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UN’ALBA DA MIA MADRE Dal balcone della mia casa, 17 marzo attorno alle sei Vito Teti
Autore:     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/04/2014 - Anno: 20 - Numero: 1 - Pagina: 30 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

IL "RITORNO" A BADOLATO DI ROBERTO GIGLIO, ARCHITETTO ED ARTISTA BADOLATESE DOC

Letture: 1268               AUTORE: Guerino Nisticò (Altri articoli dell'autore)        

Dopo la recente collaborazione al nuovo progetto musicale “MalaMatri” di Mimmo
Audino, assieme a tanti altri amici badolatesi, Roberto Giglio sta realizzando, in questo periodo,
un laboratorio artistico di “Scenografia per ragazzi e bambini” presso la residenza teatrale
“MigraMenti. Poetiche del Viaggio” di Badolato.
Nel mese di marzo, presso il Teatro Comunale (ex Polifunzionale), si è tenuto il primo
appuntamento del laboratorio “La scenografia per ragazzi e bambini” promosso dalla compagnia
Teatro del Carro-Pino Michienzi (ente gestore della struttura di via Magna Grecia). Un
laboratorio artistico condotto da Roberto Giglio per le arti figurative, Josephine Carioti per il
teatro e dal musicista Giuseppe Drosi, coordinato dall’attrice e co-direttrice del “MigraMenti”
Annamaria De Luca. Il proposito del laboratorio è stato quello di fare scoprire ai tanti bambini
partecipanti immagini, simboli e valori, attraverso il racconto, la creazione artistica e la
manualità, strumento di partecipazione attiva per eccellenza. Facendo dialogare teatro e arti
figurative, i bambini sono stati guidati alla scoperta di diverse modalità espressive. L’obiettivo
era e resta, - vista la continuazione, nelle successive settimane, delle varie attività laboratoriali
in programma - quello di sviluppare le capacità creative e relazionali dei bambini attraverso
l’universalità del linguaggio artistico.
L’occasione è stata buona per fare un’intensa chiacchierata con Roberto Giglio, architetto
ed artista badolatese, ormai rientrato quasi definitivamente nel nostro piccolo paese, da tempo
impegnato in questo tipo di iniziative. Il suo ultimo impegno artistico viene da un percorso
iniziato questa estate nel borgo di Badolato. Una coloratissima installazione-estemporanea
che ha visto un numeroso gruppo di bambini dipingere 60 metri di telo, collocati lungo l’antica
strada che porta alla Chiesa dell’Immacolata. Il laboratorio è stato strutturato, fondamentalmente,
in tre fasi: il primo step di tipo introduttivo, durante il quale i bambini sono stati guidati
ad entrare nel tema, una sorta di rappresentazione ispirata alle maschere africane; la
seconda parte dedicata interamente all’operatività, dove si è passati all’ideazione e al disegno
delle maschere. L’ultima fase proseguirà con la realizzazione e messa in scena di un’installazione-
performance, fatta di immagini e suoni. Ad oggi, sono state diverse le giornate dedicate
a quanti hanno deciso di affrontare questo piccolo cammino artistico. Ne seguiranno altre,
a partire dai prossimi appuntamenti previsti nei mesi di aprile e maggio, che andranno avanti
fino alla fine della stagione artistica del “MigraMenti”.
Roberto, nella nostra lunga chiacchierata, ha espresso grande compiacimento per le collaborazioni
di Josephine Carioti (giovane attrice badolatese) e Giuseppe Drosi (giovane
amico musicista), e di Annamaria De Luca e Luca Michienzi (direttori artistici del teatro
badolatese) che hanno fortemente sostenuto il suo progetto. Una collaborazione che punta
in alto e che si auspica di rilanciare il TEATRO come luogo di grande ricchezza, al pari di
scuole, ospedali e chiese. Il Teatro, secondo Roberto, può far bene a tutta la comunità locale,
soprattutto ai bambini e può e deve avere una sua importante funzione sociale, culturale,
aggregativa; ed anche per questo motivo va premiato e sostenuto, da tutti i cittadini del
Basso Ionio Soveratese, il paziente e prezioso lavoro della compagnia Teatro del Carro-Pino
Michienzi.
Ormai da tempo, Roberto Giglio, ha deciso di abbandonare la professione di architetto per
dedicarsi alla sua grande passione: la pittura. Una scelta importante, definita da lui stesso
soprattutto una scelta di vita. Dipingere - confessa - è per me più di un lavoro, è un naturale
e quotidiano bisogno che mi aiuta a guardare meglio le cose, a comunicare, e quindi ad aprirmi
agli altri. Il suo leit-motiv personale? «Non so se l’arte salverà il mondo, ma ha salvato
me, se poi mi darà anche da vivere, ancora meglio». L’artista badolatese è cresciuto a Roma,
metropoli dai ritmi frenetici ed asfissianti, città dove si è formato come architetto e come pittore.
Roma gli ha dato molto. Alla “città eterna” lo legano, ancora oggi, affetti e lavoro, ma il
bisogno di credere e investire in un progetto di vita diverso, in quel di Badolato, lo ha stravolto
come un fiume in piena. Ha deciso, quindi, di abbandonare i ritmi stressanti della sua
Roma, avulsi dal suo stesso concetto di vita, per tornare a Sud per riscoprire il piacere della
lentezza. Badolato è, per Roberto, il “luogo” dove si sente veramente a casa e dove riesce a
trovare la giusta dimensione e ispirazione per i suoi progetti artistici. Badolato rappresenta,
oggi, per lui, il luogo di una scommessa interessante ed audace, una nuova prospettiva di vita
e di lavoro, nonostante i tanti punti interrogativi. «Tornare a vivere al Sud - ammette - è una
bella sfida, ma voglio credere nelle potenzialità di questa terra e guardare positivamente al
futuro. Questo è il motivo che mi spinge a lavorare con i bambini, verso i quali abbiamo tutti
delle responsabilità. Il cambiamento va costruito con i più piccoli. Io come artista e come
Calabrese mi sento chiamato in causa, e l’unica cosa che posso fare è gettare un seme, lavorando
a progetti continuativi e a lungo termine. In questo obiettivo trovo il senso più profondo
di fare arte nella mia terra, l’arte intesa come strumento di conoscenza, civiltà, condivisione
e apertura all’altro».
Una sfida fatta anche di progetti importanti, in cantiere per il futuro. Tante, inoltre, le
idee, maturate dopo il successo di “Ultimo Sud”, progetto realizzato nell’agosto del 2008
nell’antico borgo di Badolato. Roberto Giglio intende, innanzitutto: ultimare la sistemazione
della sua casa-studio (vecchia casa di infanzia), con l’obiettivo di trasformarlo in un
luogo d’incontro per artisti e amici (una sorta d’officina delle idee); mettere in cantiere il
suo prossimo progetto pittorico, a cui sta lavorando da tempo; programmare una serie di
mostre nel territorio. In cantiere, oltre al resto, installazioni, laboratori per bambini e corsi
d’acquerello. Insomma, un gran fermento di idee-progettuali di notevole spessore culturale.
E sul potenziale prosieguo del vecchio progetto del 2008, che era stato ideato ed immaginato
come un work-in-progress negli anni, chiosa: «Mi fa piacere che ancora oggi si parli
di “Ultimo Sud”, un progetto che ho molto a cuore e che ho condiviso con Isidoro
Ermocida, Caterina Mannello, Giuseppe Sommario, Anna Giannuzzi, amici e artisti che
hanno creduto nell’idea. Quell’anno siamo riusciti a coinvolgere un’intera comunità, i volti
e le gesta di quanti hanno abbracciato l’idea esprimevamo da soli la soddisfazione di dare
linfa ad un progetto forte, nato per i paesi della Calabria in via d’abbandono e cucito su
misura per Badolato. Peccato che è venuto a mancare il sostegno di chi doveva credere e
investire nel progetto, che si poteva storicizzare e far diventare un evento di spessore culturale
e sociale. Un vero peccato! Come spesso accade, è mancata quella sinergia d’intenti
tra le diverse figure coinvolte in progetti di questo tipo (amministrazioni, enti e associazioni
culturali, scuole). Ma non ci siamo affatto meravigliati, lo avevamo pienamente previsto.
Non solo, aggiungo che noi ci crediamo ancora, il cuore del progetto vive ancora e
stiamo già lavorando, con la speranza di ricevere maggiore attenzione e sostegno. Uno dei
punti fondamentali per superare l’isolamento culturale, sociale e fisico che affligge questo
territorio, è senza dubbio quello di cooperare e fare rete. Mi auguro che tutto questo accada
in fretta».


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