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Data: 31/03/2007 - Anno: 13 - Numero: 1 - Pagina: 11 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

DOVE SCORRE IL FIUME ALESSI?

Letture: 1324               AUTORE: Lorenzo Viscido (Altri articoli dell'autore)        

Il quinto libro narra la storia dei citaredi Reggino ed Eunomo di Locri e del loro arrivo a Delfi. Il territorio di Reggio e quello di Locri sono divisi da un fiume (l’Alex). Le cicale dei reggini sono silenziose, quelle della Locride, invece, cantano. In gara con Reggino, Eunomo vinse l’avversario grazie al canto di una cicala. Allora, infatti, l’armonia era basata su uno strumento a sette corde, e siccome una di queste s’era spezzata, una cicala, volata sulla cetra, sostituì la corda mancante”.
Tale passo, riprodotto in lingua italiana, è stato estrapolato da un’opera di Conone, un mitografo greco vissuto tra il I secolo a. C. ed il I d. C. Si tratta delle Diegeseis, contenenti 50 racconti mitologici e perciò ritenute “una sorta di manuale di mitologia”1, a noi noto esclusivamente grazie a una epitome del patriarca Fozio (sec. IX).
Sempre riguardo al succitato passo, che costituisce una testimonianza di mitico antagonismo canoro tra reggini e locresi e che mi fa ricordare quanto Diodoro Siculo (IV, 22, 5) scrisse a proposito di Eracle, ossia che, giunto al confine tra Reggio e Locri, egli sostò indisturbato sul lato reggino per l’interruzione del canto delle cicale 2, in tal sede desidero soffermarmi un po’ su quel che Cristina Torre ha recentemente asserito circa il fiume Alex, ovvero che questo potamos “è probabilmente l’attuale Alessi, fiume che sbocca nello Jonio nei pressi di Squillace”3.
Mi permetto di far notare che l’asserzione della Torre non risponde a verità in quanto l’Alex menzionato da Conone non “sbocca”, come meglio spiegherò fra poco, “nei pressi di Squillace”, né scorre nella sua area, molto distante da quella reggina e locrese. Esso, quindi, considerato dal predetto mitografo (ma pure, ad es., da Strabone, Geogr. VI, 1, 9), il limes tra le colonie greche di Reggio e Locri, va identificato diversamente. In merito a ciò, coglie a mio avviso nel segno Gian Piero Givigliano quando egli afferma che “la sua identificazione, controversa per lungo tempo e contesa tra le fiumare di Melito e di Amendolea, sul lato più meridionale della Calabria, può dirsi ormai definitivamente acquisita e localizzata nel torrente Aranghia o Fiumara di Galati, che sbocca presso il centro omonimo, immediatamente a nord di Capo Spartivento. Infatti questo corso d’acqua nasce in prossimità di una chiesetta intitolata a Santa Maria dell’Alica: la titolatura, connessa agli aspetti conservativi tipici dei luoghi di culto, rende abbastanza evidente il rapporto con l’antico Alex...”4.
In virtù di quanto precede, il lettore si renderà facilmente conto che l’Alessi, le cui acque sfociano nelle vicinanze di Squillace, non può essere confuso col fiume ricordato da Conone.

1. C. TORRE, Uomini e città della BRETTIA nella Biblioteca di Fozio, in G. P. GIVIGLIANO (a cura di), In Calabria ... Riflessi di una storia “minore” al centro del Mediterraneo, Napoli 2006, p. 202.
2. Che le cicale fossero silenziose nel territorio reggino e che, al contrario, cantasssero in quello locrese lo conferma Plinio, Nat. hist. XI, 95.
3. C. TORRE, cit., p. 203.
4. G. P. GIVIGLIANO, Geografia e mitologia dei fiumi della Brettia, in C. D. FONSECA (a cura di), Le vie dell’acqua, Soveria Mannelli 1995, p. 125.


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