Data: 31/12/2016 - Anno: 22 - Numero: 3 - Pagina: 40 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
DON VINCENZINO GALLELLI (BADOLATO, 1.2.1939 – 13.9.2016) Nato alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, periodo già difficile per tanti popoli tra i quali quello italiano, avrebbe avuto qualche difficoltà a coltivare la precoce vocazione al Sacerdozio se non fosse stato supportato dalla benevolenza delle Autorità ecclesiastiche che hanno creduto in un ragazzo attento, diligente, rispettoso. E non gli fu difficile pervenire all’Ordinazione sacerdotale, il 6 agosto del 1966. Gli sarebbe piaciuto fare il Cappellano Militare, non certo per la “carriera?, ma per poter vivere sportivamente giovane tra i giovani. Rinunciò anche alla vita da curiale propostagli dai Superiori, e scelse di fare il prete tra la gente del suo paese, vivendo in seno alla famiglia cui era molto legato. E fu Sacerdote scrupoloso, ma anche molto disponi- bile a soddisfare le esigenze della gente. Attento studioso dei testi biblici per meglio acquisirli, rifuggiva dalla teatralità e dalla platealità che in genere piacciono al popolo. Quando si è ritirato dall’attività pastorale l’Arciprete Peronace, già malato e con grave difficoltà alla vista, divenne Parroco unico di Badolato Superiore, e poi unico Sacerdote in paese, dopo lunghi periodi dei secoli passati in cui non bastavano le due mani a contarli tutti. Ai lutti in famiglia si affiancò la veloce e costante diminuzione dei Parrocchiani nel millenario paese a procurargli sofferenza, senza perdere, però, la mitezza del carattere e un sorriso per tutti. Con lui perdiamo anche un attento lettore de “La Radice”, e un collaboratore, del quale vogliamo qui riproporre un contributo che può essere utile a meglio conoscere l’uomo e il Sacerdote.
AL PRESEPE Son qui. La tua capanna è coperta di muschio. Nell’azzurro profondo dei tuoi occhi si son fermati i pensieri. Le cose che volevo dirTi non le ricordo più. Tu scendi a portare il fuoco nel mondo. La luna corre nel cielo in cerca d’avidi cuori. Domani, più tardi, Ti rivedrò diverso: io stesso avrò fabbricato il legno del patire e il rigetto dell’infinito Amore. Tace il querulo aquilone nella notte santa. Una stella è sbocciata nell’aria. Ma le cose che volevo dirTi non le ricordo più. Vincenzo Gallelli (da “La Radice”, n° 4/1996, pag. 2)
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