Data: 31/12/2004 - Anno: 10 - Numero: 4 - Pagina: 8 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Marina Gervasi (Altri articoli dell'autore)
Con la riapertura della scuola, a tutti i problemi che si propongono puntualmente, ad ogni inizio di anno scolastico, si aggiunge quello della scarsa frequenza dei giovani dell’ora di religione. Tra gli studenti delle scuole superiori, specie nelle grandi città, pare che gli esoneri raggiungano il 50% e questo segnale pone dubbi ed inquietanti interrogativi. Perché i ragazzi rifuggono e rifiutano l’insegnamento della religione cattolica? Si tratta di un lento e progressivo allontanamento dei temi religiosi o piuttosto di un distacco da una disciplina facoltativa che offre scelte allettanti come poter andare in giro o al bar oppure dormire un’ora in più? I ragazzi sembrano non essere disattenti ai temi religiosi, né indifferenti alla fede e lo dimostra pienamente la loro alta affluenza agli incontri con il Papa; sono solo insofferenti all’ora di religione che, talvolta, è poco interessante e, spesso, è condotta da insegnanti che non sanno proporre e comunicare «con sufficiente fascino i più grandi e profondi interrogativi sulla vita». Pervenuti alla convinzione di essere il centro del mondo, nella maggior parte dei casi, i giovani privi di problemi concreti, inconsapevoli di problemi spirituali, non si pongono domande né cercano risposte. Proprio per questi motivi non possiamo ignorare che i banchi vuoti ci obbligano ad una risposta urgente su percorsi, metodi, testimonianze che possono riportare i giovani alla ricerca di Dio. L’appello del Papa a non «tagliare le radici dalle quali si è nati» riveste un’importanza fondamentale in un momento in cui cresce il pluralismo religioso con il presentarsi di altre culture religiose. L’insegnamento della religione cattolica va, pertanto, rivalutato e ritenuto indispensabile per lo studio e la conoscenza delle nostre radici cristiane, soprattutto perché obbliga i nostri ragazzi a confrontarsi con la Verità e a porsi un limite. L’educazione religiosa può aiutare i giovani a liberarsi da una indifferenza più voluta che reale, perché, in fondo, anche loro hanno bisogno di cercare Dio, la cui Presenza è fondamentale nella vita di ciascun uomo, risulta necessaria per una civile e pacifica convivenza. Bisogna evidenziare, infine, che nel nostro paese essendoci molti extracomunitari, devoti praticanti della propria religione, noi cattolici dovremmo, a maggior ragione, dare testimonianza attiva, costante e continua dell’appartenenza alla dottrina di Cristo. |