Data: 31/03/2006 - Anno: 12 - Numero: 1 - Pagina: 38 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Monza - 21 febbraio 2006 - Giocondo Rudi, l’amico Giocondo Rudi, l’uomo al quale il nome calzava alla perfezione, tale era la sua solarità e la sua carica di simpatia, ha lasciato per sempre questa terra per approdare al altri lidi. Era malato da qualche tempo il nostro Giocondo, e lo sapeva, e si curava, e non c’erano ancora le condizioni per sospettare la fine, alla quale l’hanno accompagnato il sorriso e la cordialità, peculiari e inseparabili caratteristiche del suo carattere, che ne facevano fin dal primo incontro un amico. Figlio d’arte, possiamo dire scrivendo di lui, perché il padre, Vincenzo Rudi, uno dei tanti figli d’Italia emigrati nel Nord America nella prima metà del secolo ventesimo, è stato un non disprezzabile fotografo, oltre che un rispettabile artigiano. E Giocondo per oltre mezzo secolo usò la macchina fotografica da maestro, legando il suo nome a non pochi avvenimenti di rilievo che hanno in qualche modo segnato importanti tappe del nostro passato. Sempre dinamicamente disponibile, ha fermato il suo obiettivo sulle lacrime di migliaia di persone che lasciavano la terra natale per andare in cerca di fortuna oltre Oceano; ha seguito all’altare migliaia di sposi felici; ha fotografato le rovine del terremoto del 1947 e i disastri delle alluvioni del 1951; ha consegnato alla storia, alla nostra storia, la visita di Einaudi a Badolato nel 1951 e di De Gasperi nel 1952. Sempre donando giovialità e sorriso, in Italia come in Svizzera dove si è trasferito per alcuni anni. Il nostro addio all’amico Giocondo ha la pretesa di interpretare anche i sentimenti di cordoglio dei tantissimi lettori de “La Radice” che lo ricordano con affetto. |