Data: 31/12/2021 - Anno: 27 - Numero: 3 - Pagina: 12 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
IN RICORDO DI ENRICO FIERRO: UNO SCRITTORE E GIORNALISTA D’ALTRI TEMPI, |
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AUTORE: Guerino Nisticò (Altri articoli dell'autore)
IN RICORDO DI ENRICO FIERRO: UNO SCRITTORE E GIORNALISTA D’ALTRI TEMPI, UN “BADOLATESE D’ADOZIONE” CHE AMÒ TANTO BADOLATO! Improvvisamente, l’8 Novembre 2021, dopo due mesi di degenza in ospedale, l’amico giornalista e scrittore Enrico Fierro, “badolatese d’adozione” dal 2010, è andato via! Un vero giornalista, straordinario e dalla schiena dritta, che amava tanto Badolato e la sua Comunità, che amava per davvero la Calabria e che nella nostra regione aveva combattuto battaglie civili coraggiose (di recente quella su e per Riace). Enrico, originario di Avellino, militò fin da giovane nel Partito Comunista Italiano divenendone un quadro-dirigente. Scrisse per il settimanale “Dossier Sud” e per “La Voce della Campania” e per i periodici “L’Espresso”, “Epoca” e “Avvenimenti”. Collaborò, inoltre, a trasmissioni e inchieste per la televisione. Importantissima fu la sua collaborazione con il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, in qualità di inviato speciale in missioni di guerra. Per L’Unità realizzò, infatti, reportage sulla crisi dell’Albania e sulla guerra in Kosovo. Negli ultimi anni lavorò per Il Fatto Quotidiano, per poi seguire il collega Stefano Feltri al nuovo quotidiano Domani, per il quale ha scritto nell’ultimo anno della sua vita. Nel corso della sua attività rilasciò interviste a La Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, Herald Tribune, New York Times, CNN, e fu il protagonista di una docu-fiction sul primo canale della TV tedesca. Realizzò, assieme a Ruben H. Oliva, il documentario “La Santa. Viaggio nella ‘ndrangheta sconosciuta”, ed assieme all’omonima pubblicazione, ottenne il Premio Globo d’Oro 2007/2008, il Premio Borsellino 2007 e il Premio Itaca 2008. Il 4 maggio 2013 il nostro Enrico Fierro ricevette il premio Gerbera Gialla per il giornalismo, consegnatogli a Reggio Calabria dall’associazione antimafia “Riferimenti”. Scrisse anche diversi libri tra cui, nel 2017, “La Genovese. Una storia di amore e di rabbia”, edito dalla Compagnia Editoriale Aliberti. Di recente, sposando senza remore ed in maniera pura e determinata la causa di Riace e Mimmo Lucano, scrisse e presentò in giro per l’Italia Riace Social Blues: uno spettacolo teatrale sulla storia di Mimmo Lucano e del piccolo paese locrideo, il racconto di una umanità giusta che guarda ai valori dell’uguaglianza, che narra anzi “dice”… perché per questa storia non servono attori, non si può recitare la vita ma si può solo dire. Ogni tanto il caro Enrico scriveva per “foglieviaggi”, fuori dalla mischia politica, ma il suo linguaggio era sempre appassionato e conservava la grande capacità di fare “entrare dentro” i luoghi, le persone, la loro natura e le loro ragioni. Uno dei suoi ultimi articoli, molto bello ed appassionato, redatto e pubblicato a seguito del primo grande lockdown durante l’emergenza Covid-19, si intitolava: “BADOLATO: IL PAESE CHE TI SA ASPETTARE”. «Badolato è un “paese comunità” - scriveva Enrico Fierro in questo breve ma intenso articolo - dove la gente che viene da fuori ha stretto amicizie e legami con la gente del posto. Legami umani solidi che vanno molto al di là di concetti che non ce la fanno a rendere l’idea (turismo, integrazione). […] Badolato: dove il tempo è fuori dal tempo, dove i luoghi non sono luoghi, dove la persona si fonde nella comunità. “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” scriveva Cesare Pavese e Badolato è un paese-comunità che ti sa aspettare, sempre!». Nel novembre 2019 Enrico Fierro, all’epoca dei fatti collaboratore de Il Fatto Quotidiano, soggiornò a Badolato per una lunga settimana di riprese, con un tour speciale nella Calabria ionica tra Badolato e Riace, in compagnia di una troupe di giornalisti e cineoperatori del suddetto quotidiano nazionale e della sua web-TV “LOFT”. Si trattò di riprese dettagliate con interviste realizzate a Badolato -tra borgo, campagne e mare- con Andrea Caminiti ed Elisa Laurora, Guerino Nisticò, Cathy Rosinski, Muneeb Shahzad, le donne del borgo Rosina e Peppina, e tanti altri. La web-TV mise poi in onda, sulla propria piattaforma, il documentario “Italia.doc/Regioni” con uno speciale dedicato alla Calabria ed a particolari “storie calabresi” e con un doppio servizio anche sulla nostra Badolato. Enrico Fierro, in data 27 Dicembre 2021, per una sua esplicita richiesta ante-mortem resa pubblica anche attraverso un recente articolo-intervista, è stato tumulato nel nostro cimitero. L’urna con le sue ceneri, grazie anche alla disponibilità dell’Amministrazione comunale attuale, è stata portata a Badolato dalla sua grande e straordinaria famiglia ed è stata accolta da un gruppo di amici storici badolatesi e non, assieme ad una rappresentanza istituzionale del Comune di Badolato. Le sue ceneri resteranno custodite all’interno di un loculo del terzo piano del cimitero comunale, in prossimità della cappella. Ora Enrico riposa dove voleva, nella terra che è diventata sua, che lo ha accolto e che aveva accolto nel suo cuore, con vista sul suo-nostro amato borgo antico e sul mare di Ulisse. Durante la cerimonia di tumulazione - privata, laica ed informale - sono stati diversi ed appassionati i saluti e gli interventi commossi in ricordo di Enrico, a partire dalla figlia Rossella - presente con le sorelle Raffaella e Martina e con la madre Carmen (ex moglie di Enrico) - e dalla sua compagna Frances, accompagnata dai loro giovani figli Livia e James. Sono seguiti i ricordi e le parole di Lucio Musolino, suo amico e collega giornalista, e degli amici badolatesi Turi Caminiti, Pepè Argirò, Guerino Nisticò e Gianni Verdiglione che ha curato la realizzazione della lapide marmorea. Enrico era e resterà per sempre un pezzo importante di questa nostra piccola-grande nuova comunità multiculturale badolatese. Resterà nella memoria e nel cuore di tanti! «Scrivere di Enrico - dichiara il suo grande amico badolatese Domenico Rotiroti - non è facile perché con la parola scritta ci sapeva fare, quindi un po’ temo la brutta figura. Enrico per me più che un amico è un fratello; quello con cui ho condiviso la vita, le serate, le sigarette, un bicchiere di vino e il parlare di tutto e di niente sempre sorridendoci, sempre volendoci bene. È una persona speciale, io non riesco a parlare al passato perché con lui il passato non esiste, esiste ma solamente un presente dove lui è un dono e i doni belli te li porti dentro per tutta la vita. Ho avuto una gran fortuna ad incontrarlo e non è un caso che sia successo a Badolato borgo, che è luogo magico dove incontri persone speciali e sei circondato di incanto. Enrico era una di quelle stelle che se alzi gli occhi al cielo spalanchi la bocca dallo stupore. Chi ha avuto fortuna di assistere al suo passaggio ne è rimasto incantato. Ciao amico mio!». «Ho conosciuto Enrico - dichiara Turi Camini in un appassionato e personale ricordo - fin dalle primissime volte che venne a Badolato. Inutile dire che diventammo subito amici, perché in comune avevamo la visione, il sogno e l’utopia di una società più giusta. Una società dove non esistono “ultimi” o “clandestini”. Enrico era un compagno, nella sua accezione più bella “cum panis”, che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, amori, lotte e anche sofferenze, come diceva qualche vecchio compagno partigiano. Lui amava Badolato, quasi incondizionatamente, arrivava da noi non solo per le meritate vacanze insieme alla sua splendida famiglia, ma ogni qualvolta per lavoro, ricerche, studio, si trovava in Calabria. Ci mancheranno le notti passate a fumare e a litigare sui destini del mondo insieme a Totò il Pirri, a proporre soluzioni, a interrogarci sui nostri errori e sulla nostra storia. Adesso anche lui “dorme” sulla nostra collina, di fronte al nostro paese e al mare di Ulisse, insieme ad altri amici e compagni ai quali vorremo sempre un gran bene e che non dimenticheremo… e cercheremo ancora di cambiare questo mondo, anche per loro ».
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