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Data: 30/12/2020 - Anno: 26 - Numero: 2 - Pagina: 40 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

FESTA DELLA VERGINE SS.ma ASSUNTA

Letture: 777               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

“FESTA DELLA VERGINE SS.ma ASSUNTA
a cura della Confraternita dell’Immacolata in Badolato”
1914

Quanto viene narrato qui di seguito non è, in verità, un “avvenimento” storico nell’accezione che
più è propria del termine, ma è un “fatto”, l’esempio di un metodo di storica valenza, anche notevole,
se vogliamo, per quel che riguarda Badolato e i Badolatesi nel corso dei secoli. È sintomatico, ciò
che segue, della capacità d’iniziativa e della determinazione, caratterizzanti, nel passato, il popolo
badolatese. Ciò vale, ovviamente, per tantissime altre Comunità, di ogni dove.
Vogliamo qui ricordare, a tale proposito, due soli casi, distanti tra loro alcuni secoli. Durante la
“dominazione” spagnola, il popolo badolatese, stanco dei balzelli e delle angherie che era costretto
a subire da parte dei signori del luogo, ha inoltrato una vibrata protesta scritta al Viceré, a Napoli,
concludendo con l’espressione “preferiamo meglio i Turchi”. Altra importante prova di fermezza il
popolo di Badolato l’ha dimostrata con lo sciopero al rovescio dell’ottobre 1950–gennaio 1951, una
grande sfida alle Istituzioni dello Stato, che alla fine hanno ceduto, lasciando al popolo la possibilità
di continuare nella realizzazione del proprio progetto (la strada carrabile, realizzata solo in parte, che
da Giambartolo porta alla montagna).
Questa volta, come in altri casi, a scavare nel nostro passato, non siamo stati noi, ma uno
degli amici, che, abituati a frequentare Archivi vari per ottimizzare le loro ricerche e i loro studi,
s’imbattono talvolta in documenti riguardanti Badolato, e subito ce li partecipano, sicuri che ne
facciamo buon uso. In questo caso il documento che prendiamo in esame ci è stato trasmesso da
Catanzaro dall’amico scrittore Silvestro Bressi, che ringraziamo ancora per la sua costante vicinanza.
Il documento in questione è un articolo stampato nel 1914 da un giornale di Catanzaro, VITA NUOVA,
con il titolo che diamo anche noi a questo scritto. L’articolo non è firmato, ma in calce ad una
delle pagine mandateci per e-mail vi leggiamo “Dott. Francesco Caporale direttore”. Da ciò, e da
alcune altre considerazioni, deduciamo che sia stato scritto proprio da don Ciccio Caporale, o quanto
meno da lui voluto, stimolato, impostato. A questo punto riteniamo doveroso, oltre che opportuno,
scrivere poche righe, in qualche modo illuminanti, del periodico, e soprattutto del suo direttore, don
Francesco Caporale.
Su don Ciccio Caporale, badolatese qui nato nel 1872 e morto a Catanzaro dove è vissuto per
lunghi periodi della sua vita, “La Radice” ha un corposo dossier, comunque non esaustivo, ma, per
motivi vari che qui non scriviamo, non si è riusciti a scrivere la biografia di questo prete che leggeva
l’Unità quando la lettura delle sue pagine era dichiaratamente e severamente proibita a parte del
popolo italiano. Lo scrivente, che lo ha conosciuto, e che negli anni Cinquanta ha avuto qualche
occasione per ascoltare dalle sue labbra parole su argomenti di valida formazione socio-politica,
non pretende di scrivere qui la sua biografia, ma si limita ad asserire che il “prete comunista” -così
qualcuno l’ha definito- è stato uno degli uomini più illustri della nostra Calabria, certamente dedito
al ministero sacerdotale quale parroco in Badolato e in Catanzaro, a lungo come professore nel
Seminario vescovile e nell’Istituto Teologico San Pio X; ma molto ed efficacemente impegnato in
sociologia e in politica, anche nel periodo più scabroso dello scorso secolo.
Da un lungo e interessante articolo di Marcello Barberio, stralciamo il seguente breve passo:
“…utriusquejuredoctor (fu) uno dei maggiori rappresentanti del cattolicesimo sociale calabrese,
insieme a Carlo De Cardona, Luigi Nicoletti, Antonino Anile, Francesco Maiolo, Giuseppe Vito
Capialbi, Francesco Mottola, Gaetano Catanoso e Antonio Scalise. Quasi tutti, ‘figure di sacerdoti
che hanno vissuto la loro vita sacerdotale dando testimonianza di una forte tensione per l’elevazione
morale e religiosa e per il riscatto sociale della propria gente’, come tenne a precisare Giovanni
Paolo II, in occasione della sua visita in Calabria nell’ottobre del 1984.”
Per dire, poi, della sua lunga e vibrante attività di magistero socio-politico mediante la stampa,
ci permettiamo di attingere dalla molto valida biografia, che non porta la firma di un badolatese,
ma del Professore Mons. don Emidio Commodaro, di Squillace, stampata a Catanzaro nel 2010.
Trascurando, per doverosa scelta in questo particolare contesto, di scrivere di suoi libri ed opuscoli
vari, ecco in sintesi il suo curriculum giornalistico.
Dalla fine del 1800 al 1911 scrisse sul settimanale, fondato da Michele Cozzipoli nel 1897,
La stella dello Jonio, di cui divenne direttore nel gennaio del 1912, dandogli maggiore spessore
comunicativo e mutandone il titolo in VITA NUOVA, di cui l’ultimo numero fu stampato nel
dicembre del 2015. Poi la guerra, durante la quale don Francesco scrisse su L’Unione Sacra, rivista
della Pontificia Università Teologica Pio X di Catanzaro. Dal 1922 i suoi scritti apparvero sul giornale
Il Popolo fondato da Vito Giuseppe Galati nel gennaio di quell’anno; vi scrisse sino al 1925 quando
il giornale fu soppresso dal Fascismo. Dopo la seconda guerra mondiale, dal 1944 in poi scrisse su
L’Idea Cristiana, il Popolo d’oggi, L’Ora di Calabria (1952-54), L’Avvenire di Calabria (1953-54),
L’Almanacco Calabrese (1953), Il Popolo Calabrese (1958-59).
E veniamo, finalmente, alla Festa di Maria SS.ma Assunta, non prima di aver chiesto scusa agli
amici lettori per la lunga anteprima alla quale non abbiamo voluto rinunciare, perché il Professore
don Ciccio Caporale non poteva essere liquidato con quattro parole: meriterebbe molto di più,
specialmente dai Badolatesi.
Nel circostanziato articolo si legge che S. E. Monsignor Tosi, nostro amatissimo Vescovo, aveva
disposto che la festa dell’Assunta, come parecchie altre del nostro paese, si celebrasse soltanto
nell’interno della Chiesa, senza pompe esteriori, lasciando per questa nostra Chiesa, come festa
solenne quella dell’8 dicembre. I confratelli però con rispettose e vive insistenze ottennero di poter
solennizzare con la processione e le altre esteriorità anche l’Assunta, il 15 Agosto.
E non è mancato nulla che potesse rendere la festa bella ed attraente.
L’Autore dell’articolo si sofferma poi ad elogiare i confratelli per la passione e l’impegno
nell’organizzazione della festa: apparati e illuminazione a profusione; particolare solennità delle
funzioni religiose; grande successo del panegirico del Rev.mo D. Nicola Cosenza, già affezionato
Padre Spirituale della Confraternita e ora Arciprete di Gasperina; lunghe scariche di mortaretti;
servizio in paese per due giorni della promettente musica di S. Andrea.
I confratelli e devoti emigrati si sono ricordati con molto affetto della loro Madonna e hanno
mandato la loro offerta generosa.
A titolo di onore e di gratitudine pubblichiamo i nomi degli oblatori.
Colletta fatta a cura dei signori Caporale Andrea fu Antonio, Gallelli Andrea di Antonio e Paparo
Andrea di Tommaso, Confratelli della Congrega dell’Immacolata, a New Jork. (Il numero scritto
accanto a ciascun nome indica l’importo dell’obolo espresso in lire)
Caporale Andrea 10, Gallelli Andrea 10, Pasquale Leuzzi fu Giuseppe 10, Giuseppe Caporale 5,
Tommaso Piperissa 10, Vincenzo Paparo 5, Domenico Albino 5, Cosimo Procopio 1,25, Vincenzo
Caporale 2,50, Giuseppe Pacetta 2,50, Antonio Bressi 5, Pasquale Bressi 5, Saraco Giovanni, 2,50,
Vincenzo Tresca 2,50, Andrea Libertino 2,50, Raffaele Armogida 5, Vittoria Epifani 1,25, Antonio
Saraco 2,50, Fiorenza Filomena 2,50, Francesco Cossari 10, Andrea Criniti 5, Tommaso Pultrone 5,
Bruno Anania 1,25, Pasquale Procopio 1,25, Gaetano Vitarella 1,25, Antonio Romeo 2,50, Pasquale
Dominianni 1,25, Giuseppe Bressi, 2,50, Angelo Piazzini Tirolo 1, Giuseppe Guarna 1,25, Giuseppe
Alberti Tirolo 3,75, Antonio Vivino 1,25, Luigi Crescenza di Roma 1,25, Francesco Varano 1,25,
Vncenzo Povenzano 1,25, Tommaso Minienzi 1,25, Saverio Varano, 2,50, Saverio Mirarchi 1,25,
Vito Feudale 1,25, Loice Marziale di Roma 1,25, Antonio Serano d’America 0,50, Concetta Feudale
di Isca 0,50, Vincenzo Rovito 2,50, Saverio Devita di Monteleone 1,25, Bruno Miriello di Isca 1,25,
Francesco Vivino d’Isca 1,25, Domenico Peronace di Isca 1,25, Giovanni Grotti di Isca 1,25, Vito
Salvatore 1,25, Catina Mineli di Salerno 1,25, Antonio Papaleo di Giuseppe 10, Giuseppe Papaleo
5, Giuseppe Leuzzi di Pasquale 10, Bruno Rudi di Domenico 5, Tommaso Lentini di Giuseppe 2,50,
Raffaele Vivaldi 5, Giuseppe Feudale di Ferdinando 2,50, Antonio Battaglia fu Bruno 5, Vincenzo
Gallelli fu Antonio 5, Vincenzo Cossari fu Giuseppe 5, Lanciano Francesco fu Vincenzo 5, Antonio
Anania di Isca 2, 50, Saverio Pirelli di Isca 1,25, Vito Miriello d’Isca 1,25, Varano Bruno di Isca
1,25, Varano Vito di Isca 1,25, Vito Anania di Isca 1,25, Mirarchi Raffaele 1,25, Nicola Cristina 1,25,
Antonio Bressi di Isca 1,25, Antonio Nisticò di Isca 1,25, Francesco Arena 1,25, Rosa Rovito di Isca
1,25, Bruno Nisticò 1,25, Vincenzo Lacroce 1,25, Domenico Sinopoli 1,25, Alberto Scicchitano 1,25,
Francesco Leopardo 1,25, Andrea Cossari fu Giuseppe 5, Lanciano Raffaele 2,50, Paolo Conidi fu
Domenico 5, Antonio Amato di Bruno 5, Commodari Bruno 1,25, Antonio Leuzzi di Isca 1, Antonio
Bettino 0,50, Fioramante Naimo 1,25, Nicola Gidaro 1,25, Tommaso Maggiaro 1,25, Varano Raffaele
1,25, Piroso dall’America 1,25, Vincenzo Scicchitano 0,50, Alessandro Delanderia 1,25, Francesco
Cristiano 1,25, Nicola Martelli 1,25, Domenico d’Alessandro 1,25, Antonio Giordinero 1,15.
Villaggio Bondriglia (New York) – Caporale Francesco di Domenico 15, Cossari Francesco di
Antonio 5, Vincenzo Giovanni fu Bruno 5, Vincenzo Armogida di Antonio 5, Andrea Procopio di
Antonio 5, Antonio Caporale di Domenico 10, Andrea Bressi fu Antonio 5, Vincenzo Spinzo fu
Pasquale 2,50, Francesco Lojero di Domenico 5, Vincenzo Criniti di Antonio 5, Giuseppe Criniti di
Antonio 5, Nicola Gidaro di Isca 2,50, Saverio Miriello di Isca 1,25, Vicenzo Vivaldi di Isca 1,25,
Saverio Anania 1,25, Luigi Stella 1,25, Giuseppe Tredera Tirolese 1,25, Bruno Dominianni di Isca
1,25. – Totale lire 348,00.
Per cura dei fratelli Gallelli di Pietro furono spedite altre lire 60,00.
Abbiamo scelto di riportare tutti i nomi degli oblatori anche nella speranza che qualche lettore
trovi tra loro… il proprio nonno: noi abbiamo individuato più di una persona di nostra conoscenza.
Una breve riflessione prima di chiudere. La Colletta di cui sopra rivela -l’abbiamo scritto all’iniziopositiva
ed encomiabile determinazione di un popolo. Bene! Fa parte, secondo noi, di quelle collette
che riteniamo ancora accettabili, che discendono da motivazioni, anche nobili, postulando esigenze
comunitarie non riconducibili ai sacrosanti doveri istituzionali di uno Stato. Da noi, come forse anche
altrove, pullulano intanto mini e maxi campagne di raccolta fondi, la cui efficacia, spesso corposa sul
piano economico, non solo è quasi sempre accompagnata dal dubbio di correttezza e di onestà nella
destinazione, ma è certamente nociva quando viene ideata e realizzata per intervenire in settori che sono
di doverosa competenza dell’Amministrazione di Enti pubblici statali, che sono pertanto inadempienti
e tali rimangono… con la benevola e quindi dannosa copertura della piaga sociale da parte del popolo
oblatore. Al danno si aggiunge la beffa! Ma, lo ripetiamo, non è il caso di questa Colletta.


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