Data: 30/12/2020 - Anno: 26 - Numero: 2 - Pagina: 22 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Cecè Serrao (Altri articoli dell'autore)
SOGNO E TALENTO Vito Cristofaro - Direttore d’Orchestra, da Soverato a Oldenburg (Germania) In un caldo pomeriggio d’agosto, in Soverato, ho avuto un incontro con Vito Cristofaro, dal viso espressivo e vivace che ispira fiducia, figlio di un operaio delle ferrovie, ora in pensione. Il ragazzo che aveva il sogno di diventare come Giuseppe Verdi. Da cinque anni, e più, 1° Direttore, nonché vice Direttore Musicale Generale, al Teatro di Stato di Oldenburg, Bassa Sassonia - Germania, ridente città indipendente, di oltre 160 mila abitanti, dove attualmente vive col figlio e la moglie, dopo essere stato, per quattro anni, maestro collaboratore e direttore al Teatro di Innsbruck (Austria). Ha girato un po’ il mondo il nostro giovane conterraneo, che si è laureato Direttore d’Orchestra, con il massimo dei voti nel 2009, nella prestigiosa Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna, nella quale hanno studiato maestri famosi, fra i quali Claudio Abbado, considerato il maestro che ha cambiato la musica. È stato questo il capodanno di una avventura fortemente cercata. Ma ancora prima della laurea, il nostro giovane ha fatto il girovago per il mondo. Ha suonato al Festival di Spoleto (Italia), negli Stati Uniti e nel Canada, e dopo la laurea in Corea, Giappone, Inghilterra e Australia. Un giovane talentuoso, caparbio e determinato a realizzare il proprio sogno nella musica. Con la famiglia sempre al suo fianco, che sempre ha creduto in lui, fin dal primo momento che Vito ha espresso il suo desiderio per la musica. L’incontenibile emozione di quando il primo pianoforte entrò nella sua casa, come nuovo membro della famiglia, e poi il violino, col quale suonava melodie, con lo sguardo, non aldilà della siepe, ma aldilà dell’orizzonte dell’azzurro mare, che da casa sua, in Soverato, poteva ammirare e perdersi nell’infinito sulle onde di quelle note da lui vibrate. Ora, Vito, almeno una volta l’anno, fa ritorno alla sua casa natia e quella distesa di mare gli riporta in mente i primi passi del suo studio della musica. I giorni in cui andava a Catanzaro a studiare pianoforte, ogni santo giorno, col caldo d’estate e il freddo d’inverno. Quel tragitto che gli sembrava un’eternità. Ha studiato e si è diplomato presso l’Istituto Tecnico Commerciale (Soverato), ma la sua passione era sempre la musica. Oggi è ancora grato a quel maestro di musica della scuola locale, presso la quale ha studiato, per il consiglio datogli di studiare, oltre al pianoforte, il violino. Lui che mai ne aveva visto uno, se non in televisione, e che avrebbe preferito di gran lunga la tromba, ma che invece ebbe modo di conoscere uno strumento da lui considerato, a dir poco, meraviglioso, che lo aiutò nello studio di direttore d’orchestra. Sono le esperienze e le influenze, che incontriamo sul nostro cammino, che possono lasciare i segni e cambiare la vita. Ha conseguito il diploma, col massimo dei voti e lode, sia in pianoforte (1997) che violino (1998), presso il Conservatorio “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia, dove si recava solo per dare gli esami da privatista. Diversi sono stati i suoi maestri insegnanti di pianoforte e violino, come diverse sono state le città dove ha studiato: Catanzaro, Napoli e Roma, prima del diploma e successivamente, dopo il diploma, a Firenze, per direzione d’orchestra, e di nuovo a Roma, per composizione. Il caso volle che Vito, in Soverato, abbia conosciuto una ragazza austriaca in vacanza, motivo per cui, in diverse occasioni, ebbe modo di recarsi a Vienna. Quando si dice le circostanze della vita! Matura in lui, ancor di più, la convinzione di voler studiare da direttore d’orchestra, figura della quale si era appassionato tanto per una forma di fascino che gli procurava, pure perché, avendo suonato come violinista, in diverse orchestre (Cosenza, Roma, Spoleto), aveva notato come le sinfonie, le opere potessero cambiare in base a chi fosse a dirigerle. Si persuase, quindi, che sarebbe stato bello e gratificante poter esprimere le proprie idee musicali dinanzi ad un’orchestra. Si è laureato, come già detto, in quella Università di Vienna, dove ogni anno sono dieci quelli che vengono ammessi, fra un centinaio di partecipanti provenienti d’ogni parte del mondo. E Vito è stato uno di questi dieci. Un bel traguardo! Ha diretto, in occasione della laurea, l’Orchestra della Radio Austriaca senza timore, con naturalezza con papà Domenico e mamma Natalina che erano là, ad ammirare il loro figliolo, che, oltre ai suoi meriti, deve qualcosa, per la sua formazione, a tutte le persone incontrate, nel tragitto di quel sogno che gli ha reso la vita interessante. Perché i sogni sono una cosa meravigliosa. Sono uno dei motivi, che permettono di andare avanti in questo mondo, nonostante le difficoltà. Sono quelli che danno una motivazione per continuare a sperare, a lottare per ciò che si vuol raggiungere. Purtroppo, con rammarico, dobbiamo constatare che la millenaria arte teatrale, in tutte le sue forme, qui da noi, vive momenti difficili, sacrificata e trascurata a favore di altri più immediati interessi di dubbio valore. Questa è una storia, che potrebbe essere quella di un qualsiasi altro ragazzo di dieci anni, di quel Sud del sud, che investe il suo tempo e le proprie energie, passo dopo passo, con sacrificio e dedizione, cosciente della strada non facile, ma possibile. D’un ragazzo consapevole che la perseveranza può far sì che l’infantile sogno, al risveglio, possa essere visto tramutato in realtà. Che è, poi, la vera vittoria personale e della famiglia, orgogliosi gli amici e non solo (noi fra questi). E se da una parte c’è contentezza che molti dei nostri giovani realizzano le loro aspirazioni, andando in giro per il mondo, dall’altra c’è l’amara consapevolezza che, per farlo, devono abbandonare la loro terra natia e i loro affetti più cari. Davvero strano questo nostro Paese Italia, che prima li forma (con dispendio di energie e risorse) e poi li lascia andare via, senza neanche accorgersene, partenze dovute, sempre più spesso, non per loro scelta. Questa storia dovrebbe insegnare che credere in sé stessi ed in quello che si sta per fare è la chiave giusta; che è sì importante affermarsi, qualunque sia il posto, ma senza mai perdere le proprie radici. Cosa che ha fatto il nostro giovane Vito, un sognatore che non ha mollato, il ragazzo che sognava di diventare come Giuseppe Verdi. Chi crede nei sogni non sarà mai perdente! |