Data: 31/12/2006 - Anno: 12 - Numero: 4 - Pagina: 9 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
IL GLOTTOLOGO ROHLFS E LA GUERRA |
|
Letture: 1401
AUTORE: Franco Mosino (Altri articoli dell'autore)
(Continuando a cercare e ad acquisire testimonianze sui viaggi di Gerhard Rohlfs in Calabria, con la pretesa di fare opera culturale certamente meritoria, non potevamo non chiedere al professore Franco Mosino di rimemorare per noi un episodio raccontatogli dal glottologo tedesco, di cui egli ci diceva tempo fa per telefono. Siamo quindi lieti di ospitare ancora una volta il nostro illustre studioso, ringraziandolo per la benevolenza con cui ci legge e per la disponibilità nella collaborazione.)
IL GLOTTOLOGO ROHLFS E LA GUERRA
Gerhard Rohlfs durante la seconda guerra mondiale (1939-45) insegnava filologia romanza nell’Università di Monaco di Baviera. Per sopravvivere con la famiglia, allevava conigli nell’orto di casa... La guerra era ormai perduta, se ne accorgevano tutti in Germania. Pochi lo dicevano a voce alta e in pubblico. Per i disfattisti c’era la fucilazione! Un giorno Rohlfs all’Università si trovò a parlare a un cerchio di colleghi sui fatti del giorno ed ebbe a dire che la guerra era perduta, la Germania si avviava alla disfatta e alla miseria etc. Qualche tempo dopo incontrò uno dei professori suoi colleghi, che era presente quel giorno nell’Università. Questi gli disse: “Vedo che sei ancora vivo!”. Certo, Rohlfs non fu mai un oppositore del nazismo, anche perchè negli Anni Trenta la cultura e la scienza della Germania erano incoraggiate e assecondate in tutti i modi. Basti pensare ai numerosi premi Nobel, che gli scienziati tedeschi si meritarono. Ricordo il premio a un chimico, che aveva scoperto nuovi procedimenti industriali per la produzione della soda. Rohlfs mi diceva che gli stipendi dei docenti universitari erano ottimi e pure le pensioni, prima e dopo la guerra. Egli preferì andare in quiescenza prima del tempo, perchè la pensione gli consentiva una vita agiata. Invece i guai li ebbe in Italia con il fascismo, che non tollerava la protezione e lo studio dei dialetti a danno dell’italiano, la lingua della nazione. Un giorno, a Cosenza, doveva tenere una conferenza sul dialetto calabrese all’Accademia Cosentina. Il podestà vietò la manifestazione culturale. Sui manifesti affissi in città fece incollare un avviso, che diceva la impossibilità del Rohlfs, ammalatosi... Ma il glottologo sfidò il divieto, e si fece vedere in giro per la città, al fine di dimostrare che non era affatto malato!
|