Santuario della Madonna della Sanità. Osservando e intrecciando i ricordi, le testimonianze e lo studio riferiti ai luoghi del Santuario, siamo giunti alla convinzione dell’esistenza di una cisterna per la raccolta delle acque piovane, presumibilmente ubicata all’esterno del Santuario stesso. All’altezza della linea di gronda della falda sud esiste, infatti, un manufatto incastonato nella muratura che raccoglie, appunto, le acque piovane del tetto per poi farle defluire, per mezzo di un pluviale in terracotta, nel terreno sottostante. È nei pressi di questa uscita che si sono concentrate le ricerche della possibile esistenza della cisterna. Non si poteva, dunque, rimanere indifferenti, soprattutto in quanto tutte le testimonianze concordavano in un volontario interramento della stessa, con materiale di risulta eseguito in tempi non tanto lontani. L’entusiasmante collaborazione e l’assoluta disponibilità del Rettore del Santuario don Salvatore Tropiano, ci hanno permesso di iniziare le ricerche per l’individuazione e la localizzazione della cisterna. Dopo alcuni giorni di scavo, quasi a mani nude, si è potuto intravedere, finalmente, qualche piccolo elemento riconducibile al manufatto. Ci siamo resi conto che l’operazione fosse più complessa del previsto e conseguentemente troppo onerosa per le nostre possibilità. Come in altre occasioni, abbiamo chiesto il supporto, anche economico, all’A.V.I.S. di Badolato, stimolati anche dalla nostra costante vicinanza alle loro iniziative con atti di sensibilizzazione alla donazione del sangue. La nostra richiesta non è rimasta inascoltata. La collaborazione della meritoria Associazione è stata, dunque, determinante. All’appello hanno risposto positivamente, altresì, alcune ditte specializzate che, con i loro mezzi meccanici, hanno rimosso dei detriti, lavorando con entusiasmo e competenza, a titolo gratuito. Agli amici titolari delle ditte di Francesco Gallelli e di Andrea Caporale va, dunque, il nostro sentito ringraziamento. Il manufatto dopo giorni di lavoro poteva rivedere, finalmente, la luce del sole. Purtroppo, però, parte della volta che racchiudeva la grande cisterna (lunga 4,25metri, larga 3,35 e alta 6,00) era inesistente. Ma non ci siamo rassegnati: la ricostruzione della volta mancante, la realizzazione della bocca e la pavimentazione in pietra dell’area sovrastante hanno completato il lavoro di recupero della cisterna, che interamente illuminata è stata resa pronta alla fruibilità dei visitatori, che ci auguriamo numerosi, anche perché siamo da sempre fermamente convinti che “cultura è anche partecipazione”.
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