Data: 30/04/2021 - Anno: 27 - Numero: 1 - Pagina: 1 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Uno dei 15 mulini ad acqua -risultano a noi- esistenti a Badolato intorno alla metà del secolo ventesimo, di cui alcuni erano già abbandonati ruderi. Nella foto il mulino di Aponte, nella fiumara della Provvidenza, di cui si vede il rudere dal Belvedere Carmelina Amato di Piazza Castello. È intatta solo la sagitta, il resto -muri perimetrali, macine, ruota lignea con le pale, ecc.- è insabbiato dall’alluvione dell’ottobre 1951. In cima alla sagitta, nell’intonaco si legge la data: 1861. È il periodo in cui il cognome Aponte è comparso a Badolato, nella persona di Salvatore Aponte, proveniente -non ne conosciamo la motivazione- da Vico Equense. Una famiglia da lungo tempo scomparsa da Badolato, ma di cui vivono qui alcuni discendenti, con cognomi diversi anche per variazioni generazionali. Si conoscono anche immobili appartenuti alla famiglia, come l’orto in cui si trova il rudere del mulino, un bell’appezzamento di terreno a Soglia, un palazzo in Corso Umberto I, tutti appartenenti oggi ad altri proprietari. Si vuole che, danarosi quali erano, abbiano fatto costruire a loro spese la chiesa della Provvidenza, ancora in ottime condizioni, nel fondovalle, nei pressi del loro mulino. Pur se qualche documento autorizza a ipotizzare che detta chiesa esistesse già nel secolo XVIII. |