Data: 31/08/2015 - Anno: 21 - Numero: 2 - Pagina: 12 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
“ROCCELLA IONICA IERI E OGGI” |
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Ho conosciuto Roccella Ionica quand’ero ancora bambino. Poi l’ho persa di vista, ma non sino al punto da non imparare che la ridente cittadina è un’oasi accogliente per un buon lungo tratto di questa non proprio felice nostra costa ionica. Non si può, difatti, passeggiando per Roccella o frequentando i suoi abitanti, non accorgersi che si tratta di un paese altro e di altra gente. Sarebbe finita qui la mia conoscenza di Roccella se l’amico Enzo Macrì, giornalista, scrittore, dirigente scolastico in pensione, non m’avesse regalato Roccella ionica ieri e oggi, nella sua seconda edizione ampliata del 2008. Sapevo, in verità, che Roccella è il più importante centro ferroviario della Calabria del Basso Ionio, e che è l’unico efficiente porto turistico tra Reggio Calabria e Catanzaro Lido. E non potevo non sapere, ovviamente, che il nome di Roccella è ormai noto in tutto il mondo per via del Festival Internazionale del Jazz che vi ha luogo ormai da parecchi anni. Ma le tante altre cose belle che c’è da conoscere di questa cittadina le sto scoprendo leggendo il libro di Enzo Macrì, a cominciare dalle vicende storiche, intrecciate a quelle dei Principi Carafa. Molto belle le pagine della “Piccola antologia”, che si fanno leggere d’un fiato e che presentano un interessante spaccato del mondo culturale roccellese. Altrettanto belle ed alcune oltremodo interessanti le fotografie dell’“Album dei ricordi”, di cui alcune, risalenti a fine Ottocento o inizio Novecento, ci presentano la nobile e laboriosa Roccella del passato. E poi ti trovi davanti le chiese e le processioni, che ti danno la misura della fede religiosa del popolo. E la Galleria di alcuni tra i numerosi uomini illustri del passato. Ma anche interessanti notizie e analisi e riflessioni sulla Scuola, sul Dialetto, sull’Arte, sulla Musica, e persino sulla Micologia di cui l’Autore è sensibile cultore. A chiusura del corposo ricco volume, infine, una sorpresa, apparentemente lontana dal pregevole lavoro di Macrì: Lentamente muore chi…, una bella pagina di Pablo Neruda, un invito, un messaggio, un monito, in perfetta sintonia con la vita e l’opera del Nostro Autore. Una bella opera quella di Enzo Macrì, di cui la sua città gli deve essere grato. Ma anche noi, non Roccellesi, gli siamo grati per la possibilità che ci offre, con il suo lavoro, di conoscere e di amare Roccella e la sua gente. |