Data: 30/04/2015 - Anno: 21 - Numero: 1 - Pagina: 30 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Domenico Paravati (Altri articoli dell'autore)
Tra i tanti contatti che continuiamo ad avere da lettori e non di ogni dove, ce ne sono alcuni per noi particolari e di una certa importanza perché ci documentano dell’estensione della rete creatasi intorno al periodico. Sono frequenti, difatti, le richieste di informazioni su amici che firmano articoli, persone che il lettore aveva perso di vista magari da cinquanta anni. Così come su argomenti trattati, con l’intento di sapere, o di integrare o, anche, di correggere, perché interessati o semplicemente per la meritoria esigenza di partecipazione. Questa volta vogliamo partecipare ai lettori la lettera che segue, perché a firma di Domenico Paravati, calabrese doc che vive attualmente nel Lazio, già giornalista della Rai, direttore di giornale e attento scrittore, che legge con altrettanta attenzione “La Radice”. Ma anche perché l’amico Domenico ci scrive di Rohlfs, “il più Calabrese dei figli di Germania”, lo scienziato del quale non cesseremo mai di interessarci. Carissimo Vincenzo, ho appena ricevuto la tua “Radice” e mi sono dato subito alla lettura. Primo, la storiella della contessa Marincola di San Floro (il mio paese: i Marincola ne sono stati feudatari fino al Seicento, poi hanno venduto ai Caracciolo di Girifalco-Gioiosa); quindi gli occhi mi sono finiti sull’”incontro” con Rohlfs della professoressa Palazzo. Ci credi? Quell’edizione, la stessa di cui scrive la prof, in questo momento è qui sul mio tavolo, fuori dalla biblioteca, perché stavo leggendo in questi giorni (anzi, rileggendo) un bellissimo libro-romanzo del mio compaesano Domenico Dara (sanflorese-girifalcese), premio Palmi 2014 e finalista al Premio Calvino 2013 (“Breve trattato sulle coincidenze”) che è zeppo di paroline dialettali girifalcesi; e quindi tante le mie sottolineature -come ha fatto il papà della prof- per captare quelle che non ho registrato nel mio microscopico “Vocabolario commentato del dialetto di San Floro”. Per la precisione: quel dizionario di Rohlfs è stato, come leggo, “finito di stampare nel mese di aprile 1977 dalla Stimgraf-Verona per A. Longo Editore in Ravenna”. Il colore è proprio come lo descrive la prof.: “rilegato in rosso, più o meno carminio (i colori della prima edizione)”. Ulteriore curiosità: nel dizionario di Rohlfs ho attaccato una foto dello studioso che conversa con gente varia nel corso di una sua inchiesta sui nomignoli in Sicilia, estratta dall’ Archivio fotografico di “Magna Graecia”, dalla stessa “Magna Graecia” di lug-dic 1996. E accanto - ci crederai?- ho attaccato il numero di aprile 2009 della tua “Radice” con l’ “Omaggio a Gerhard Rohlfs” in italiano e tedesco. Rimango entusiasta quando sento o leggo che qualcuno ancora si interessa del dialetto. Per cui sarei felice di spedire in OMAGGIO alla suddetta prof -se lei ti autorizza a darmi l’indirizzo- sia il “Vocabolario commentato...” che l’altro mio libro,”Ciao San Floro Ciao Calabria”. Nel “Vocabolario”, come forse ricorderai, a pag. 14, nei ringraziamenti ci sono anche quelli rivolti alla “Radice” e... al suo direttore per il riferimento al testo di Caterina Guarna per la voce “lavatu”, lievito. Ti saluto caramente. Domenico Paravati |